Medicina parla inglese

Vengono dall’Egitto, da Israele, dalla Finlandia o dalla più vicina Inghilterra. Sono 23 in totale gli studenti del nuovo Corso di Laurea di Medicina e Chirurgia in lingua inglese della SUN. Una minoranza di posti, ovvero 8 su 30, è stata riservata agli studenti italiani che hanno preferito seguire il corso in lingua, il resto agli stranieri. I motivi che spingono a questa scelta sono i più disparati e variano a seconda del paese di provenienza. “Ho scelto questo Corso perché mi apre più possibilità. Al termine conseguirò un titolo internazionale che mi permetterà di operare in tutta l’Europa, anche in America ma con qualche difficoltà burocratica da superare”, afferma Christina A. Goodyear, studentessa italo-americana. “È proprio negli Stati Uniti che mi piacerebbe lavorare, anche se adoro seguire qui in Italia”. Una classe, non un Corso, che è l’esempio tangibile d’integrazione nel nostro paese. “Siamo molto legati, siamo in pochi, ci aiutiamo, ci passiamo appunti o risolviamo dubbi a vicenda. Ad esempio, io che parlo bene l’italiano e l’inglese aiuto i miei colleghi ad interagire con la struttura universitaria, loro invece mi danno una mano a scaricare file che non trovo su internet, perché sono molto bravi con il computer”, continua Christina. La ragazza è convinta che il Corso permetta agli iscritti una corsia preferenziale in alcune circostanze: “Tralasciando la maggiore spendibilità del titolo, siamo privilegiati rispetto ai ragazzi che studiano Medicina al Corso tradizionale, già solo per le operazioni di routine. Infatti, loro sono in tanti con un’unica segreteria ed un solo sportello, noi, invece, abbiamo una segreteria a parte”. Per forza di cose, essendo pochi, vengono anche seguiti maggiormente dai docenti. “I professori possono portarci in laboratorio, cosa che non è valida per gli altri, ed avere esperienza pratica per noi è importantissimo”. La conoscenza della lingua apre anche ad esperienze ludiche. “Interagiamo più facilmente con gli studenti Erasmus, tant’è vero che spesso facciamo loro da guida all’interno dell’Università e per ricambiare ci invitano alle feste”. Christina è felice dell’esperienza che sta facendo ed orgogliosa di dare lustro al nome della SUN all’estero, “quando me ne sarà data occasione”.
Alcuni ragazzi sono entrati con lo scorrimento, oppure, tramite le graduatorie unificate, hanno sostenuto il test a Pavia o Milano e sono venuti a studiare a Napoli. Mariarosaria Magaldi, invece, ha superato il test nella sua città e ha scelto il corso perché ha un’ottima conoscenza della lingua, che vuole spendere imparando la professione di cardiologa per esercitarla all’estero: “Mi aspettavo un inglese più maccheronico a lezione, invece i docenti parlano benissimo la lingua. Inoltre sono più disponibili che negli altri Corsi di Laurea. Ogni volta che li contattiamo, di persona o tramite mail, sono pronti a chiarirci dubbi”. 
Le motivazioni che spingono gli stranieri ad iscriversi alla SUN sono il costo non eccessivo, né troppo competitivo. “Qui in Italia è più economico e più facile entrare all’Università rispetto al mio paese. In Israele la selezione è spietata. Gli Atenei, per raggiungere la fama, hanno la convinzione che basti non ammettere, infatti al Corso di Medicina partono in 600 e solo in 50 arrivano ad esercitare la professione”, spiega Victor Yaroshetsky, proveniente da Ashkelon. Il ragazzo prima di iscriversi ha dovuto superare tre anni di leva militare obbligatoria. Si dice molto soddisfatto dell’esperienza appena iniziata a Napoli: “La città è piacevole ed i docenti sono divertenti. Il corso che mi ha colpito di più è stato quello di Biologia”. Dall’Inghilterra arriva invece Bolas, già con una laurea nel curriculum. Racconta: “Mi sono laureato in Biologia a Londra, ma nel nostro paese abbiamo un sistema particolare. Per frequentare alcuni Corsi chiedi una specie di prestito, che devi restituire appena inizi a lavorare, una volta conseguito il titolo; altri, invece, come quello di Medicina, sono davvero troppo costosi e competitivi”. Bolas avrebbe dovuto pagare 9.000 sterline l’anno solo per le tasse universitarie, soprattutto per questo si è iscritto qui in Italia. Diversa è la storia di Saif Jamal, anche lui venuto da Londra: “ho una laurea in Scienze Biomediche e anche più di un Master. Il medico che mi ha seguito in Inghilterra è italiano e mi ha consigliato di iscrivermi a questo Corso perché stavo abbandonando l’idea di studiare Medicina, dato che era troppo costoso nella mia città”. Il ragazzo ha le idee chiare: “mi laureerò qui e seguirò il tirocinio obbligatorio di due anni in Inghilterra, prima di accedere alla Scuola di Specializzazione. Comunque ci tengo a sottolineare che è un’esperienza meravigliosa vivere e studiare qui, e non la dimenticherò facilmente”.
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