Niente selezione, niente stress ma tanta emozione

Si respirava un’atmosfera da primo giorno di scuola alla prova di orientamento che le aspiranti matricole di Ingegneria sono state chiamate a sostenere il primo settembre. Tutte le aule grandi dei complessi di piazzale Tecchio, via Claudio e Agnano sono state messe a disposizione di coloro che si erano preiscritti per partecipare ai test, ben 2700 ragazzi di varia provenienza sia geografica che scolastica. Nonostante la prova fosse autovalutativa e non selettiva, un po’ di emozione si è fatta sentire. Curiosità ed euforia tra i ragazzi, leggera tensione tra i genitori in attesa fuori dalle aule o all’esterno degli edifici. “Ci siamo esercitati un po’ sul libretto che ci hanno consegnato al momento della preiscrizione, contenente i test degli anni passati, ma nulla di più – dicono Andrea e Marco Cangiano, due fratelli diplomati al liceo scientifico di San Sebastiano- essenzialmente contiamo sulla preparazione con cui abbiamo affrontato l’esame di maturità”. C’è chi invece non si è esercitato affatto, dato che a prescindere dal risultato si iscriverà lo stesso a Ingegneria. “Non credo che questa prova sia molto utile – sostiene Raffaele, diplomato al liceo Sacro Cuore di Napoli- se si è convinti di voler studiare Ingegneria non sarà certo il posto raggiunto in graduatoria a far cambiare idea. Il risultato dei test può influenzare soltanto gli incerti”. 
In tanti hanno partecipato solo per curiosità, consapevoli del fatto che molto probabilmente sceglieranno altre strade. Ida, diplomata presso il liceo scientifico di Caivano, è andata via prima che scadessero le due ore e mezza previste per lo svolgimento dell’intera prova. “Ho trovato difficoltà con le domande di matematica e fisica”, confessa. Le piacerebbe iscriversi a Ingegneria biomedica, ma solo nel caso in cui non riuscisse a superare la prova di ammissione a Medicina. Come lei Assunta Bortone, proveniente da Gricignano di Aversa, dove si è diplomata in ragioneria: “la prima scelta è Medicina, altrimenti opterò per Ingegneria biomedica”. Anche Michele Buonauguro, diciottenne di Nola, si iscriverà a Ingegneria solo se non entrerà a Medicina. 
Per molti dunque quello del primo settembre a Ingegneria è stato solo un approccio soft con un meccanismo da incontrare nuovamente pochi giorni dopo a Medicina, in una versione decisamente più temibile. Le prove di autovalutazione infatti non fanno paura, le si può affrontare responsabilmente o meno, esercitandosi oppure no, completandole o andando via prima perché le si trova troppo difficili, ci si è annoiati o addirittura si deve andare a prendere il treno per tornare a casa. Catello Arpaia e Antonio Santaniello, diplomati all’Itis, scappano via perché hanno il treno per tornare a Castellammare. Dicono di aver risposto alla maggior parte delle domande e di aver trovato particolarmente difficili quelle di matematica e fisica. “E’ importante fare bene la prova, ma noi a questa facoltà ci iscriveremo comunque, vogliamo studiare Ingegneria elettronica o delle comunicazioni”. Le domande alle quali i ragazzi hanno dovuto rispondere afferivano a quattro ambiti disciplinari: logica, comprensione verbale, matematica, scienze fisiche e chimiche. Hanno creato difficoltà non solo i quesiti di matematica e fisica ma anche quelli di logica e comprensione verbale, che secondo i partecipanti erano molto complessi.
Qualcuno è andato via un po’ deluso dalla sua performance, qualcun altro più soddisfatto, ma nessuno in preda al raptus del confronto con le risposte date dagli altri o ai dubbi sul numero di quesiti ai quali si è risposto correttamente. Niente selezione, niente stress. Resta ugualmente l’emozione del primo giorno di università, soprattutto per i genitori in attesa. Una mamma proveniente dalla provincia di Lecce discute con una mamma di Ischia sui prezzi delle stanze in affitto. Una mamma di Ariano Irpino che ha già un figlio iscritto alla Federico II da qualche suggerimento sul tema. Un papà giunto da Salerno cammina per i corridoi impaziente. “Pare che la Federico II continui ad essere una garanzia per chi vuole fare dei buoni studi di Ingegneria”, dicono, ed è per questo che vengono da così lontano. Il cammino universitario è iniziato anche per loro, i genitori.
Sara Pepe
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