Orientarsi alla stesura della tesi

Ambizione e desiderio di molti studenti di Lettere Moderne è dedicarsi nella tesi di laurea ad argomenti che riguardino la propria letteratura di appartenenza. Tanti gli step da seguire per non incorrere nel pericolo di perdersi tra una vastissima bibliografia e metodi di ricerca specifici. Identificato l’argomento d’interesse e il relatore più idoneo a occuparsene, il primo step è andato. Il vero problema è: come scrivere correttamente l’elaborato? Fornisce un supporto utile, in questo senso, per alcuni laureandi il seminario tenuto periodicamente dal prof. Francesco Paolo Botti, docente di Letteratura Italiana. “Un unico incontro che attraverso un approccio in forma seminariale offre indicazioni efficaci a chi s’appresta per la prima volta all’elaborazione di un testo a carattere scientifico – sono le parole di Ilaria Rita Vollaro, laureatasi a luglio e attualmente iscritta al Corso di Laurea Magistrale in Filologia Moderna – La difficoltà maggiore della tesi sta proprio nel superare il rapporto difficile con la scrittura, dopo anni che non la si esercita. Nel nostro Corso di Laurea non ci sono molti esami in forma scritta né sono previste esercitazioni sui testi. L’ultimo elaborato che ho scritto, prima della tesi, è stato il saggio breve per l’esame di Stato. All’inizio non mi sentivo capace di mettere in fila due parole, ma pian piano allenandomi sono entrata nell’ottica di una composizione testuale”. Punto di riferimento fondamentale nella guida a un’analisi coerente e dettagliata del tema è il relatore, non un docente a caso, ma il curatore in tutto e per tutto della tesi. “Il mio tutor, il prof. Botti, mi ha seguito in ogni singolo passaggio, spiegandomi con una pazienza infinita cosa fare e non fare”. In primis, “mi ha aiutato nella scelta del tema – nel mio caso, la solitudine in Petrarca all’interno dei trattati morali, del Secretum e di alcuni sonetti del Canzoniere – proponendomi i vari libri da cui trarre informazioni”. Una volta individuato con precisione il contenuto, “che deve essere quanto più circoscritto possibile, il docente ci ha spiegato nei minimi dettagli come inquadrarlo in una cornice fissa, occupandosi cioè di note, citazioni, suddivisione del testo, indice e bibliografia”. Un consiglio utile può essere: “non legarsi troppo alle parole del materiale a disposizione, ma rielaborare sempre le informazioni facendole proprie, anzi metterle per iscritto solo quando si hanno le idee chiare sull’argomento”. La tesi, del resto, non è un collage di informazioni random ma un approfondimento specifico, se non monografico, che deriva da un’esperienza di ricerca. “Dopo aver letto tutto il materiale occorre sviscerarne le informazioni essenziali e creare una scaletta dei capitoli e dei paragrafi”. Giunti alla fase di scrittura, “stare attenti ad ogni possibile errore di battitura o astrusità dal punto di vista dei significati. Una buona tesi è sempre fluida e scorrevole, poiché si evince dietro la sua composizione un pensiero chiaro e limpido”. A quest’esigenza risponde l’attività dell’incontro seminariale. “Alcuni docenti tendono a non dare indicazioni preliminari sul lavoro, il che ritengo sia invece un’opportunità unica, perché anche una loro singola annotazione nasconde dietro di sé competenze e studi, che – se non vengono opportunamente spiegati allo studente – non si possono più recuperare”. La scrupolosità di un docente è, dunque, indice di una cura massima per l’architettura di un testo. “Il seminario aiuta a non sentirsi disorientati, viste le difficoltà che s’incontrano prima per la mole di fonti e documenti da esaminare e poi nella stesura per fare in modo che sia allo stesso tempo un lavoro oggettivo e personale”, afferma la collega Chiara Verdicchio, studentessa di Filologia Moderna. La scelta del docente è importante tanto quanto l’argomento: “suggerisco di rivolgersi a chi dimostra una certa attenzione nella realizzazione di un lavoro di qualità, dopodiché iniziare con impegno e costanza le diverse prove di scrittura, riflettendo in seguito sulle correzioni e i suggerimenti, senza mai scoraggiarsi”. Tra le dritte più utili del docente: “adottare una scrittura semplice, comprensibile e grammaticalmente corretta, e seguire un filo logico per dare coerenza all’elaborato”. 
Sabrina Sabatino
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