È il prof. Piero Salatino il Presidente della neo costituita Scuola Politecnica e delle Scienze di Base, la prima tra le quattro Scuole attivate dall’Università Federico II ad eleggere il suo numero uno. La consultazione si è svolta il 23 ottobre. Salatino, 54 anni, docente del Dipartimento di Ingegneria Chimica, è stato negli anni già Coordinatore dei Presidenti dei Corsi di Laurea e Preside della Facoltà di Ingegneria. La sua candidatura – l’unica pervenuta – sembra una naturale prosecuzione dell’impegno nella politica accademica. “Il mio timore era che una candidatura solitaria potesse abbassare il livello di interesse dei colleghi, invece il grado di partecipazione al voto è stato plebiscitario. Ho avuto molte manifestazioni di stima e il riconoscimento dell’esperienza maturata in tanti anni di lavoro negli organi accademici”, commenta il neo eletto. È alto il livello di entusiasmo e le aspettative rispetto alla nuova organizzazione che l’Ateneo si è dato, “questo dimostra come le Scuole non sono e non dovranno essere solo delle sovrastrutture vuote, ma elementi importanti nell’architettura federiciana”. Due gli ordini di obiettivi, uno di carattere più generale e un altro, a breve termine, di carattere pratico che Salatino si pone. “Quando leggemmo il testo della Legge 240, riguardante il conferimento ai Dipartimenti di responsabilità didattiche, vi trovammo elementi positivi, ma anche dei rischi, perché, abituati ad una didattica interdisciplinare, l’idea che tutto potesse essere compreso nei singoli Dipartimenti ci preoccupava. La fondazione della Scuola è stata, quindi, del tutto naturale e necessaria. La percezione che ho è che ci sia tra i colleghi degli 11 Dipartimenti, che subito hanno voluto aderire a questo progetto, grande fiducia nel compito che ci prefiggiamo – continua il Presidente – Le Facoltà erano strutture dove si incontravano docenti di diverse discipline e che fungevano da raccordo tra diverse aree, la Scuola oggi si è candidata ad assumere su di sé questo ruolo primario. Se vogliamo costruire un buon edificio abbiamo bisogno di muratori, pittori, piastrellisti, idraulici, elettricisti; così per perseguire il nostro obiettivo di pluriculturalità abbiamo bisogno di un linguaggio che metta in comunicazione tutti i Dipartimenti, con le loro competenze monodisciplinari”. Per portare a compimento questo impegno di carattere generale, è necessario, però, definire nel concreto gli elementi che determinano il funzionamento della Scuola: “Scendendo su un livello più pratico, la prima urgenza – anticipa subito Salatino – è di darsi delle regole per la programmazione didattica. Ci troviamo di fronte alla necessità di dover rivedere regole decennali e ben rodate, che attribuivano alle Facoltà il compito di presentare l’offerta didattica. Ora ci sono vuoti disciplinari che vanno colmati”. Se lo scorso anno si è deciso di mantenere invariata l’offerta didattica, adesso, sottolinea Salatino, “sorge l’esigenza di fare ‘manutenzione’ dell’offerta formativa, quindi bisogna rivedere i regolamenti didattici. Solo pochi Dipartimenti arrivano a coprire più del 60% della didattica da soli, quindi occorrono regolamenti che permettano un’offerta coordinata”. In ogni Corso di Laurea, cioè, convergono docenti da più Dipartimenti, discorso valido sia per Ingegneria che per Architettura o per le Scienze, per cui l’offerta didattica non può essere presentata dalle singole strutture dipartimentali, ma va coordinata e ottimizzata. “Un’espressione che si sente dire molto spesso ultimamente è ‘sostenibilità didattica’, da oggi la razionalizzazione delle risorse è un’esigenza imprescindibile per tenere in piedi un’offerta così articolata come è la nostra”. La Scuola si dovrà dotare anche di regole nuove per la gestione degli spazi: “Ci occuperemo di migliorare le condizioni infrastrutturali generali in coordinamento con gli uffici di Ateneo – afferma il Presidente ricordando come – i singoli Dipartimenti non possono svolgere questa funzione. I livelli di condivisione delle strutture sono elevatissimi, aulari, laboratori, spazi comuni: ci vuole qualcuno che se ne prenda la responsabilità di gestione e questo non può che essere la Scuola. Siamo sicuri che una gestione coordinata, infatti, eviterà sprechi e ridurrà i tempi per le procedure amministrative”. Oltre la volontà, in questo caso, c’è bisogno anche di soddisfare le esigenze economiche legate alla gestione degli spazi. Per questo si aspetta il compimento della riorganizzazione contabile dell’Ateneo: “Attualmente il ruolo della Scuola in questo ambito non è stato ancora definito: possiamo istruire procedure per l’acquisto di beni e servizi ma ancora non possiamo portare a compimento l’iter al nostro interno. Siamo in attesa che si concluda la revisione contabile, per definire la nostra funzione in questo senso”.
Valentina Orellana
Valentina Orellana