Matricole al banco di prova: al via i primi esami

“L’ingresso nel mondo accademico ha rovesciato la mia vita da studente: corsi a libera frequenza, ambiente nuovo con cui familiarizzare, ma soprattutto nuovo approccio allo studio e piena autonomia nella scelta della data per le verifiche del profitto”, afferma Elena Imparato, iscritta al primo anno di Relazioni internazionali e diplomatiche e in attesa fuori dall’aula Matteo Ripa di sostenere il suo primo esame di Sociologia con il prof. Mauro Di Meglio. “Ho seguito il corso sporadicamente – prosegue la studentessa – però già me ne pento, poiché ci sono alcuni concetti che adesso mi risulterebbero sicuramente più chiari se fossi stata sempre presente in aula. Inoltre il programma, che affronta le principali questioni interpretative relative al cambiamento sociale su larga scala e nel lungo periodo, è molto ampio e richiede un bel po’ di tempo per memorizzare bene tutto”. “Secondo me – continua la studentessa – il segreto per affrontare serenamente il proprio iter universitario è imparare a gestire la quantità, ma soprattutto la qualità del tempo di studio”. Note di amarezza si registrano tra chi, purtroppo, ha già dovuto sperimentare le prime bocciature ed è al suo secondo, ma anche ultimo, tentativo, almeno per questa sessione, di superare l’esame. “Oggi (14 febbraio) – racconta Stefano Mitra, in attesa questa volta di portare a casa l’esame di Sociologia – spero vada meglio. Allo scorso appello (28 gennaio) mi è stato contestato di non aver sviluppato un’adeguata capacità critica interpretativa”. “Tuttavia – aggiunge lo studente – da come ho potuto constatare, sia dalla mia esperienza che da quella altrui, i parametri di giudizio del docente si riducono a tre possibilità: 26, 30 o bocciatura, per cui le possibilità di superare l’esame si riducono ulteriormente”. Inoltre, dice agli altri presenti, “rimuovete l’immagine del docente tranquillo del corso, perché in seduta d’esame il professore è molto più formale ed esigente”. L’aula Matteo Ripa è gremita, e i prenotati temono di non riuscire a sostenere tutti l’esame in giornata. Qualcuno lamenta: “un appello così affollato non offre le condizioni ideali per essere esaminati”.
L’ansia da prestazione serpeggia anche tra i colleghi che attendono l’inizio dell’appello di Istituzioni di diritto pubblico. A causa dell’alto numero di frequentanti c’è stato uno sdoppiamento di cattedra, per cui gli studenti con cognomi A-G seguono il corso e sostengono l’esame con la prof.ssa Emma Imparato e i restanti H-Z, invece, fanno riferimento al prof. Francesco Zammartino. Tra i presenti non manca chi, in virtù di voci di corridoio che definiscono un docente “più tosto” rispetto ad un altro “più flessibile”, attribuisce all’iniziale del proprio cognome la principale responsabilità dell’esito positivo o negativo dell’esame. “Chi crede che l’esame di Diritto sia solo una serie di nozioni da imparare mnemonicamente si sbaglia – racconta Federico Landolfo subito dopo aver sostenuto l’esame – C’è bisogno di applicare a casi concreti le nozioni teoriche acquisite”. Tutto sommato, prosegue lo studente, “sono abbastanza soddisfatto di aver inaugurato il libretto con un 25”. “I conflitti di attribuzione e la differenza del funzionamento tra il processo incidentale e in via diretta – racconta Anna Salzano – sono state due domande che mi hanno messa un po’ in difficoltà e alle quali ho risposto in maniera parzialmente corretta, per cui ho deciso di rifiutare il 21. Credo che ai fini del voto di laurea sia fondamentale coltivare una buona media degli esami”. 
Il chiacchiericcio di fondo nel ripetere gli ultimi argomenti prima di essere il prossimo, le domande a chi ha appena sostenuto l’esame per capire “come si articola l’esame e com’è il professore di voti”, tengono impegnati gli studenti di Scienze Politiche che il 14 febbraio si sono presentati all’appello d’esame di Sistemi economici e comparati ed Economia e Politica dello Sviluppo con il prof. Pietro Masina. Il dibattito sulla crisi attuale, le alternative all’austerity e le differenze tra le economie internazionali sembrano essere le domande più ricorrenti. “Per questo esame – racconta Anna Di Domenico, esaminanda di Economia e Politica dello sviluppo – ho seguito il metodo delle mappe concettuali, che mi consente di schematizzare e memorizzare più facilmente le varie nozioni. Tuttavia ho avuto delle difficoltà per i saggi scritti in lingua inglese”. “Ho seguito il corso e studiato passo dopo passo – racconta Laura Carbone – Per i frequentanti c’è la possibilità di presentare all’orale un proprio elaborato, che rappresenta il punto di partenza della verifica. È un esame che offre la possibilità di sviluppare un proprio pensiero critico e di vivere in maniera più cosciente la realtà che ci circonda”. Ai suoi colleghi, la studentessa, che è stata promossa con un bel 28, consiglia “vivamente di frequentare i corsi, sia per facilitarsi il lavoro individuale e sia per avere maggiore visibilità nei confronti del docente”.
Rosaria Illiano
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