Nuovo Presidente di Corso di Laurea ad Ingegneria Biomedica. Il 15 novembre è stato eletto il prof. Mario Cesarelli, nuovo decano del settore. Subentra al prof. Marcello Bracale costretto ad abbandonare per raggiunti limiti di età. Cinquantasei anni, napoletano, laurea in Ingegneria Elettronica e specializzazione in Tecnologie Biomediche alla Facoltà di Medicina presso la quale ha iniziato la propria attività accademica, il prof. Cesarelli è membro della Commissione Didattica del Dottorato in Ingegneria Biomedica dell’Università di Bologna. I suoi principali interessi scientifici vertono sugli strumenti biomedicali, le analisi di immagini e bio-segnali, sistemi di assistenza sanitaria. È stato visiting professor presso l’IRV – Institute for Rehabilitation Research di Hoensbroek, in Olanda, ed ha partecipato alle attività di Ingegneria Clinica dell’Azienda Sanitaria Napoli 2. È coordinatore della Commissione didattica di Ingegneria Elettronica e membro dell’Associazione Italiana di Ingegneria Medica e Biologica. “Stiamo vivendo un momento di transizione molto delicato, poiché si dovrà attuare il nuovo Statuto che porterà alla scomparsa delle Facoltà e all’affidamento dei Corsi di Laurea ai nuovi Dipartimenti. Proprio per questo, però, andando in pensione il prof. Bracale, ed essendo io diventato il decano del settore scientifico disciplinare dell’ingegneria Biomedica a Napoli, non potevo esimermi dall’offrire il mio servizio e la mia esperienza al Corso di Laurea. Anche se con una punta di preoccupazione, affronto questa sfida con entusiasmo”. Sin dalla sua nascita, nel 2002, il Corso di Laurea ha sempre visto crescere il numero degli iscritti, quest’anno sono 400 gli immatricolati, “molto probabilmente perché Biomedica forma figure professionali polivalenti, preparate ad affrontare problemi di natura molto diversa. I nostri laureati, infatti, trovano impiego abbastanza velocemente e nei settori più disparati, oltre che in quelli strettamente legati alla sanità”. In programma, modifiche ai curricula della Laurea Magistrale per rispondere a delle necessità emerse nell’ultimo anno, analizzando i dati relativi alle esigenze culturali e professionali del settore, e la ridefinizione delle modalità di svolgimento della tesi di primo livello, in accordo con la nuova legge 270. “L’esperienza che metto a disposizione, oltre a quella dei tanti anni di docenza, è quella maturata ricoprendo il mio ruolo di responsabile dei piani di studio, dell’organizzazione degli orari e delle pratiche Erasmus”. In prospettiva: “non mi aspetto grossi cambiamenti nel panorama occupazionale dell’ingegnere biomedico, attualmente positivo nonostante le fluttuazioni cicliche del mercato del lavoro e dall’attuale crisi economica generale. E’ indubbio, però, che se il numero degli iscritti e, quindi dei laureati, continuerà a crescere, in futuro, si potrebbe avere qualche difficoltà nella collocazione professionale”.
(Si.Pa.)
(Si.Pa.)