Dal primo novembre, all’Università Federico II, l’attuale ProRettore Gaetano Manfredi, da Ingegneria, grazie ad una elezione con maggioranza bulgara della scorsa estate, sarà, per i prossimi sei anni, il Rettore dell’Ateneo fondato nel 1224 dall’Imperatore del Sacro Romano Impero e re di Sicilia Federico II di Svevia.
Il Suo ProRettore, come da tradizione, rappresenta l’area umanistica, ed è il prof. Arturo De Vivo, attuale Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici. Nell’Ateneo c’è grande aspettativa, tutti si augurano un rilancio che in realtà, grazie al lavoro fatto con il Rettore Marrelli, già sta dando i primi frutti.
Come da prassi, abbiamo chiesto al neo Rettore qualche anticipazione.
Quale ‘rotta’ traccerà per la più antica Università laica e statale del mondo?
“Penso che per la gestione di un mega Ateneo come il nostro, bisogna avere delle regole, possibilmente poche e chiare in un sistema molto ordinato. All’interno dello stesso va dato spazio all’autonomia delle strutture con precise responsabilità”.
I suoi primi interventi su cosa si concentreranno?
“Come prima cosa un progetto di organizzazione dell’Ateneo, soprattutto per l’aspetto amministrativo. Intendo intervenire sugli uffici centrali anche in relazione a quelle che sono le esigenze del bilancio pubblico della gestione economica, poi va rivisto il raccordo tra struttura centrale e strutture dipartimentali che deve essere comunque integrato. Sto pensando, poi, ad un nuovo livello di autonomia delle Scuole anche per la gestione dei servizi ed una maggiore vicinanza ai Dipartimenti. Presto, per renderli più efficienti, ci sarà modo di rivedere anche la funzione di tutti i Centri di Ateneo”.
Anche la didattica necessita di modifiche?
“Sicuramente, è necessaria una rivisitazione dell’offerta didattica, tenendo conto di quelle che sono le performance complessive, e cercare di fare una semplificazione. A questo si aggiungerà un’attività di sinergie con gli ordini professionali e collaborazioni con le aziende. Immagino un sistema strutturato di relazioni con il mondo del lavoro in generale, utilizzando anche il contenitore di San Giovanni a Teduccio”.
L’Università Federico II in questi ultimi anni ha perso tanti docenti per pensionamenti. Come rinforzerà l’organico?
“Questo è un tema a cui sarà data grande attenzione. Penso che l’Ateneo abbia bisogno di risorse, oltre che ovviamente di premiare gli avanzamenti di carriera, occorrono risorse nuove che vengono dall’esterno, sia ricercatori che professori”.
Oltre al ProRettore De Vivo, quali saranno le strutture che lavoreranno al suo fianco?
“Sto lavorando su una serie di Commissioni, snelle e operative con volti nuovi e giovani”. Di cosa si occuperanno? “Una sicuramente dei rapporti con la Scuola, un’altradelle attività culturali, in questo caso già è attivo un gruppo di lavoro ma la istituzionalizzerò. Poi una Commissione sui servizi agli studenti ed una per i rapporti con le aziende”.
Sicuramente assegnerà delle deleghe, in quali settori?
“Ci sarà un delegato all’edilizia, una serie di delegati seguiranno alcune funzioni specifiche dell’Ateneo, per esempio gli aspetti tributari, il sindacato, poi deleghe su funzioni più precise come le residenze o le relazioni con l’ambito professionale”.
Ha più volte parlato di Ateneo aperto alla città. In che modo intende procedere?
“Presto annunceremo una serie di iniziative culturali rivolte anche al territorio, potenziando, per esempio, l’esperienza de ‘Alla Corte di Federico”. (g.v.)
Il Suo ProRettore, come da tradizione, rappresenta l’area umanistica, ed è il prof. Arturo De Vivo, attuale Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici. Nell’Ateneo c’è grande aspettativa, tutti si augurano un rilancio che in realtà, grazie al lavoro fatto con il Rettore Marrelli, già sta dando i primi frutti.
Come da prassi, abbiamo chiesto al neo Rettore qualche anticipazione.
Quale ‘rotta’ traccerà per la più antica Università laica e statale del mondo?
“Penso che per la gestione di un mega Ateneo come il nostro, bisogna avere delle regole, possibilmente poche e chiare in un sistema molto ordinato. All’interno dello stesso va dato spazio all’autonomia delle strutture con precise responsabilità”.
I suoi primi interventi su cosa si concentreranno?
“Come prima cosa un progetto di organizzazione dell’Ateneo, soprattutto per l’aspetto amministrativo. Intendo intervenire sugli uffici centrali anche in relazione a quelle che sono le esigenze del bilancio pubblico della gestione economica, poi va rivisto il raccordo tra struttura centrale e strutture dipartimentali che deve essere comunque integrato. Sto pensando, poi, ad un nuovo livello di autonomia delle Scuole anche per la gestione dei servizi ed una maggiore vicinanza ai Dipartimenti. Presto, per renderli più efficienti, ci sarà modo di rivedere anche la funzione di tutti i Centri di Ateneo”.
Anche la didattica necessita di modifiche?
“Sicuramente, è necessaria una rivisitazione dell’offerta didattica, tenendo conto di quelle che sono le performance complessive, e cercare di fare una semplificazione. A questo si aggiungerà un’attività di sinergie con gli ordini professionali e collaborazioni con le aziende. Immagino un sistema strutturato di relazioni con il mondo del lavoro in generale, utilizzando anche il contenitore di San Giovanni a Teduccio”.
L’Università Federico II in questi ultimi anni ha perso tanti docenti per pensionamenti. Come rinforzerà l’organico?
“Questo è un tema a cui sarà data grande attenzione. Penso che l’Ateneo abbia bisogno di risorse, oltre che ovviamente di premiare gli avanzamenti di carriera, occorrono risorse nuove che vengono dall’esterno, sia ricercatori che professori”.
Oltre al ProRettore De Vivo, quali saranno le strutture che lavoreranno al suo fianco?
“Sto lavorando su una serie di Commissioni, snelle e operative con volti nuovi e giovani”. Di cosa si occuperanno? “Una sicuramente dei rapporti con la Scuola, un’altradelle attività culturali, in questo caso già è attivo un gruppo di lavoro ma la istituzionalizzerò. Poi una Commissione sui servizi agli studenti ed una per i rapporti con le aziende”.
Sicuramente assegnerà delle deleghe, in quali settori?
“Ci sarà un delegato all’edilizia, una serie di delegati seguiranno alcune funzioni specifiche dell’Ateneo, per esempio gli aspetti tributari, il sindacato, poi deleghe su funzioni più precise come le residenze o le relazioni con l’ambito professionale”.
Ha più volte parlato di Ateneo aperto alla città. In che modo intende procedere?
“Presto annunceremo una serie di iniziative culturali rivolte anche al territorio, potenziando, per esempio, l’esperienza de ‘Alla Corte di Federico”. (g.v.)