“Napoli tra America e Africa: il jazz mediterraneo” è il primo evento pubblico promosso da Solunina, il forum non ufficiale di Sociologia (www.solunina.it), con il patrocinio dell’Ateneo e con la cattedra di Sociologia della musica, insegnamento del prof. Lello Savonardo afferente al Corso di Laurea in Culture Digitali.
Il convegno, che si è svolto il 29 marzo nel Complesso dei SS. Marcellino e Festo, si è posto l’obiettivo di aprire un dialogo e un confronto sul jazz napoletano con la partecipazione del chitarrista e compositore napoletano Antonio Onorato ed il sassofonista Marco Zurzolo, da sempre impegnati nella fusione del linguaggio afro-americano alla tradizione melodica napoletana. Ospiti che il prof. Savonardo identifica come “testimoni di un processo di contaminazione musicale, punti di riferimento di una scuola che, negli anni Novanta, ha segnato il passo di una Napoli che avanzava fondendo culture diverse”. Zurzolo e Onorato sono musicisti che hanno reso il jazz sempre più glocal – ha aggiunto Savonardo – mettendo insieme il sound di Africa e America con quello del Sud Italia.
E la ricerca di nuovi linguaggi è ciò che caratterizza anche l’attuale lavoro degli ospiti. “Sto lavorando su un nuovo modo di espressione musicale – dice Onorato – e ne sta venendo fuori una forma di linguaggio molto particolare”. Con Zurzolo, il discorso si sposta sul delicato argomento relativo alle difficoltà dei bravi musicisti nella città partenopea. “A Napoli, c’è un solo locale dove si suona dal vivo…e di sassofonisti, oltre me, ne conosco solo uno: Daniele Sepe…”, con un accenno alla tecnologia guasta-feste: “con internet, si brucia tutto alla velocità della luce…”.
Nonostante la limitata affluenza di pubblico, lo staff di Solunina, dalle parole di Angelo Orefice – responsabile di comunicazione del sito – si dice soddisfatto della riuscita dell’iniziativa come primo evento pubblico organizzato dai ragazzi i quali hanno pensato proprio a tutto, “dai contatti degli ospiti alle locandine”. “Un’iniziativa – dice Orefice – che ha una doppia valenza: fare in modo che sempre più persone si avvicinino al jazz, un genere musicale che, a mio parere, è spesso sottovalutato. E, in seconda ipotesi, far conoscere Solunina anche agli studenti delle altre Facoltà affinché diventi sempre più un punto di riferimento, come lo è già per i ragazzi di Sociologia”.
Il convegno, che si è svolto il 29 marzo nel Complesso dei SS. Marcellino e Festo, si è posto l’obiettivo di aprire un dialogo e un confronto sul jazz napoletano con la partecipazione del chitarrista e compositore napoletano Antonio Onorato ed il sassofonista Marco Zurzolo, da sempre impegnati nella fusione del linguaggio afro-americano alla tradizione melodica napoletana. Ospiti che il prof. Savonardo identifica come “testimoni di un processo di contaminazione musicale, punti di riferimento di una scuola che, negli anni Novanta, ha segnato il passo di una Napoli che avanzava fondendo culture diverse”. Zurzolo e Onorato sono musicisti che hanno reso il jazz sempre più glocal – ha aggiunto Savonardo – mettendo insieme il sound di Africa e America con quello del Sud Italia.
E la ricerca di nuovi linguaggi è ciò che caratterizza anche l’attuale lavoro degli ospiti. “Sto lavorando su un nuovo modo di espressione musicale – dice Onorato – e ne sta venendo fuori una forma di linguaggio molto particolare”. Con Zurzolo, il discorso si sposta sul delicato argomento relativo alle difficoltà dei bravi musicisti nella città partenopea. “A Napoli, c’è un solo locale dove si suona dal vivo…e di sassofonisti, oltre me, ne conosco solo uno: Daniele Sepe…”, con un accenno alla tecnologia guasta-feste: “con internet, si brucia tutto alla velocità della luce…”.
Nonostante la limitata affluenza di pubblico, lo staff di Solunina, dalle parole di Angelo Orefice – responsabile di comunicazione del sito – si dice soddisfatto della riuscita dell’iniziativa come primo evento pubblico organizzato dai ragazzi i quali hanno pensato proprio a tutto, “dai contatti degli ospiti alle locandine”. “Un’iniziativa – dice Orefice – che ha una doppia valenza: fare in modo che sempre più persone si avvicinino al jazz, un genere musicale che, a mio parere, è spesso sottovalutato. E, in seconda ipotesi, far conoscere Solunina anche agli studenti delle altre Facoltà affinché diventi sempre più un punto di riferimento, come lo è già per i ragazzi di Sociologia”.