È una questione annosa. Monte Sant’Angelo è un complesso che offre un efficace servizio di parcheggio, purché si arrivi presto la mattina. Chi lavora nella struttura ha pochi problemi perché può sostare all’interno. Lo stesso vale per chi viaggia sulle due ruote. Invece gli studenti che ricorrono all’automobile, dopo le prime ore del mattino e fino all’ora di pranzo, corrono il rischio di non trovare posto nei due parcheggi all’ingresso della sede. Per far fronte alle richieste di un’utenza numerosa ed in continuo aumento sono nati diversi parcheggi alternativi. Alcuni sono il frutto della libera iniziativa imprenditoriale. Altri, nati fra gli spazi lasciati inutilizzati dall’espansione edilizia della zona avvenuta nei decenni scorsi, sono il risultato di un’abusiva occupazione del territorio che si manifesta anche con la presenza del parcheggiatore abusivo lungo l’arteria stradale di via Cinthia. “Prima raggiungevo Monte Sant’Angelo con l’autobus, ma impiegavo un’ora di viaggio sia all’andata che al ritorno e abito solo al Vomero – racconta Fabrizio Boffo, studente al terzo anno di Economia e Commercio – Poi ho iniziato a prendere l’auto e mi sono imbattuto nel parcheggiatore abusivo il quale, tra l’altro, chiedeva soldi in un’area in cui non ci sono nemmeno strisce blu e dove, quindi, non è proprio legale pretendere denaro. Alla fine sono passato alla motocicletta e non ho più problemi. Parcheggio all’interno dove, tra l’altro, hanno anche riorganizzato gli spazi”. “La settimana scorsa ho dovuto pagare il parcheggiatore abusivo perché non ho trovato posto nel parcheggio. Lo so che non si dovrebbe fare ma non ho voglia di discutere o di correre rischi”, sottolinea il collega Vincenzo Avino. “Io pago il parcheggiatore e quando torno il pomeriggio l’auto è incustodita”, dichiara Antonio Cianci, studente di Economia Aziendale.
Il punto è sempre lo stesso, chi non ha sempre lezione la mattina presto o non segue tutti i corsi dopo le nove del mattino non trova più posto e si arrangia come può. “Nove del mattino? Diciamo pure le otto e venti. Abito a Marano, se raggiungessi Monte Sant’Angelo con i mezzi pubblici dovrei fare troppi cambi di metropolitane e autobus”, dice Alma Amoruso, iscritta al primo anno di Biologia Generale e Applicata. La studentessa è mattiniera, quindi non trova problemi a parcheggiare e ritiene che il costo sia “sostenibile”. In effetti, il ticket per lasciare l’auto nel parcheggio universitario è conveniente (un euro per mezza giornata, un euro e mezzo per l’intera giornata) e rappresenta un incoraggiamento per quanti si dicono stanchi dei disservizi del trasporto pubblico o sono condizionati da orari di studio pesanti. “Sono di un paesino frazione di Nola e l’unica alternativa all’automobile è il pullman della Circumvesuviana che, però, prevede una sola corsa serale dall’università: alle cinque meno un quarto, un po’ presto. Perciò cerco di utilizzare la macchina con altre persone per dividere le spese”, afferma la collega Nilde Roselli. Questa è una strategia diffusa. “Il viaggio in treno ed autobus è stancante, sia psicologicamente, perché ci sono sempre dei contrattempi, che fisicamente, perché il più delle volte si viaggia in piedi. Perciò mi organizzo con altri tre ragazzi che come me sono di Scafati. Prendiamo l’auto a turno, ma non abbiamo mai avuto problemi a trovare posto, né quando abbiamo lezione alle otto, né quando ce l’abbiamo all’una”, spiega Giuseppe Porpora, iscritto al primo anno di Ingegneria Chimica. “Il prezzo è conveniente quando si trova posto al parcheggio, altrimenti si devono pagare almeno tre euro all’autolavaggio affianco all’università. O dare qualcosa al parcheggiatore abusivo per stare tranquilli”, afferma Marica Tricolore, matricola ad Economia Aziendale, la quale, dopo aver aspettato due ore il bus 180, ha deciso di organizzarsi con altri colleghi in auto per andare e tornare tutti i giorni da Melito. Pullman una volta e mai più, è il motto anche di Giuseppe Ariemma, secondo anno di Economia Aziendale, il quale raggiunge via Cinthia in auto da Caivano insieme ad altri due compagni di studio: “partiamo sempre prestissimo per evitare il traffico della Tangenziale. Pertanto, abbiamo sempre trovato posto al parcheggio”.
Simona Pasquale
Il punto è sempre lo stesso, chi non ha sempre lezione la mattina presto o non segue tutti i corsi dopo le nove del mattino non trova più posto e si arrangia come può. “Nove del mattino? Diciamo pure le otto e venti. Abito a Marano, se raggiungessi Monte Sant’Angelo con i mezzi pubblici dovrei fare troppi cambi di metropolitane e autobus”, dice Alma Amoruso, iscritta al primo anno di Biologia Generale e Applicata. La studentessa è mattiniera, quindi non trova problemi a parcheggiare e ritiene che il costo sia “sostenibile”. In effetti, il ticket per lasciare l’auto nel parcheggio universitario è conveniente (un euro per mezza giornata, un euro e mezzo per l’intera giornata) e rappresenta un incoraggiamento per quanti si dicono stanchi dei disservizi del trasporto pubblico o sono condizionati da orari di studio pesanti. “Sono di un paesino frazione di Nola e l’unica alternativa all’automobile è il pullman della Circumvesuviana che, però, prevede una sola corsa serale dall’università: alle cinque meno un quarto, un po’ presto. Perciò cerco di utilizzare la macchina con altre persone per dividere le spese”, afferma la collega Nilde Roselli. Questa è una strategia diffusa. “Il viaggio in treno ed autobus è stancante, sia psicologicamente, perché ci sono sempre dei contrattempi, che fisicamente, perché il più delle volte si viaggia in piedi. Perciò mi organizzo con altri tre ragazzi che come me sono di Scafati. Prendiamo l’auto a turno, ma non abbiamo mai avuto problemi a trovare posto, né quando abbiamo lezione alle otto, né quando ce l’abbiamo all’una”, spiega Giuseppe Porpora, iscritto al primo anno di Ingegneria Chimica. “Il prezzo è conveniente quando si trova posto al parcheggio, altrimenti si devono pagare almeno tre euro all’autolavaggio affianco all’università. O dare qualcosa al parcheggiatore abusivo per stare tranquilli”, afferma Marica Tricolore, matricola ad Economia Aziendale, la quale, dopo aver aspettato due ore il bus 180, ha deciso di organizzarsi con altri colleghi in auto per andare e tornare tutti i giorni da Melito. Pullman una volta e mai più, è il motto anche di Giuseppe Ariemma, secondo anno di Economia Aziendale, il quale raggiunge via Cinthia in auto da Caivano insieme ad altri due compagni di studio: “partiamo sempre prestissimo per evitare il traffico della Tangenziale. Pertanto, abbiamo sempre trovato posto al parcheggio”.
Simona Pasquale