Lotta per la conquista di un posto a sedere fin dalle 7.30 del mattino. Seguire alcuni corsi “è una tortura”

Conclusi gli esami, a Giurisprudenza le aule sono di nuovo sovraffollate. E ripartono le corse per accaparrarsi il famigerato posto a sedere. A farne maggiormente le spese, gli studenti di quelle discipline che quest’anno contano una cattedra in meno. A lezione di Diritto Finanziario (8.30-10.30), c’è chi aspetta fuori l’aula dalle 7.30 del mattino. Le cattedre, nel corso degli anni, si sono ridotte da 4 a 3, fino a diventare 2 (A-L prof. Manlio Ingrosso ed M-Z prof. Fabrizio Amatucci), nell’anno accademico in corso. “Le aule seppur capienti – afferma Manila Scapece – non riescono a contenere un numero di studenti così elevato. La disciplina, prevista al secondo anno, viene spesso seguita da ragazzi di anni successivi. Da qui ha origine il caos. Ben 300 studenti sono ospiti di un’aula che al massimo può contenerne la metà”. “Le cose peggiorano progressivamente – commenta Fabrizio De Dominicis – Lo scorso anno seguivo il corso seduto per terra, quest’anno a stento riesco ad entrare in aula. Purtroppo sono stato bocciato all’esame e, cambiando docente, voglio seguire nuovamente le lezioni”. All’apertura dei cancelli, si spinge per farsi spazio. “I bambini della scuola elementare sono più disciplinati – ironizza Marcella Pirotti – La colpa però non è tutta di noi studenti, se avessimo più cattedre, potremmo dividerci meglio, senza scalpitare”. “In questo marasma non si riesce nemmeno a seguire bene – racconta Giacomo Diana – Le porte si aprono di continuo, è tutto uno spostarsi, un farsi più in là per cercare spazio. Che brutta storia! Fin dalle 8 del mattino, c’è chi occupa più posti possibili per i colleghi. Chi come me non conosce nessuno, è costretto a farsi due ore con il sedere per terra”. Finanziario è da sempre uno dei corsi più seguiti ed amati dagli studenti, “perché è una materia sempre dinamica, che permette di spaziare su tantissimi argomenti – spiega Nunzia Giordano – Una volta seguire questo corso era un piacere, oggi è una tortura, considerando il rapporto docente-discenti, completamente impari”. “Abbiamo fatto una stima approssimativa – incalza Carlo Colucci – Ogni docente ha a lezione un numero pari quasi a 200 studenti (solo per il secondo anno). Se si aggiungono i frequentanti degli anni successivi, superiamo i 400 studenti. Un rapporto da 1 su 400, una condizione assurda che non consente di assicurare a tutti pari opportunità di apprendimento. Dimezzare le cattedre è stata proprio un’assurdità”. 
Scienza delle
Finanze
Non seguire 
equivale ad un 
gesto “kamikaze”
Non vanno meglio le cose al terzo anno. I corsi di Scienza delle Finanze, ripartiti in due cattedre (sempre A-L prof. Gaetano Stornaiuolo ed M-Z prof.ssa Francesca Stroffolini) sono super frequentati. “La materia è così difficile che sarebbe impensabile stare a casa e studiare da soli – dice Cristina Lubrano – Per questo preferisco seguire due ore ‘soffocata’ dai colleghi, anziché perdere il filo degli argomenti”. “Sono seduta su questa sedia da quattro ore – dice Pia Zucconi – Ho seguito il corso precedente, pur avendo già sostenuto l’esame di quella disciplina, per accaparrarmi un posto a sedere. Ormai vengo all’Università la mattina presto ed occupo più posti possibili, la prof.ssa Stroffolini è nuova, per conoscere il suo metodo di studio, dobbiamo per forza di cose seguire”. Dello stesso avviso Mario Valenti: “è il primo anno che la professoressa fa lezione qui da noi. Non conosciamo nulla dei suoi programmi e di ciò che più le preme in sede d’esame. Anche per questo ‘sopporto’ la pressione dei miei colleghi. Devo assistere personalmente alle spiegazioni, tanto più che ci rapportiamo ad una disciplina difficilissima, che miete non so quante vittime ogni anno”. “Circa la metà di chi sostiene la prova non riesce ad ottenere la promozione – aggiunge Carmelo Storano – Siamo qui perché non seguire equivale ad un gesto kamikaze. Meglio le folli corse all’ingresso, le sedute su sgabelli di fortuna, il sedere piatto, anziché presentarsi sprovveduti in sede di prova”. Una nota di rammarico nella voce di Pamela: “Anni fa ho seguito il corso, ricordo che c’erano più cattedre e la situazione era, di sicuro, più vivibile. Poi sono stata bocciata ed ho accantonato per alcuni anni il corso e l’esame. Oggi, a pochi mesi dalla laurea, mi ritrovo a seguire delle lezioni super affollate, dove chi arriva prima riesce a seguire meglio. A 28 anni mi ritrovo a scalpitare in aula, proprio come a 18, ai tempi di Diritto privato. Con dispiacere devo ammettere che le cose sono peggiorate con il passare degli anni”. 
Solo posti in piedi anche per Procedura Civile. “Mi aspettavo una folla scalpitante ed ho trovato quasi una ressa fuori ai cancelli – racconta Giuseppina Pioli – Sono arrivata in Dipartimento alle 7.30 (i corsi iniziano un’ora dopo) e già c’era chi faceva il diavolo a quattro per poter entrare in aula. Alle 8.00 le prime file erano già occupate, dopo un po’ c’era posto solo in piedi. A queste lezioni occorre arrivare molto in anticipo, altrimenti rischi di restare fuori”. Gli animi di chi è presente in aula sono surriscaldati. Dice Luca Baiano: “Al nervosismo di non trovare posto a sedere, si accompagna la paura di non capire bene, se non si è tra le prime file. Inoltre, si avverte la frustrazione di chi magari non è riuscito a superare la prova e a 30 anni si ritrova ancora a fare le corse per seguire una lezione. I ragazzi, specialmente quelli come me che frequentano da un bel po’, sono stanchi di vedersi negati il diritto di apprendere in una situazione comoda”. “La comodità con cui si seguono le spiegazioni – incalza Rossana Migheli – è direttamente proporzionale al grado di attenzione che si riesce a mantenere durante il corso. Più si è comodi, più si apprende meglio e le ore sono maggiormente fruttuose. Purtroppo, invece, siamo costretti ad arrangiarci, sfidando poi la sorte in sede d’esame”. 
Tre soli 
docenti per
 Procedura Penale
C’erano una volta 5 cattedre con 5 docenti, le cattedre sono passate, poi, a 4 con altrettanti docenti. Ora sono 4 le cattedre ma il numero dei docenti si è ridotto a tre. È quanto accaduto a Procedura Penale, insegnamento del quarto anno. Il prof. Guido Pierro, infatti, è titolare di due cattedre: la I (D-K) e la II cattedra (L-P). “L’aula Ottagono ogni mattina – commenta Gianluca Esposito – è letteralmente invasa dagli studenti. Il docente, pur tenendo due corsi in due orari diversi, finisce per concentrare i ragazzi in sole due ore, di solito le prime. In questo modo si assiste ad un vero e proprio arrembaggio, chi arriva prima è fortunato perché è sopravvissuto al marasma generale”. “Ciò che succede ogni mattina ha dell’incredibile – dice Giuliana De Felice – Da quando c’è stato quest’ulteriore accorpamento delle cattedre, alle lezioni è una bolgia completa. Nelle prime due ore si concentrano gli studenti di due cattedre, sfiorando quasi le 400 presenze. Ma come si fa a seguire quando tutt’intorno è una spinta continua?”. Parole dure anche quelle di Milena Della Ragione: “Sembra di essere ritornati indietro nel tempo, al primo anno di corso, dove tutto era pura follia. All’epoca c’era entusiasmo, oggi, invece, c’è solo rabbia per non poter seguire in modo dignitoso. Poi i docenti lamentano un calo della frequenza. Vorrei ben vedere, come si fa a prendere appunti con un continuo bisbigliare, accompagnato da spinte e lamentele? Per non parlare poi della questione sicurezza, quando ci si trova in un’aula stipata di studenti”. “Purtroppo dobbiamo prendere la situazione con pazienza – dichiara Valentino Scamardella – Queste discipline sono super seguite perché estremamente importanti. Preferisco fare le corse, sorbirmi due ore di lezione in piedi, pur di non studiare da solo. Chi vuole sfruttare appieno le risorse offerte dal corso, non ha altra via d’uscita. Dovrà abituarsi a tre mesi di confusione e stanchezza, sperando che, almeno in sede d’esame, tanto penare sia servito a qualcosa”. 
Susy Lubrano
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