Orientamento, arrivano 41 nuovi tutori

Dal primo dicembre gli studenti di Lettere possono contare su 41 nuovi angeli custodi, colleghi più grandi o già laureati, che hanno da qualche giorno iniziato l’attività di orientamento e tutorato. Per la precisione, sono 22 studenti dei Corsi di laurea specialistici e 19 tra dottorandi e iscritti alla Scuola di specializzazione per l’insegnamento che hanno vinto il  concorso bandito dall’Ateneo. “Rappresentano una manna, per noi”, commenta il professore Gennaro Luongo, referente di facoltà per l’orientamento e tutorato. 
Professore, il settore dell’orientamento è sempre più difficile, perché l’offerta didattica si fa sempre più articolata e subentrano nuove norme. Come formerete questi 41 orientatori?
“Sono tutte persone che hanno vissuto in prima persona l’esperienza di studiare a Lettere, mi pare già una garanzia. Sono inoltre già partiti corso di formazione, piuttosto agili e veloci, durante i quali ai ragazzi ed alle ragazze del servizio orientamento si illustrano gli aspetti principali degli ordinamenti didattici della riforma”.
Concretamente, cosa fanno i 41 nuovi arrivati?
“Attività di sportello, a contatto con gli studenti, per rispondere ai quesiti, offrire consigli, indirizzare. Interventi nelle scuole, per illustrare le caratteristiche della facoltà agli allievi che stanno per diplomarsi”. 
Per quante ore saranno impiegati?
“Quelli delle lauree specialistiche per 150 ore ciascuno, i dottorandi per 200 ore. Distribuiremo gli impegni in maniera tale da coprire tutto l’anno accademico, almeno fino a luglio inoltrato. Non dimentichiamo, infatti, che da due anni il settore orientamento e tutorato si fa carico anche di redigere la guida dello studente, per gli iscritti a Lettere e Filosofia”. 
A che punto è la discussione circa l’eventualità di rivedere l’ordinamento, accorpando i moduli e stabilendo per ciascun esame la soglia minima di sei crediti?
“E’ una questione di non poco conto, lo so bene. La fase di studio è stata avviata ma non siamo ancora andati oltre. C’è stata una prima riunione, convocata dal preside con i presidenti dei corsi di laurea, ma siamo ancora a questo stadio preliminare”.
Eppure è un tema che sta molto a cuore agli studenti del Nuovo Ordinamento. Quale è il motivo del ritardo?
“Non è un ritardo, la pausa che ci siamo presi nasce da un’altra considerazione. Siamo tutti in attesa dell’attuazione della 270, la cosiddetta riforma della riforma, attraverso la quale il ministro Moratti modificherà nuovamente gli ordinamenti universitari. E’ in arrivo un’altra revisione, insomma. Ecco il motivo per il quale, a Lettere, abbiamo preferito soprassedere sulla questione dei moduli a base 4 da trasformare in moduli a base 6. Si preferisce attendere l’emanazione delle nuove tabelle e delle nuove disposizioni, da parte del ministero”.
Quando affronterete di nuovo la questione?  
“Tra gennaio e febbraio, quando, si prevede, avremo anche queste nuove tabelle ministeriali. Si spera – parlo a titolo personale, da docente della facoltà di Lettere più che da responsabile del servizio orientamento e tutorato – che la riforma della riforma rispetterà di più le libertà degli atenei e consentirà loro di esercitare l’autonomia, a differenza di quanto è accaduto con la precedente normativa emanata dalla Moratti”.
In quanto responsabile del servizio orientamento, lei gode di un osservatorio privilegiato sulle ansie, le incertezze, le paure della nuova generazione di studenti che frequenta la facoltà di Lettere e Filosofia. L’impressione che si ricava, chiacchierando con loro, è che nutrano la più totale sfiducia nelle opportunità lavorative offerte dalla laurea di primo livello. Insomma, quasi tutti proseguiranno con la specialistica. E’ il naufragio della riforma Moratti? 
“La legge di riforma e gli ordinamenti ad essa conseguenti non hanno purtroppo previsto reali sbocchi professionali nelle lauree triennali. Nella 509 si parla tanto della formazione di un laureato abilitato a.., ma questo presupporrebbe una più precisa indicazione sugli sbocchi professionali. E’ molto difficile, in questa fase, prevedere quali possano essere gli sbocchi professionali di un laureato triennale in Lettere e filosofia. In parte dipende dai vizi originari della riforma, in parte anche dalla non brillante situazione economica che sta attraversando il paese. Le faccio un esempio concreto: la mancanza di fondi per sostenere il sistema dei beni culturali significa anche che un laureato di primo livello in Beni Culturali stenterà molto a trovare soddisfacenti opportunità di impiego”. 
Fabrizio Geremicca
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