Occupato il Conservatorio

Studenti in rivolta al Conservatorio di S. Pietro a Majella. La struttura è occupata dal 28 novembre da un folto gruppo di ragazzi che annunciano occupazione ad oltranza: annullate lezioni e concerti, compreso quello di musica classica dei maestri Bruno Canino e Marco Traverso, in programma lo scorso 30 novembre (spostato per questioni di agibilità e sicurezza); viene data la possibilità solo di sostenere le prove d’esame. Gli studenti protestano per il mancato decreto di equiparazione dei titoli rilasciati dal Conservatorio a quelli universitari, “un decreto di equipollenza – sottolineano – che aspettiamo da ben otto anni!”. Con l’introduzione della legge di riforma del settore, la 508 del 1999, viene introdotto il metodo del ‘3+2’, “una riforma che, senza dubbio, – dice Carla Orbinati, Presidente della Consulta degli Studenti – ha abbassato il livello dell’arte riducendo la preparazione di alcuni importanti esami (a titolo d’esempio, Storia e Armonia era un corso di due anni che è stato trasformato in due moduli). In ogni caso, a termine del triennio e del biennio specialistico, il titolo conseguito doveva avere lo stesso valore della laurea, o almeno così ci veniva detto, era assicurata, quindi, la spendibilità del titolo stesso e l’accesso ai concorsi pubblici. E invece non è vero: le Pubbliche Amministrazioni non riconoscono i titoli accademici di primo e secondo livello. L’unica equiparazione attuata con il sistema universitario consiste nell’entità delle tasse di iscrizione”. E facendo un rapido calcolo, si capisce che studiare al Conservatorio non costa poco. Ogni anno c’è da pagare: una tassa regionale di circa 62 euro, il contributo di frequenza di 100 euro, un’assicurazione di 7,30 euro e poi la tassa vera e propria (suddivisa in due rate annuali) calcolata in base al reddito familiare. “C’è stato un forte aumento delle tasse – afferma Antonio, che studia Chitarra da dieci anni – per equiparare il Conservatorio all’Università, ma, purtroppo, penso che il titolo che conseguiamo non abbia validità…”. “E’ tutto il sistema che è sballato – dice Rosa Ciaramella, studentessa al terzo anno di Canto – le spese sono aumentate tantissimo ma non ci viene assicurato nulla”. In ogni caso, i ragazzi chiariscono: “la protesta non è contro il Conservatorio, ma contro il Governo. I nuovi titoli di studio avranno validità solo quando sarà applicato l’articolo 2 della legge 508, ai sensi del quale il Presidente del Consiglio dei Ministri deve, con Decreto, dichiarare le equipollenze con i titoli di studio universitari”. Anche il Maestro Vincenzo De Gregorio, direttore del Conservatorio, si schiera dalla parte degli studenti. “Non può essere lasciato tutto nel vago – ha detto De Gregorio – bisogna spingere affinché ci sia un riconoscimento dei titoli. Certo è, però, che non si può andare avanti ad oltranza con l’occupazione, ci sono, oltretutto, scadenze importanti che non possono essere rimandate, il 10 dicembre, per esempio, c’è la prima prova scritta del concorso abilitante…Gli studenti napoletani sono stati i più determinati a livello nazionale, ma non possono rischiare di restare isolati nella protesta”.
Maddalena Esposito
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