Pasquale scrive una canzone su Palazzo Corigliano

Pasquale scrive una
canzone su Palazzo Corigliano
Una canzone su Palazzo Corigliano. La prova di quanto gli studenti rimangano poi affezionati ai luoghi dell’Orientale, la dà Pasquale Canzanella, un ragazzo di 33 anni che studiava Archeologia. “Tre anni fa ho lasciato gli studi, dopo 23 esami, perché non ci credevo più. Così ho deciso di andare in Spagna a cercare la mia libertà”, racconta. Perché una canzone su Corigliano? “In realtà, il testo parla dei miei amici, il Palazzo fa da sfondo”. Dalle strofe del testo, filtra Corigliano così com’era tre anni fa, “un po’ diviso in gironi: al quinto piano c’era il settore di ‘liberazione sessuale’”, al quarto e al secondo piano (dove si trovano le biblioteche) “c’erano le persone che studiavano, erano i piani in cui questo palazzo più assomigliava ad un’università”, il terzo piano, “l’ambiente di cui parlo nella canzone era il luogo in cui gli studenti andavano a perdere tempo”. Infine, tutte le tipologie di persone presenti nei vari gironi si incontrano nel cortile ed è lì che viene fuori la “mescolanza”, tratto caratterizzante del Palazzo. In quell’ambiente, si muove il protagonista, un ragazzo che parla del cinema di Truffaut e fa il cascamorto con le ragazze.  “Il progetto iniziale era un racconto – spiega Pasquale – su un ragazzo che studia in questo Palazzo e trova un 45 giri di una band psichedelica anni ’70 che si chiama Corigliano”. Lo scritto è rimasto incompiuto, non così la canzone (al testo è stata aggiunta anche la musica). Il genere è un misto tra Beatles, Pink Floyd e Barrett. Alcune strofe sono in napoletano. Nel ritornello, Corigliano “diviene l’unico posto di Napoli che ti può mancare. Non per il luogo di per sé ma per quello che rappresenta: l’epoca dell’università”. 
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