Lezioni sospese per due settimane, a partire dal 14 novembre, ad Economia. Una pausa voluta per consentire lo svolgimento degli esami di novembre, la sessione ritrovata, ma a lungo contesa fra gli studenti, che la reclamavano a viva voce, e i docenti, che lamentano l’interruzione delle attività didattiche. “Novembre è una sessione importantissima, senza la quale si rischia di passare un periodo lunghissimo, da settembre a gennaio, senza dare alcun esame”, afferma Raffaella Roselli, studentessa al terzo anno di Economia Aziendale. Non tutti sono però così soddisfatti dell’organizzazione didattica. “È vero, hanno ripristinato la sessione di novembre, ma soppresso gennaio e concentrato tutte le date in una manciata di giorni a febbraio, dal primo all’otto, e noi in una settimana dovremmo dare tre esami. Impossibile! Successivamente, la prima finestra disponibile è aprile, anzi marzo, perché hanno anticipato le date, ma non tutti le hanno predisposte”, dicono, invece, sconsolati, Mina Maclerio e Davide Mazzaro, primo anno della Magistrale in Economia Aziendale. “Alcuni docenti, per esempio quelli di Diritto del Lavoro, permettono di sostenere l’esame appena terminato il corso a novembre, senza aspettare la sessione invernale, che è ridottissima, con date che si accavallano sempre ed è praticamente attaccata a quella che è, formalmente, la sessione di aprile, ma che, in pratica, viene anticipata a marzo”, spiegano Rita Murolo e Fulvia Matera, terzo anno di Economia Aziendale.
Quali consigli dare, quindi, agli studenti ancora formalmente iscritti al primo anno, in debito di esami, e alle matricole che, a partire da gennaio, si troveranno faccia a faccia con i docenti e le prove da superare? Lo abbiamo chiesto agli studenti ‘anziani’ che hanno dato risposte tutt’altro che scontate. “Sicuramente gli esami fondamentali del primo anno sono Microeconomia e Diritto Privato, il primo perché è da un sacco di crediti, il secondo perché è propedeutico a tutti gli esami di Diritto successivi”, afferma Vittoria Piro, terzo anno di Economia Aziendale, che suggerisce di “non avere pregiudizi, soprattutto nell’affrontare Microeconomia. Quando mi sono iscritta, amici più grandi sostenevano che è una materia difficilissima, che lo si ripeteva anche cinque o sei volte prima di superarlo. Io, però, ho seguito il corso studiando volta per volta e l’ho superato al primo appello con un bel voto. Per riuscirvi bisogna preparare bene tutto, perché lo scritto è bello tosto e l’orale dura anche più di mezz’ora”. “È vero, al primo anno non si deve mai trascurare Microeconomia, perché è propedeutico ad altri due esami fondamentali come Macroeconomia e Scienza delle Finanze. Per le stesse ragioni, suggerirei di dare subito Diritto Privato”, suggerisce Candida Di Mare, Magistrale in Economia e Commercio. Per quanto riguarda Economia e Gestione, “bisogna studiare con molta attenzione le tabelle e i grafici riportati sui libri di testo, mentre Matematica è il tipico esame da prendersi con qualsiasi voto”, aggiunge.
Microeconomia per Claudio Raneri, Magistrale in Economia Aziendale: “dovrebbe essere spostato al secondo o al terzo anno, perché prevede basi matematiche ed economiche rilevanti. Tutto si basa sullo studio delle derivate e dei grafici ed i concetti economici abbinati a ciascuna di queste funzioni non sono affatto da poco. Si tratta di strumenti che non tutti gli studenti, appena iscritti, possiedono e nemmeno sanno di dover possedere. Nell’università italiana manca un servizio di orientamento vero e proprio. Non esiste alcuna reale accoglienza e nessuna forma seria di introduzione ai metodi ed ai contenuti universitari. Anche il Diritto, nella percezione comune, viene considerato scollegato da un normale percorso di studio, ma alcuni argomenti, come i contratti e non solo, richiedono una conoscenza approfondita degli articoli di riferimento, una citazione puntuale delle norme e un confronto continuo con il docente”.
Quali consigli dare, quindi, agli studenti ancora formalmente iscritti al primo anno, in debito di esami, e alle matricole che, a partire da gennaio, si troveranno faccia a faccia con i docenti e le prove da superare? Lo abbiamo chiesto agli studenti ‘anziani’ che hanno dato risposte tutt’altro che scontate. “Sicuramente gli esami fondamentali del primo anno sono Microeconomia e Diritto Privato, il primo perché è da un sacco di crediti, il secondo perché è propedeutico a tutti gli esami di Diritto successivi”, afferma Vittoria Piro, terzo anno di Economia Aziendale, che suggerisce di “non avere pregiudizi, soprattutto nell’affrontare Microeconomia. Quando mi sono iscritta, amici più grandi sostenevano che è una materia difficilissima, che lo si ripeteva anche cinque o sei volte prima di superarlo. Io, però, ho seguito il corso studiando volta per volta e l’ho superato al primo appello con un bel voto. Per riuscirvi bisogna preparare bene tutto, perché lo scritto è bello tosto e l’orale dura anche più di mezz’ora”. “È vero, al primo anno non si deve mai trascurare Microeconomia, perché è propedeutico ad altri due esami fondamentali come Macroeconomia e Scienza delle Finanze. Per le stesse ragioni, suggerirei di dare subito Diritto Privato”, suggerisce Candida Di Mare, Magistrale in Economia e Commercio. Per quanto riguarda Economia e Gestione, “bisogna studiare con molta attenzione le tabelle e i grafici riportati sui libri di testo, mentre Matematica è il tipico esame da prendersi con qualsiasi voto”, aggiunge.
Microeconomia per Claudio Raneri, Magistrale in Economia Aziendale: “dovrebbe essere spostato al secondo o al terzo anno, perché prevede basi matematiche ed economiche rilevanti. Tutto si basa sullo studio delle derivate e dei grafici ed i concetti economici abbinati a ciascuna di queste funzioni non sono affatto da poco. Si tratta di strumenti che non tutti gli studenti, appena iscritti, possiedono e nemmeno sanno di dover possedere. Nell’università italiana manca un servizio di orientamento vero e proprio. Non esiste alcuna reale accoglienza e nessuna forma seria di introduzione ai metodi ed ai contenuti universitari. Anche il Diritto, nella percezione comune, viene considerato scollegato da un normale percorso di studio, ma alcuni argomenti, come i contratti e non solo, richiedono una conoscenza approfondita degli articoli di riferimento, una citazione puntuale delle norme e un confronto continuo con il docente”.