Linguistica italiana, disciplina impegnativa

Origini e sviluppo della storia della lingua italiana, varietà dialettologica, morfologia, sintassi, fonetica della lingua di riferimento, strategie enunciative, neologia e linguaggi settoriali: sono alcuni degli aspetti affrontati al corso di Linguistica italiana. Un insegnamento piuttosto ostico per gli studenti. Che lo hanno definito “un vero e proprio stimolo alla riflessione metalinguistica”.
“Questo corso fa luce sull’utilizzo di strutture linguistiche che di solito adottiamo in maniera involontaria e soprattutto inconsapevole”, afferma Piera, matricola a Mediazione Linguistica e Culturale. “È una sorta di autovalutazione sulle nostre competenze linguistiche in italiano e quindi uno sprono a colmare lacune, adesso non più tollerabili!”, interviene la collega Alessandra. A destare preoccupazione è la tanto temuta trascrizione fonetica: esercizio di rappresentazione grafica dei foni attraverso i simboli dell’Alfabeto Fonetico Internazionale. “Non è tanto difficile familiarizzare con i simboli dell’alfabeto, ma memorizzare i modi e i luoghi articolatori”, sostiene Roberto. Occlusiva, vibrante, fricativa, affricata, alveolare sono per alcuni parole foriere di strani turbamenti. “Qualsiasi parola che pronuncio o che ascolto mi rimanda a questi concetti, è impossibile non pensarci anche al di fuori del corso”, spiega Rita .“Cerco di individuare i modi di produzione del parlato in qualunque persona mi rivolge la parola, è diventata quasi un’ossessione!”, prosegue Giulia.
Data l’elevata affluenza, gli studenti sono stati divisi in tre gruppi: ripartizione avvenuta, come di consueto, in base all’iniziale del cognome. Nonostante questa suddivisione “l’aula, la 221 in via Duomo, sebbene capiente, è sempre stracolma. Sono arrivata in anticipo, ma non sono molto agile a dare spintoni, quindi mi sono arrangiata stando seduta sul pavimento”, racconta Irene.
Anche in situazioni disagiate, gran parte degli studenti non demorde. Per i frequentanti è previsto “uno sconto della pena”: prova intercorso e riduzione del programma d’esame. La verifica è prevista il 30 novembre per gli studenti che seguono con la prof.ssa Rosa Piro, e a metà dicembre per coloro che la sosteranno con la prof.ssa Rita Enrica Librandi. 
La proposta di un pre-appello sembra essere accolta positivamente dagli studenti. “Adesso è un po’ complicato conciliare la frequenza con lo studio a casa, ma è una sfida che voglio cogliere considerata la mole di questo esame!”, dice Marta. “Come primo impatto sarà abbastanza duro: romperemo il ghiaccio con uno dei principali mattoni, dopo le lingue”, aggiunge la collega Fabrizia. “Le prove intercorso dovrebbero essere una prerogativa per i frequentanti di tutti i corsi: ottimizzano i tempi di studio riducendo il sovraccarico tipico della sessione ufficiale”, commenta Roberto. “Non credo che sosterrò la prova a novembre – conclude Fulvio – ci sono molte nozioni tecniche, terminologie che necessitano di tempo per essere immagazzinate. Di sicuro sarà il primo esame della sessione di febbraio: anche se non sono propedeutici, è impensabile affrontare le lingue straniere senza aver superato questo step!”.
(R.I.)
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