Meglio all’Astra che seduti a terra

Lezione nei cinema? Si grazie, se vale un posto a sedere in sala. Traumatizzati da mesi di corsi stipati in aule incapaci di contenerli, appollaiati sulle scale per ascoltare il docente di turno, buttati a terra per prendere qualche appunto, gli studenti della Facoltà di Sociologia accolgono con pacato entusiasmo la novità con cui si sono aperti i corsi del secondo semestre: dal 6 marzo scorso, alcune lezioni del primo anno si tengono nell’ex cinema “Astra” di via Mezzocannone. Una soluzione che la preside Enrica Amaturo ha indicato come “ottimale per fronteggiare il fenomeno del sovraffollamento nelle aule”, ma che i ragazzi accettano con riserva: non ci sono ribaltine per scrivere, l’audio non è dei migliori, mancano ancora le lavagne luminose, i servizi igienici sono in pessime condizioni, impossibile porre domande a lezione. Insomma, a detta loro, l’Astra resta pur sempre una sala cinematografica e non un’aula universitaria.
Alle prese con la questione dell’affollamento ai corsi del primo anno per mancanza di strutture adeguate nella sede di vico Monte di Pietà, da tempo la Facoltà di Sociologia percorre strade diverse per attutire l’urto generato dal boom d’iscrizioni degli ultimi anni. Per porre fine all’indegno spettacolo di studenti in lotta per la conquista di un pezzo di mattonella, si è inizialmente proceduto allo sdoppiamento in due cattedre dei corsi di Statistica, Antropologia culturale e Storia del Novecento. Rimedio che è servito a ben poco. Di qui il ricorso all’Aula Ottagono (sullo Scalone della Minerva), con gli studenti finiti ad accomodarsi perfino sui davanzali delle finestre. Poi l’ultima soluzione, il cinema, un ritorno al passato dai contorni contrastanti: i circa 460 posti di cui dispone l’Astra (260 nella parte inferiore, il resto al piano superiore) sembrano infatti non soddisfare appieno le esigenze degli studenti, che reclamano spazi più consoni per la loro didattica.
Antropologia culturale, Storia del Novecento, Statistica, Storia della filosofia sono i quattro corsi del secondo semestre allocati al cinema Astra. Si comincia alle 9 per terminare alle 17 (ciascuna lezione dura due ore). Un tour de force cui sono costretti gli iscritti al primo anno che afferiscono alla cattedra il cui cognome è compreso tra la “M” e la “Z” del CdL in Sociologia e le matricole di Culture Digitali. Statistica è il corso più affollato, in media 300, 350 studenti alla volta; davvero in pochi, invece, coloro che restano sino alle 5 del pomeriggio per Storia della filosofia. “Seguire all’Astra è una piacevole alternativa a stare seduti per terra. Quanto meno, è una sistemazione più civile di quella dell’aula Ottagono”, commenta Gaetano Quattromani, iscritto al primo anno del CdL in Sociologia, parole condivise un po’ da tutta la popolazione studentesca. “A differenza dell’aula sullo Scalone della Minerva, dove si gelava dal freddo, qui siamo al caldo – fa notare Rossella, anche lei matricola di Sociologia – L’audio però non è un granché. Quel che è peggio, mancano le ribaltine per scrivere, un bel guaio per chi voglia prendere appunti, specialmente durante il corso di Statistica, che resta notevolmente sovraffollato perché frequentato anche da studenti di anni successivi al primo”. 
Tocca, allora, accomodarsi ancora una volta per terra, lungo le scale adiacenti al palco, oppure prendere posto nella sala superiore del cinema, dove però la visibilità è scarsa. Anna, Simone, Nadia, Davide e Gianluca sono studenti al terzo anno di Sociologia. Sono all’Astra per seguire solo Statistica, “perché senza le lezioni è impossibile sostenere l’esame. Pertanto, arriviamo intorno alle 10 del mattino per prendere il posto e ritorniamo poi alle 13, orario d’inizio del corso”. La materia è ostica, si sa, il docente no. Il prof. Giancarlo Ragozini piace, ancor di più le sue spiegazioni. “È chiaro, propone molti esempi”, dichiarano Chiara Manfredi, Titti Visone ed Emilia Sorace, matricole di Sociologia che si affidano al registratore per non perdere una parola del docente. Già, perché in alto si vede poco, ma anche giù, se ci si siede nelle ultime file. “Ci vorrebbero le lavagne luminose, non questa col gesso che ricorda i tempi delle scuole elementari”, protestano Angela e Michela.
Carenti i servizi
igienici e non solo
Il cahier de doléance dei ragazzi prosegue. “Il cinema non è il massimo della comodità – affermano Anna, Marianna, Andrea e Sara Visco, iscritti al primo anno di Culture digitali – La distanza tra una poltrona e l’altra è ridotta, e se per caso si è seduti al centro della fila e scappa la pipì, è una tragedia andare in bagno”. Per risolvere definitivamente la questione, gli studenti di Culture digitali propongono di staccarsi dai corsi di Sociologia, “così evitiamo il sovraffollamento in aula e possiamo usufruire delle strutture di Facoltà”. 
Il cinema inibisce. È questo un altro aspetto sollevato da qualche ragazzo. “Abbiamo vergogna di porre domande – confessa Giulia Venezia, primo anno di Sociologia – perché la cattedra è ubicata in alto rispetto alle poltrone. Bisognerebbe urlare oppure salire sul palco”.  E ancora, “in questo cinema scarseggiano i cestini per la spazzatura”, sbotta la matricola Anna. Per non parlare dei servizi igienici. “Ce ne sono pochi e tenuti male – riferisce l’amica, Stefania – Un bagno è perennemente chiuso; in un altro, scarico e lavandino non funzionano e non c’è mai la carta igienica”. 
Costretti a seguire dalla mattina alla sera, c’è chi auspica di rivedere l’orario dei corsi. “Sarebbe meglio fissare la lezione di Statistica nelle prime ore della giornata. Poiché i corsi sono l’uno di seguito all’altro, siamo costretti a mangiare un panino velocemente nello spacco tra Antropologia e Statistica. Etica e bioetica, inoltre, si accavalla con Antropologia – chiosa Valentina, che ammette – Ci sentiamo isolati dal resto della Facoltà. Non possiamo allontanarci dal cinema per recarci in sede a visionare avvisi e comunicazioni varie, altrimenti rischiamo di perdere il posto. Qualche bacheca di stanza al cinema potrebbe aiutarci”. I suggerimenti, dunque, non mancano. Resta, tuttavia, un problema di fondo. “Non è giusto seguire nei cinema, perché paghiamo le stesse tasse di tutti gli altri studenti della Federico II, ma non usufruiamo dei medesimi servizi”, il laconico commento di Cinzia, matricola di Sociologia.
Paola Mantovano
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