“Teoria del comico, codici letterari e divisione degli stili”: il tema del seminario che tratterà il genere comico e le forme che esso assume nei diversi codici letterari, questione che coinvolge la relazione tra antichi e moderni e la tradizionale divisione degli stili. Partirà il 6 marzo ed è rivolto a tutti gli studenti, in particolare a quelli della Laurea Magistrale, ma anche a laureandi e dottorandi interessati. Il ciclo di lezioni, che avrà durata di 12 ore, rientra nelle Altre Attività e consente agli studenti di acquisire 2 crediti. “Questo seminario si collega ad un’iniziativa più ampia, una giornata e mezzo di studi sulle Teorie del comico, cui parteciperanno dieci relatori, incluso il sottoscritto, che si terrà alla Federico II (nella sede dell’ex Facoltà di Economia) il 21 marzo pomeriggio (inizio alle ore 15) ed il 22 mattina e pomeriggio, organizzata da Francesco Fiorentino (Università di Bari), Antonio Gargano (Università di Napoli Federico II), Silvia Carandini (Università di Roma La Sapienza). Ricordo che questa iniziativa è stata promossa dall’Associazione Sigismondo Malatesta e dall’Università Federico II”, spiega il prof. Paolo Amalfitano, ordinario di Lingua e Letteratura Inglese, promotore del corso (le lezioni si terranno presso lo studio – il numero 404 – del docente in via Duomo 219 dalle ore 15 alle 18).
Il seminario, dunque, ripropone i risultati della ricerca “malatestiana”. Si parte dalla questione di base del comico e più in generale del riso, considerando, nella fattispecie, la visione freudiana che vede la distinzione in più domini di ciò che costituisce l’intero campo della provocazione del riso. La ricerca ha come scopo quello di approfondire il punto di vista freudiano attraverso analisi testuali, diverse visioni storico-letterarie, cercando di verificare gli ambiti ed i campi in cui si è sviluppato il concetto di comico, di riso. Saranno date varie risposte ad altrettanti quesiti in cui si intrecceranno storia, letteratura e filosofia. Partendo da un punto lontano nello spazio\\tempo, ci si interrogherà sul motivo per il quale il modello di comicità aristofanesca, nonostante il prestigio dell’autore, è stato così poco presente per secoli nella cultura europea. Ed ancora: è possibile un riso in assenza di codici di riferimento morali e sociali, basato solo sulla violazione della congruità razionale? Un riso non tendenzioso o ultra-tendenzioso? Potrebbe essere il caso del cosiddetto teatro dell’assurdo? Continuando: può esserci un rapporto tra il riso e la dottrina degli stili, che è al centro delle pagine che compongono il capolavoro critico di Auerbach?
Insomma, percorso complesso, ma dall’indubbio fascino e carisma. A rendere ancora più attraente la materia è proprio la presenza del prof. Amalfitano. Gli anglisti de L’Orientale sanno di chi si parla, il professore è tra i “Magister” dell’Ateneo. Chi abbia mai avuto la fortuna di seguire i suoi corsi conosce bene il mondo parallelo in cui ci si immerge, la dimensione fatta di personaggi romanzeschi, di atmosfere filtrate da pagine più o meno antiche, di interpretazioni e salti concettuali. Nel fluire appassionato del suo parlare si può incontrare con molta facilità James Bond – testimonial ufficiale del concetto di “Verosimiglianza” – o perdersi improvvisamente lungo una strada su cui cammina una “muuuuucca” – “e questa muuuuucca che camminava sulla strada”, parte dell’incipit di Dedalus di James Joyce.
Alessandra Avolio
Il seminario, dunque, ripropone i risultati della ricerca “malatestiana”. Si parte dalla questione di base del comico e più in generale del riso, considerando, nella fattispecie, la visione freudiana che vede la distinzione in più domini di ciò che costituisce l’intero campo della provocazione del riso. La ricerca ha come scopo quello di approfondire il punto di vista freudiano attraverso analisi testuali, diverse visioni storico-letterarie, cercando di verificare gli ambiti ed i campi in cui si è sviluppato il concetto di comico, di riso. Saranno date varie risposte ad altrettanti quesiti in cui si intrecceranno storia, letteratura e filosofia. Partendo da un punto lontano nello spazio\\tempo, ci si interrogherà sul motivo per il quale il modello di comicità aristofanesca, nonostante il prestigio dell’autore, è stato così poco presente per secoli nella cultura europea. Ed ancora: è possibile un riso in assenza di codici di riferimento morali e sociali, basato solo sulla violazione della congruità razionale? Un riso non tendenzioso o ultra-tendenzioso? Potrebbe essere il caso del cosiddetto teatro dell’assurdo? Continuando: può esserci un rapporto tra il riso e la dottrina degli stili, che è al centro delle pagine che compongono il capolavoro critico di Auerbach?
Insomma, percorso complesso, ma dall’indubbio fascino e carisma. A rendere ancora più attraente la materia è proprio la presenza del prof. Amalfitano. Gli anglisti de L’Orientale sanno di chi si parla, il professore è tra i “Magister” dell’Ateneo. Chi abbia mai avuto la fortuna di seguire i suoi corsi conosce bene il mondo parallelo in cui ci si immerge, la dimensione fatta di personaggi romanzeschi, di atmosfere filtrate da pagine più o meno antiche, di interpretazioni e salti concettuali. Nel fluire appassionato del suo parlare si può incontrare con molta facilità James Bond – testimonial ufficiale del concetto di “Verosimiglianza” – o perdersi improvvisamente lungo una strada su cui cammina una “muuuuucca” – “e questa muuuuucca che camminava sulla strada”, parte dell’incipit di Dedalus di James Joyce.
Alessandra Avolio