Petizione per salvare il Progetto Erasmus

Più di 800 firme raccolte in un solo giorno: gli studenti della Federico II si mobilitano a suon di petizioni, per dire no ad una possibile chiusura del programma Erasmus. Il 24 ottobre, nella sede di Giurisprudenza di Porta di Massa, hanno dato vita alla manifestazione ‘Una firma per l’Erasmus’. Tra loro studenti ed associazioni di varie Facoltà. “Il programma Erasmus non si tocca – dice Alessio Savarese, rappresentante degli studenti a Giurisprudenza – Dal 1987 ad oggi, sono circa 2 milioni e mezzo gli studenti che sono andati all’estero per studiare. Alcuni hanno avuto la possibilità di sostenere colloqui di lavoro, abbattendo così ogni barriera culturale. Grazie a questo tipo di mobilità, vi è stata la prima vera grande coesione fra i giovani d’Europa”. La petizione, rivolta ai deputati europei ed alle Istituzioni Comunitarie, chiede di ridare nuova vita al progetto. Alla base, una mancanza di fondi da 9 miliardi di euro. “Durante la prossima plenaria a Strasburgo – spiega Savarese – i deputati europei saranno chiamati a votare il bilancio. Grazie all’aiuto di alcuni referenti (appartenenti ad associazioni studentesche italiane) presenti sul territorio, faremo pervenire all’Assemblea dei deputati le nostre richieste”. Fra tanti segnali negativi, la possibilità di vedersi negata l’esperienza Erasmus è, a detta degli studenti, un’ingiustizia terribile. “Una grave perdita, un segnale negativo che spaventa. Purtroppo il deficit da colmare è altissimo (si parla di 90 milioni di euro solo per l’Erasmus) e ad oggi non c’è alcuna garanzia che le cose possano migliorare”. Un piccolo risultato però lo si è ottenuto: “Grazie alle mobilitazioni europee, giorni fa sono stati elargiti alcuni fondi. Il finanziamento riuscirà a salvare circa il 70% delle borse di studio vigenti quest’anno. Il programma almeno per il 2012 resterà attivo”. Una percentuale che non garantisce per il futuro. Si parla di una riduzione delle borse di studio a partire da gennaio 2013: “È tutto da stabilire, finché il bilancio non sarà in pari, non avremo notizie certe. Intanto continueremo a monitorare cosa accade a livello nazionale ed europeo. La posta in gioco – conclude lo studente – è troppo alta per non partecipare in modo attivo”.
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