“Ci stanno arrivando tante segnalazioni perché non ci si informa se si può essere ammessi o meno agli appelli”, afferma il rappresentante degli studenti di Economia Vincenzo Uccelli a proposito della sessione straordinaria di novembre riservata, quest’anno, seppur con molte polemiche, ai soli laureandi, fuoricorso e corsisti di insegnamenti da 5 o 6 crediti, quasi tutti, però, afferenti ad ordinamenti del passato. Facendo un giro fra i corridoi ci imbattiamo in studenti in attesa di affrontare una prova, o appena reduci, vittoriosi o sconfitti, da un esame.
È martedì mattina, alle otto e trenta, presso l’Aula di Sabato del Dipartimento di Economia, Management e Istituzioni, comincia l’appello di Diritto Privato. “Sono molto in ansia – afferma Annalisa, primo anno fuori corso ad Economia Aziendale – È la terza volta che ci provo. È una disciplina molto importante, perché dalle conoscenze di Diritto Privato dipendono anche tanti concetti di Diritto Commerciale. Però cado sempre su qualche domanda”. In un’altra aula dello stesso Dipartimento, è in corso l’esame di Economia e Gestione. Veniamo quasi travolti da una ragazza appena promossa che non smette un attimo parlare e di raccontare a tutti quelli che incontra quanto si senta ‘liberata’. “Non ero mai riuscita a studiare con impegno questa materia ed a prepararmi in maniera completamente soddisfacente”, dice, e scappa via saltellando per telefonare alla madre prima di riuscire a chiederle nome e voto. Nel pomeriggio del giorno successivo, all’uscita dello stesso Dipartimento, ci imbattiamo in Gianluca D’Orsi, fuori corso ad Economia Aziendale, affacciato alla balaustra, con lo sguardo perso nel vuoto perché ha appena scoperto di non aver superato lo scritto di Microeconomia. “Era la prima volta che ci provavo. Il compito era diviso in cinque parti: una sezione di domande e quattro esercizi con più quesiti da svolgere”, spiega Gianluca, il quale ha seguito il corso di recupero svolto l’autunno scorso (“è stato utile”). “Ora devo capire se potrò essere ammesso alla sessione straordinaria di gennaio. Sono deluso, ma non scoraggiato. Sono stato bocciato tante di quelle volte che ci ho fatto il callo. Più tardi, abbiamo un incontro con il professore che ci spiegherà cosa abbiamo sbagliato”. “Ho sostenuto da poco Diritto Commerciale – dice Claudio, studente triennale di Economia Aziendale, che ha appena superato uno degli esami che più di tutti spaventano e preoccupano i ragazzi – È lungo, pieno di cose da ricordare e di richiami ad argomenti di ambito aziendalistico. Mi sono aiutato con dei riassunti, che mi hanno permesso di ricordare meglio i collegamenti anche se ho perso molto più tempo”. Nulla di strano, se non fosse che Claudio è iscritto al terzo anno ed è in sostanziale regola con gli esami. Per definizione, quindi, è inammissibile all’appello straordinario. “Su una settantina circa di studenti, c’erano tre ‘clandestini’, uno dei quali ero io”, ammette lo studente, il quale spiega: “Abbiamo chiesto informazioni al professore, agli assistenti ed alla segreteria, ricevendo sempre notizie diverse. Pertanto, abbiamo deciso, a discrezione del docente, di provarci. Quando l’esame ci verrà annullato, andremo con l’attestato di annullamento dal professore, il quale ci registrerà l’esame a gennaio”. Denunciano deficit di informazione anche Iole e Giorgia, iscritte alla Laurea Magistrale in Economia Aziendale: “secondo la segreteria possono sostenere gli esami solo alcuni, per il Dipartimento nessuno. Pertanto il confronto è fra la possibilità e l’impossibilità di dare esami. Siamo state ammesse all’appello di Economia Internazionale, che è da sei crediti, ma né la segreteria né la piattaforma informatica d’Ateneo ci rilascia alcun attestato da presentare all’esame, come avviene presso altri Dipartimenti. Quindi, senza libretto, ci si può basare solo sulla fiducia”.
È martedì mattina, alle otto e trenta, presso l’Aula di Sabato del Dipartimento di Economia, Management e Istituzioni, comincia l’appello di Diritto Privato. “Sono molto in ansia – afferma Annalisa, primo anno fuori corso ad Economia Aziendale – È la terza volta che ci provo. È una disciplina molto importante, perché dalle conoscenze di Diritto Privato dipendono anche tanti concetti di Diritto Commerciale. Però cado sempre su qualche domanda”. In un’altra aula dello stesso Dipartimento, è in corso l’esame di Economia e Gestione. Veniamo quasi travolti da una ragazza appena promossa che non smette un attimo parlare e di raccontare a tutti quelli che incontra quanto si senta ‘liberata’. “Non ero mai riuscita a studiare con impegno questa materia ed a prepararmi in maniera completamente soddisfacente”, dice, e scappa via saltellando per telefonare alla madre prima di riuscire a chiederle nome e voto. Nel pomeriggio del giorno successivo, all’uscita dello stesso Dipartimento, ci imbattiamo in Gianluca D’Orsi, fuori corso ad Economia Aziendale, affacciato alla balaustra, con lo sguardo perso nel vuoto perché ha appena scoperto di non aver superato lo scritto di Microeconomia. “Era la prima volta che ci provavo. Il compito era diviso in cinque parti: una sezione di domande e quattro esercizi con più quesiti da svolgere”, spiega Gianluca, il quale ha seguito il corso di recupero svolto l’autunno scorso (“è stato utile”). “Ora devo capire se potrò essere ammesso alla sessione straordinaria di gennaio. Sono deluso, ma non scoraggiato. Sono stato bocciato tante di quelle volte che ci ho fatto il callo. Più tardi, abbiamo un incontro con il professore che ci spiegherà cosa abbiamo sbagliato”. “Ho sostenuto da poco Diritto Commerciale – dice Claudio, studente triennale di Economia Aziendale, che ha appena superato uno degli esami che più di tutti spaventano e preoccupano i ragazzi – È lungo, pieno di cose da ricordare e di richiami ad argomenti di ambito aziendalistico. Mi sono aiutato con dei riassunti, che mi hanno permesso di ricordare meglio i collegamenti anche se ho perso molto più tempo”. Nulla di strano, se non fosse che Claudio è iscritto al terzo anno ed è in sostanziale regola con gli esami. Per definizione, quindi, è inammissibile all’appello straordinario. “Su una settantina circa di studenti, c’erano tre ‘clandestini’, uno dei quali ero io”, ammette lo studente, il quale spiega: “Abbiamo chiesto informazioni al professore, agli assistenti ed alla segreteria, ricevendo sempre notizie diverse. Pertanto, abbiamo deciso, a discrezione del docente, di provarci. Quando l’esame ci verrà annullato, andremo con l’attestato di annullamento dal professore, il quale ci registrerà l’esame a gennaio”. Denunciano deficit di informazione anche Iole e Giorgia, iscritte alla Laurea Magistrale in Economia Aziendale: “secondo la segreteria possono sostenere gli esami solo alcuni, per il Dipartimento nessuno. Pertanto il confronto è fra la possibilità e l’impossibilità di dare esami. Siamo state ammesse all’appello di Economia Internazionale, che è da sei crediti, ma né la segreteria né la piattaforma informatica d’Ateneo ci rilascia alcun attestato da presentare all’esame, come avviene presso altri Dipartimenti. Quindi, senza libretto, ci si può basare solo sulla fiducia”.
Studente ripetente
scrive al Rettore
scrive al Rettore
A fronte di studenti ancora in ambasce, ce ne sono altri con idee molto chiare. È il caso di Francesco Rescigno, Davide Mazzarro e Rosario Sirica, laureandi triennali in Economia Aziendale con un solo esame in debito, i quali hanno deciso di seguire nuovamente il corso di Scienze delle Finanze e dare l’esame da corsisti: “non ci sono informazioni attendibili. Nemmeno i docenti hanno ben chiaro il quadro”. Rimane per tanti l’amarezza di essere stati esclusi da una possibilità d’accelerare il passo, o di proseguire in maniera incoraggiante il proprio percorso di studi. “Purtroppo sono in corso”, commenta sarcastico Fabrizio Palma, studente iscritto ad Economia Aziendale, che avrebbe voluto sfruttare la sessione per liberarsi di un po’ di materie in sospeso, perché essere in corso non significa aver dato tutti gli esami, ma aver conseguito un numero minimo di crediti da consentire l’iscrizione all’anno successivo. “Io mi sono appellato al secondo articolo della Costituzione ed ho scritto al Rettore per manifestare il mio punto di vista – afferma il collega Vincenzo Verde, il quale ha una situazione peculiare – Sono iscritto da cinque anni all’università, pur figurando perfettamente in regola perché mi sono iscritto al secondo anno ed al terzo anno come ripetente. Quindi sono escluso dalle sessioni d’esame straordinarie, e a tutti quelli come noi la direttrice del Dipartimento ha saputo solo dire che siamo stati penalizzati”.
Simona Pasquale
Simona Pasquale