La Federazione Italiana Biotecnologi (Fibio) ha spalleggiato la nascita del Dipartimento di Biotecnologie “perché per noi era di enorme importanza continuare un percorso iniziato ormai 16 anni fa (il primo Corso di Laurea in Biotecnologie è del 1996)”, commenta Gianluca Ruotolo, Presidente di Fibio. La decisione del Senato Accademico “ci è apparsa alquanto singolare e devo dire che ne siamo rammaricati, anche perché il progetto del Dipartimento aveva tutti i requisiti di legge per essere approvato senza problemi. Ci sembra una decisione più legata ad una volontà politica che all’interesse collettivo dell’Ateneo. Crediamo, infatti, ci sia una ricaduta negativa di immagine se dalla prima Facoltà in Italia di Biotecnologie, in questa fase, non si riesce a creare un Dipartimento. Poi c’è preoccupazione per la conseguente diaspora dei Corsi di Laurea che verranno assegnati a Dipartimenti diversi. Credo che si stia tornando anni e anni indietro, quando, prima dell’attivazione della Facoltà, i Corsi afferivano ad Agraria, Medicina e Scienze”.
“Sono stata tra le prime studentesse di Biotecnologie, rappresentante degli studenti, e ho visto questo progetto prendere corpo anno dopo anno – racconta Ida Crifò, attualmente controller all’Ufficio Controllo Interno di Gestione presso l’Azienda Ospedaliera della Federico II e già al Press Office and External Relations presso il CEINGE – Siamo stati la prima Facoltà in Italia e non creare un Dipartimento adesso, inserendo i settori delle biotecnologie in strutture diverse, mi sembra un passo indietro. La Facoltà è sempre stata un importante punto di riferimento per tutti gli studenti e ci ha guidato anche nei primi passi dopo la laurea. Il rischio è di perdere tutto il patrimonio acquisito in 16 anni, comprese le tematiche culturali innovative e quelle relative agli sbocchi occupazionali. Poi c’è la nostra nuova struttura, sede della Facoltà, importante che resti collegata alle biotecnologie”.
Molte speranze sono, allora, riposte nel Centro, come spiega lo stesso Ruotolo: “che ci auguriamo possa coordinare tutta la ricerca, altrimenti è facile immaginare le ricadute negative: pesando, infatti, su singoli Dipartimenti con diverse aree scientifiche si rischia di fossilizzare proprio la ricerca nelle biotecnologie”. Purtroppo la situazione non sembra diversa nel resto d’Italia: infatti, dalle quattro Facoltà di Biotecnologie, per adesso solo a Modena-Reggio Emilia nascerà un Dipartimento.
C’è fibrillazione anche tra gli studenti che in questi giorni si stanno ponendo molte domande sul loro futuro, e spesso non sono ben informati su cosa sta accadendo. “Abbiamo timore che della mancata attivazione del Dipartimento ne possa risentire la didattica. Non siamo molto informati e questo ci preoccupa ancora di più perché vorremmo dei chiarimenti – dichiara Maurizio Giordano, studente di Biotecnologie della Salute – Ci sentiamo in un limbo e in questo frangente i rappresentanti non stanno facendo bene il loro dovere, perché non comunicano con noi studenti. Neanche la Facoltà, però, ci tiene aggiornati, ad esempio fino a qualche giorno fa sul sito web c’era l’avviso della costituzione del Dipartimento, poi è scomparso e non ci sono state altre comunicazioni”. “Sicuramente in questi giorni gli animi sono un po’ agitati e c’è concitazione anche tra gli studenti – commenta, intanto, Antonio Passariello, rappresentante degli studenti e laureando in Biotecnologie del Farmaco – Per quanto mi riguarda, provo molto rammarico per non avere un Dipartimento di Biotecnologie, anche perché in questi ultimi anni la Facoltà è cresciuta sempre più anche nel numero degli iscritti ed è importante per noi avere un unico punto di riferimento per tutti i Corsi di Laurea. Stiamo aspettando i prossimi eventi per capire cosa succederà”.
“Gli studenti sono molto spaesati. Ci chiedono spesso cosa succederà – racconta la prof.ssa Rosa Rao – Quello che io posso dire è che per loro non cambierà molto. Che sia Dipartimento, Facoltà o Centro, quello che conta è la loro preparazione e il titolo di studio. Quindi devono sempre chiedere il meglio da noi docenti, ma anche dare il meglio per avere la giusta qualificazione che garantisca loro un futuro brillante”.
“Sono stata tra le prime studentesse di Biotecnologie, rappresentante degli studenti, e ho visto questo progetto prendere corpo anno dopo anno – racconta Ida Crifò, attualmente controller all’Ufficio Controllo Interno di Gestione presso l’Azienda Ospedaliera della Federico II e già al Press Office and External Relations presso il CEINGE – Siamo stati la prima Facoltà in Italia e non creare un Dipartimento adesso, inserendo i settori delle biotecnologie in strutture diverse, mi sembra un passo indietro. La Facoltà è sempre stata un importante punto di riferimento per tutti gli studenti e ci ha guidato anche nei primi passi dopo la laurea. Il rischio è di perdere tutto il patrimonio acquisito in 16 anni, comprese le tematiche culturali innovative e quelle relative agli sbocchi occupazionali. Poi c’è la nostra nuova struttura, sede della Facoltà, importante che resti collegata alle biotecnologie”.
Molte speranze sono, allora, riposte nel Centro, come spiega lo stesso Ruotolo: “che ci auguriamo possa coordinare tutta la ricerca, altrimenti è facile immaginare le ricadute negative: pesando, infatti, su singoli Dipartimenti con diverse aree scientifiche si rischia di fossilizzare proprio la ricerca nelle biotecnologie”. Purtroppo la situazione non sembra diversa nel resto d’Italia: infatti, dalle quattro Facoltà di Biotecnologie, per adesso solo a Modena-Reggio Emilia nascerà un Dipartimento.
C’è fibrillazione anche tra gli studenti che in questi giorni si stanno ponendo molte domande sul loro futuro, e spesso non sono ben informati su cosa sta accadendo. “Abbiamo timore che della mancata attivazione del Dipartimento ne possa risentire la didattica. Non siamo molto informati e questo ci preoccupa ancora di più perché vorremmo dei chiarimenti – dichiara Maurizio Giordano, studente di Biotecnologie della Salute – Ci sentiamo in un limbo e in questo frangente i rappresentanti non stanno facendo bene il loro dovere, perché non comunicano con noi studenti. Neanche la Facoltà, però, ci tiene aggiornati, ad esempio fino a qualche giorno fa sul sito web c’era l’avviso della costituzione del Dipartimento, poi è scomparso e non ci sono state altre comunicazioni”. “Sicuramente in questi giorni gli animi sono un po’ agitati e c’è concitazione anche tra gli studenti – commenta, intanto, Antonio Passariello, rappresentante degli studenti e laureando in Biotecnologie del Farmaco – Per quanto mi riguarda, provo molto rammarico per non avere un Dipartimento di Biotecnologie, anche perché in questi ultimi anni la Facoltà è cresciuta sempre più anche nel numero degli iscritti ed è importante per noi avere un unico punto di riferimento per tutti i Corsi di Laurea. Stiamo aspettando i prossimi eventi per capire cosa succederà”.
“Gli studenti sono molto spaesati. Ci chiedono spesso cosa succederà – racconta la prof.ssa Rosa Rao – Quello che io posso dire è che per loro non cambierà molto. Che sia Dipartimento, Facoltà o Centro, quello che conta è la loro preparazione e il titolo di studio. Quindi devono sempre chiedere il meglio da noi docenti, ma anche dare il meglio per avere la giusta qualificazione che garantisca loro un futuro brillante”.