Motivo di orgoglio ed opportunità per i giovani

L’Osservatorio Astronomico di Capodimonte rinasce. E la sua rinascita passa per la realizzazione di un progetto definito dal premio Nobel per la fisica Riccardo Giacconi come “la più ambiziosa impresa dell’astronomia italiana”. Si tratta dell’ideazione e della costruzione del VLT Survey Telescope (VST), un telescopio che consente esplorazioni del cielo a grande campo e che troverà posto a Cerro Paranal, in Cile, fra le unità UT3 e UT4 del VLT, il Very Large Telescope. 
Il VST è una macchina estremamente sofisticata, disegnata all’Osservatorio, realizzata nei pezzi fondamentali in Campania, assemblata (l’assemblaggio è in fase di completamento) a Scafati. Soltanto per l’ottica, costituita dagli specchi primario e secondario e da un sistema di grandi lenti e di prismi, ci si è affidati alla Russia, dove c’è una raffinatissima tecnologia delle ottiche. A settembre il telescopio partirà per il Cile ed entro febbraio si avrà la prima immagine. “Questo darà a Napoli una valenza astronomica planetaria – dice il prof. Massimo Capaccioli, docente di Astronomia alla Federico II e direttore dell’Osservatorio di Capodimonte. “Il nostro osservatorio voleva uscire dalla situazione di relativa arretratezza in cui versava- racconta- quando a un certo momento, nel ‘93, sono arrivati i fondi straordinari del CIPE. I finanziamenti possono essere anche una cosa pericolosa, poiché c’è il rischio di non riuscire a spenderli, oppure di spenderli costruendo delle cattedrali nel deserto, dato che a un certo punto finiscono. Per superare quest’ultimo problema abbiamo pensato di costruire la macchina più bella, regalarla all’Osservatorio più grande del mondo e chiedere in cambio una certa percentuale del tempo di osservazione”. 
L’idea ha avuto successo, e il progetto, avviato nel 1997, si è potuto avvalere della collaborazione dell’ European Southern Observatory (ESO). I primi frutti di questo lavoro si stanno già vedendo. “L’Osservatorio è rinato – dice il prof. Capaccioli- Abbiamo quasi quadruplicato i contatti. La sinergia con l’ESO è stata feconda di risultati e di sviluppi”. Con il VST Napoli già occupa un posto da protagonista nel panorama mondiale delle scienze del cielo. L’edificio destinato ad ospitarlo, realizzato dall’ESO, è pronto ad accoglierlo e ormai fa parte dell’iconografia standard del Very Large Telescope: compare, ad esempio, nel poster che l’ESO ha realizzato per celebrare i primi cinque anni di vita del VLT. “Tutto questo è per noi motivo di orgoglio – dice il prof. Capaccioli- e mi induce a fare un caldo invito ai giovani: esiste una realtà scientifica, tecnologica e di management in via di forte sviluppo che ha bisogno di loro. Il VST rappresenta un’occasione per l’intero Mezzogiorno d’Italia, è un treno che passa oggi ed è bene che i giovani lo sappiano”. Attorno alla ricerca scientifica essenziale ruota un mondo di competenze diverse: “c’è bisogno di chi si occupi dell’analisi dei dati e della loro archiviazione, c’è bisogno di chi si occupi del marketing scientifico. Pensiamo di creare a Napoli il centro per la riduzione dei dati provenienti dal VST. Ed anche un centro per la produzione di immagini spettacolari. Vorremmo mettere in piedi un sistema per la diffusione dell’ eredità che abbiamo creato, per il quale non saranno necessarie solo le competenze dei fisici e degli ingegneri”.
Sara Pepe
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