Mangiare a mensa

Nonostante alcune scomodità, legate soprattutto alla raggiungibilità della sede, il complesso di Monte Sant’Angelo ha degli indiscutibili vantaggi. Fra questi i punti ristoro. Quest’anno sono quattro le mense attive, per un totale, approssimativamente, di circa quattrocento posti a sedere. Due di queste, sebbene frequentate da quanti gravitano nel Complesso, sono nominalmente considerate di Economia, una perché si trova proprio nell’edificio in cui sono dislocati i Dipartimenti, l’altra perché vicina alle aule in cui fanno lezione gli studenti della Facoltà. I pareri che abbiamo raccolto su qualità e servizio sono discordanti, ma tutti concordano su un punto: i prezzi sono convenienti, nonostante l’incremento da 2,50 a 3 euro per un pasto completo con la tessera Adisu e, in rapporto alla qualità, ragionevoli. “I costi, nell’ultimo anno, sono aumentati e, sebbene la qualità sia abbastanza buona, preferisco la salumeria”, sottolinea Lino Grieco, studente di Economia e Finanza. “Non sono molto soddisfatto. I panini sono secchi, poco abbondanti e cari, costano 1,80 euro. Prendere un primo, invece, è conveniente, solo 1,50 euro. Il vero problema è che le mense sono lontane. Seguiamo alle aule T e dobbiamo fare un viaggio per arrivare a mensa e tornare in aula se abbiamo un’esercitazione. Ci vorrebbe una navetta”, dice Angelo Testa, studente di Economia Aziendale. Gabriele Viaggiano, iscritto ad Economia e Commercio, non è molto convinto di tutto quello che trova: “ho sempre comprato solo panini, ma lasciano un po’ a desiderare. Quando arrivo a fine lezione, praticamente alle due, è finito tutto, soprattutto i panini con i salumi e i formaggi freschi, che sono abbastanza buoni. Trovo solo quelli con la cotoletta che non si capisce se sia di carne o di pesce”. Luigi Casolaro, primo anno di Economia Aziendale, si lamenta della folla all’ora di pranzo: “credo che solo per noi del primo anno ce ne vorrebbe una a parte”. Non tutti registrano, però, gli stessi disagi. “Il servizio nelle ore di punta è un po’ lento, ma non potrebbero esserci più mense, il guadagno sarebbe troppo scarso e, con una mensa enorme a disposizione, non si riuscirebbe ad avere nemmeno cibo fresco, avanzerebbe sempre tantissima roba dal giorno prima – interviene Claudio Marzano, studente di Economia Aziendale, molto soddisfatto del servizio – Il rapporto qualità-prezzo è ottimo perché tre euro per un pasto completo non sono niente. Le mense, però, non sono tutte uguali. Quella dei Centri Comuni è buona, così come a Biologia che, per di più, è spaziosa. Quella di Chimica non mi piace”. “I costi sono competitivi rispetto al servizio. Un pasto intero è buono e conveniente e anche la folla all’ora di pranzo è ben gestita”, aggiunge Salvatore Doriano, iscritto ad Economia Aziendale. Diversi studenti notano un significativo miglioramento. “La gestione e la qualità sono migliori”, commenta Roberta Codella, terzo anno di Economia Aziendale. “Siamo mediamente soddisfatti, soprattutto al confronto con l’anno scorso. Anche i prezzi sono abbastanza buoni”, aggiunge Claudio Marrone, iscritto ad Economia e Commercio. Qualcuno, in passato, ha avuto anche delle brutte esperienze, come Flavia Monte, secondo anno di Scienze del Turismo: “preferisco portarmi un panino da casa, perché l’anno scorso ho trovato un pelo nel piatto e questa cosa mi ha suggestionato parecchio. Quest’anno ho mangiato in mensa solo una volta”. Agli studenti fuori sede una mensa può cambiare la vita: “la mensa tutti i giorni è una comodità ed il prezzo è ottimo”, fa notare Rosangela Macchia, studentessa di Scienze del Turismo.
Simona Pasquale
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