Marcello, Angelo e Gerardo: i più bravi laureati triennali di Ingegneria

Anche quest’anno la Facoltà di Ingegneria premia i migliori laureati triennali in collaborazione con l’Unione Industriali. Nel pomeriggio di mercoledì 16 dicembre presso l’Aula Magna, Marcello Montanino, Angelo Di Bernardo e Gerardo Mescuzzi – gli studenti selezionati attraverso un meccanismo automatico che individua, per ciascuna delle tre Classi di studi, la media migliore e il maggior numero di lodi -, riceveranno il libro sulla storia della Facoltà e un attestato dedicato alla memoria di tre Maestri di Ingegneria, i professori Elio Giangreco, Guglielmo D’Ambrosio e Gaetano Alfano (rispettivamente per il settore civile, dell’informazione e industriale). Accanto ai tre premiati, anche diciassette menzionati, ragazzi che hanno comunque conseguito la laurea triennale nei tempi previsti e con una media superiore al 29. Si tratta di Alfredo Lamberti, Michele Pecchia, Giovanna Lo Conte, Riccardo Signore, Francesco Maddaluno, Angelo Mezza, Annarita Savanelli, Luca Tiso, Antonio Scognamiglio, Nadia Perillo, Giuliana Faiella, Gennaro Verde, Giovanni Scotto Di Carlo, Imma Budillon, Davide Formisano, Serena Ferraro, Emilio Di Lorenzo. 
La media
 sfiora il 30!
I TRE PREMIATI. “Iscrivermi ad Ingegneria è stato un azzardo. Non sapevo nemmeno bene cosa si studiasse”, confessa con un po’ di imbarazzo Angelo Di Bernardo, studente della Specialistica in Ingegneria Biomedica, vincitore del premio D’Ambrosio come migliore laureato triennale nell’area dell’informazione. Originario di Frattamaggiore, ha concluso il primo ciclo di studi con 11 lodi e la media del 29,8 ma con la sua scelta ha tradito il suo primo amore, la matematica. All’ultimo anno di liceo, infatti, è stato finalista alle Olimpiadi nazionali di Matematica e il primo classificato per la Campania. “Risolvere un problema dà una soddisfazione tutta particolare. Sei da solo con te stesso e se ci riesci vinci una sfida che ti forma e ti appaga”, dice. Avrebbe studiato Matematica “ma ho cambiato idea su consiglio dei miei genitori ed ho scelto un Corso che mi sembrava innovativo e interdisciplinare”. Non si è pentito. Una grande soddisfazione anche lavorare alla tesi di laurea svolta con il prof. Ovidio Bucci, con cui si è occupato di un sistema per misurare, mediante campi elettromagnetici, le proprietà di alcune nanomacchine, “fondamentalmente per iniettare dei farmaci solo in alcuni punti precisi. Ho collaborato con un vero scienziato, come ce ne sono tanti in Facoltà, dal Presidente di Corso Bracale al prof. Fusco, matematico di fama internazionale”, spiega. Dopo la laurea spera in un Master, anche all’estero, nell’area gestionale o in Business Administration. Aspira a lavorare in azienda. “Sto studiando l’inglese apposta”. Un consiglio ai suoi colleghi: non rinunciare alla propria vita extra-universitaria. “Cinque anni fa praticavo body building, poi ho dovuto lasciare perché le lezioni in Facoltà finiscono tardi. Comunque credo sia giusto lasciare spazio anche ad altro e non trascurare le amicizie. Il rischio: diventare triste e solo, con il libretto pieno di trenta ..… e non è bello”.  
– Marcello Montanino è il vincitore del premio come migliore laureato triennale dell’area civile dedicato a Elio Giangreco. Laureato in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio (29,57 di media con 14 lodi), è iscritto alla Specialistica in Ingegneria Civile, ramo trasportistico. Napoletano, 22 anni, dice di aver scelto questa strada consapevole delle difficoltà che comporta, dal momento che il padre è ingegnere alla Provincia, ma affascinato “dalla figura dell’ingegnere come fautore di invenzioni e metodologie per risolvere problemi. Col passare del tempo questa idea si è scontrata con la realtà, ma continuo a studiare con piacere, senza stancarmi. Per questo posso fare anche altro”. E di interessi Marcello ne ha parecchi: suona la chitarra in un gruppo funky e, fino all’anno scorso, quando gli infortuni l’hanno bloccato, ha giocato a basket in promozione e serie D. Ha lavorato anche come addetto stampa nel settore sportivo. Parla del suo settore di studi con entusiasmo: “da noi ci sono personalità di rilievo che farebbero invidia a qualunque università – Lamberti, Montella, Cascetta. Alla Triennale ho avuto la fortuna di svolgere una tesi con il prof. Rodolfo Grossi su un tema di ricerca nell’ambito della sicurezza stradale, per il quale non esistono ancora veri e propri corsi”. La passione non impedisce però di notare ed evidenziare criticità nel percorso di studi. “Sono stato l’unico del mio corso a terminare il triennio in tempo. Se in tanti non ce la fanno, vuol dire che ci sono delle problematiche cogenti nel sistema”, dice senza mezzi termini. Sulla riforma: “Siamo stati usati come cavie. L’ho detto spesso ai miei professori e spero di poterlo ribadire al Preside, anche se non è colpa sua, nel corso della cerimonia. In questi anni, mi sono sentito una spugna, appena superato un esame, ne cominciavo subito a preparare un altro”. In futuro sogna di vincere un dottorato e magari di trasferirsi all’estero, “oppure di sfondare nella musica”.
– Gerardo Miscuzzi, 23 anni, casertano, con le sue 12 lodi e la media del 29,8, si aggiudica il premio Gaetano Alfano come migliore laureato triennale dell’area industriale. Sta completando gli studi in Ingegneria Navale, perché “fin da piccolo ho sempre avuto la passione per la nautica da diporto, gli yacht per intenderci, anche se noi avevamo un gommoncino. Poi ho scoperto altri settori, ad esempio quelli strutturistici, per realizzare architetture e strutture off-shore come le piattaforme petrolifere”. Spera di riuscire a diventare progettista o di specializzarsi in gestione aziendale. Consiglia a chiunque voglia seguire la stessa strada di avere costanza e tanta motivazione. Nel tempo libero suona la tastiera e coltiva la passione per le auto d’epoca, in particolare per la sua Bianchina.
MENZIONI DI MERITO. Tra i diciassette laureati che riceveranno la menzione di merito, Davide Formisano, 22 anni, napoletano, media del 29 e 5 lodi, è iscritto alla Specialistica in Ingegneria Navale. Ha scelto questi studi incoraggiato dal professore di Fisica del liceo. La sua passione per l’approccio sperimentale l’ha scoperta a scuola, in laboratorio. Per l’indirizzo ha seguito la tradizione familiare: “nella mia famiglia lavorano tutti in questo settore, alla Capitaneria di porto o nei cantieri, ma nessuno è ingegnere”. Sogna di lavorare come progettista: “in genere i giovani vengono assegnati alla produzione, perché è un lavoro sporco, che si fa in tuta, ma io spero di lavorare in giacca e cravatta”. Ha svolto la tesi di laurea triennale in ambito strutturale con il prof. Masino Mandarino. “Mi è piaciuta molto la materia ed il professore ha un bel rapporto con gli studenti, molto umano”. Nonostante la sua brillante carriera, “all’inizio qualche esame non è andato proprio per il meglio, non avevo ancora esperienza e non ho rifiutato qualche voto”. Consigli per essere così bravi? “Bisogna essere convinti di quello che si fa e non lasciarsi trasportare dal caos dei primi tempi. Se si ritiene di avere delle potenzialità, bisogna impegnarsi e sopportare qualche sacrificio. L’università deve essere la prima attività. Per studiare ho lasciato il nuoto, solo l’anno scorso ho potuto riprenderlo”.
– Angelo Mezza, 22 anni, media del 29,3 con 6 lodi, è di Melizzano in provincia di Benevento. Frequenta l’ultimo anno della Specialistica in Ingegneria strutturale e Geotecnica. “Ho scelto Ingegneria perché ho sempre avuto interesse per le strutture e i modelli”. Ha svolto una tesi in ambito geotecnico con il prof. Ramondini sulle rocce tenere dell’Italia meridionale, in particolare le calcariniti, molto diffuse in Calabria e Sicilia. Non ha ancora un’ambizione precisa se non l’idea di “volere realizzare qualcosa di grande. Un progetto importante di una struttura non ordinaria, come un ponte o un grattacielo”. A chiunque volesse intraprendere una strada simile alla sua, consiglia di non scoraggiarsi, soprattutto al primo anno, il più difficile, “soffri il cambio di ritmi e di abitudini, non conosci nessuno e non sai come funziona l’università. Io ce l’ho fatta perché avevo intorno a me delle persone che mi hanno incoraggiato”. Ogni fine settimana torna a casa, presso l’azienda agricola dei genitori dove ama andare a cavallo in libera escursione.
– Giovanna Lo Conte, Specialistica in Ingegneria Biomedica, ha 23 anni e viene da Ariano Irpino, in provincia di Avellino. La sua media: 29,6 con 8 lodi. Passione per la scienza e voglia di lavorare in ospedale: da qui la sua scelta universitaria. “Mi interessano gli impianti e dispositivi ospedalieri. Ho scelto il curriculum in questo settore e spero di lavorare in ospedale, alla gestione e manutenzione delle apparecchiature. In ogni caso, la preparazione che ci offre questa Facoltà è così vasta che tutti noi sapremo adattarci anche a fare altro”. È riuscita ad ottenere risultati così brillanti affrontando lo studio come se fosse un lavoro. “Approfondisco sempre gli argomenti”, dice. Nel corso della stesura della tesi ha scritto un software per la misura del campo elettromagnetico prodotto dagli elettrodotti, svolgendo simulazioni. Ama lo sport e nel tempo libero pratica nuoto o la corsa.
– Impegno e passione. Sono questi gli ingredienti per far bene suggeriti da Luca Tiso, 23 anni, originario di Ariano Irpino, che ha conseguito la laurea triennale in Ingegneria Gestionale con la media del 29,25 e 5 lodi. “Ho sempre avuto la passione per gli aspetti manageriali, per lo studio di bilancio e l’analisi di costi e ricavi ma in un’ottica analitica, più vicina alla matematica e alla microeconomia che all’economia nel suo complesso”. Studiare e non scoraggiarsi, i consigli più preziosi che Luca si sente di dare: “si deve studiare tanto, giorno per giorno, sostenendo gli esami man mano che si presentano senza perdere però d’occhio la propria vita, le amicizie e gli interessi”, aggiunge ancora lo studente che è appassionato di Informatica e motociclismo e spera un giorno di lavorare presso un’industria produttrice di moto e auto.
Simona Pasquale
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