Studiare il passaggio dalle parole scritte alle immagini cinematografiche, proporre nuove idee e discuterne con Erri De Luca. È l’esperienza di un gruppo di studenti di Lettere Moderne che, guidati dalla prof.ssa Silvia Acocella, docente di Letteratura italiana contemporanea, hanno partecipato per quattro mesi ad un seminario dedicato al rapporto tra letteratura e cinema. Il convegno “La pagina e lo schermo”, sviluppato in due giornate, ha segnato la conclusione di questi lavori, che la docente organizzatrice ha definito “giornate di felicità perfetta”. Nel primo incontro del 16 maggio, in una delle sale della Biblioteca BRAU di piazza Bellini, alcuni docenti dell’Ateneo federiciano hanno analizzato da varie angolature il rapporto tra linguaggio scritto e linguaggio visivo. Il giorno successivo ha visto il gruppo riunirsi nell’Aula Piovani della sede di via Porta di Massa. A prendere la parola questa volta è stato uno dei volti più importanti della letteratura contemporanea, Erri De Luca. Durante l’incontro mattutino, lo scrittore ha descritto le fasi dell’elaborazione del racconto “Il turno di notte lo fanno le stelle”, trasformato in un cortometraggio grazie alla collaborazione con il regista Edoardo Ponti. L’analisi di questo lavoro, come esempio del confronto tra i linguaggi della letteratura e del cinema, è stata seguita da un momento di creatività. Gli studenti si sono esercitati nella scrittura di sceneggiature avanzando varie proposte per la “Scena 8”, tagliata dalla pellicola, come confessa lo stesso De Luca, “per motivi economici. Poi Edoardo mi ha detto che ci voleva troppo tempo per girarla”. Dodici gruppi si sono susseguiti nella lettura dei dialoghi scritti di loro pugno, argomentandoli e ascoltando con grande attenzione i commenti dell’autorevole ospite. Numerosi sono stati i riferimenti alle immagini letterarie care allo scrittore napoletano. Qualcuno ha incentrato il proprio lavoro sul Cirmolo, un albero che, colpito da un fulmine, è capace di ritornare a nuova vita. Qualcun altro, invece, ha ambientato la propria scena al tramonto e ha citato il “tiqva”, termine sul quale si è soffermato poi lo stesso scrittore, studioso di ebraico antico: “in ebraico spesso i concetti astratti derivano da termini concreti. In questo caso una sola parola rimanda a speranza e corda”.
Dopo aver ascoltato le proposte di tutti gli allievi, De Luca ha raccontato la sua “Scena 8” originale: “uno di voi ci è andato molto vicino. Nella mia scena c’è lui sotto la doccia (parla di Matteo, il protagonista del racconto che ha subito un trapianto di cuore). Poi, dopo la barba, si abbottona la camicia e si intravede appena la cicatrice”.
Si è chiuso così un seminario che ha entusiasmato innanzitutto la docente. “Dopo ogni incontro, non appena tornavo a casa, mi arrivavano tantissimi commenti via mail. L’entusiasmo mostrato dai ragazzi mi ha spinto a progettare questo lavoro. La letteratura si annida nelle lettere di questi ragazzi. Loro sono il mio esercito di lettori. Erri, oggi prendi il meglio delle mie giornate”, ha commentato indicando gli studenti. La docente ha poi spiegato ad Ateneapoli le metodologie con le quali è stato svolto il lavoro: “l’obiettivo è stato fissato di volta in volta, attraverso la collaborazione con gli studenti. Loro imparano da me, ma anche io imparo molto da loro. Sono molto soddisfatta della risposta”.
Grande soddisfazione anche tra gli studenti. Vittorio Oratino, che ha partecipato al seminario per il solo piacere di approfondire alcune tematiche affrontate durante i corsi – l’attività non prevedeva l’attribuzione di crediti formativi -, confessa la sua emozione in attesa dell’incontro con De Luca, tanto da “non riuscire a pranzare”. Concorda il suo collega Andrea Panìco: “attività come queste si frequentano perché si è mossi esclusivamente dal piacere”.
L’interesse mostrato dagli studenti ha trovato probabilmente un ulteriore incoraggiamento nelle parole di Erri De Luca: “la letteratura non è solo intrattenimento, è una necessità. Continuerà a esserci perché le persone continueranno ad aver bisogno di farsi raccontare una storia. Quindi voi siete gli ultimi lettori solo in termini di tempo, presto sarete i penultimi”.
La giornata si conclude con tutti i ragazzi disposti intorno allo scrittore per una foto di gruppo. L’aula Piovani si svuota lentamente tra commenti e autografi. Le 17 sono passate da un po’. Tutti vanno via. Per un giorno, all’università, “il turno di notte lo fanno le stelle”.
Ciro Baldini
Dopo aver ascoltato le proposte di tutti gli allievi, De Luca ha raccontato la sua “Scena 8” originale: “uno di voi ci è andato molto vicino. Nella mia scena c’è lui sotto la doccia (parla di Matteo, il protagonista del racconto che ha subito un trapianto di cuore). Poi, dopo la barba, si abbottona la camicia e si intravede appena la cicatrice”.
Si è chiuso così un seminario che ha entusiasmato innanzitutto la docente. “Dopo ogni incontro, non appena tornavo a casa, mi arrivavano tantissimi commenti via mail. L’entusiasmo mostrato dai ragazzi mi ha spinto a progettare questo lavoro. La letteratura si annida nelle lettere di questi ragazzi. Loro sono il mio esercito di lettori. Erri, oggi prendi il meglio delle mie giornate”, ha commentato indicando gli studenti. La docente ha poi spiegato ad Ateneapoli le metodologie con le quali è stato svolto il lavoro: “l’obiettivo è stato fissato di volta in volta, attraverso la collaborazione con gli studenti. Loro imparano da me, ma anche io imparo molto da loro. Sono molto soddisfatta della risposta”.
Grande soddisfazione anche tra gli studenti. Vittorio Oratino, che ha partecipato al seminario per il solo piacere di approfondire alcune tematiche affrontate durante i corsi – l’attività non prevedeva l’attribuzione di crediti formativi -, confessa la sua emozione in attesa dell’incontro con De Luca, tanto da “non riuscire a pranzare”. Concorda il suo collega Andrea Panìco: “attività come queste si frequentano perché si è mossi esclusivamente dal piacere”.
L’interesse mostrato dagli studenti ha trovato probabilmente un ulteriore incoraggiamento nelle parole di Erri De Luca: “la letteratura non è solo intrattenimento, è una necessità. Continuerà a esserci perché le persone continueranno ad aver bisogno di farsi raccontare una storia. Quindi voi siete gli ultimi lettori solo in termini di tempo, presto sarete i penultimi”.
La giornata si conclude con tutti i ragazzi disposti intorno allo scrittore per una foto di gruppo. L’aula Piovani si svuota lentamente tra commenti e autografi. Le 17 sono passate da un po’. Tutti vanno via. Per un giorno, all’università, “il turno di notte lo fanno le stelle”.
Ciro Baldini