Prima cattedra di Ermeneutica Leopardiana

Nasce all’Università Suor Orsola Benincasa la prima cattedra di Ermeneutica Leopardiana. Sala Villani piena in occasione dell’inaugurazione, che si è tenuta lo scorso 6 marzo. Dopo il saluto introduttivo del Rettore del Suor Orsola, prof. Francesco De Sanctis, e del Presidente del Centro Nazionale di Studi Leopardiani, prof. Fabio Corvatta, il prof. Gilberto Lonardi, membro del comitato scientifico del CNSL e professore ordinario di Letteratura italiana all’Università di Verona, ha aperto la lezione inaugurale con una prolusione sul tema “Montale, Silvia, l’ultimo addio”. Grande apprezzamento della platea, che ha ringraziato il professore con una vera e propria ovazione. Di seguito c’è stato un incontro seminariale, moderato dalla prof.ssa Emma Giammattei e dedicato al tema “Il saluto, il congedo, la lontananza. Tempi e forme dell’addio”, cui hanno preso parte, oltre a Lonardi, anche il prof. Gennaro Carillo, docente di Storia delle dottrine politiche al Suor Orsola, e Fabiana Cacciapuoti, funzionario della Biblioteca Nazionale di Napoli. La cattedra di Ermeneutica Leopardiana, affidata ad anni alterni alla prof.ssa Emma Giammattei, docente di Letteratura italiana, e al prof. Alberto Folin, membro del comitato scientifico del CNSL e docente di Scritture e Poetiche, si affianca ad altre tre cattedre leopardiane nel mondo: quella presso l’Università di Macerata, quella del Leopardi Center di Birmingham e quella dell’Università di Buenos Aires. Diversamente da queste, però, la cattedra orsolina ha un valore curricolare. Attivata nell’ambito del Corso di Laurea Specialistica in Lingue e Letterature Straniere, prevede lezioni frontali e seminari di studio articolati in un modulo semestrale corrispondente a 4 crediti. Inoltre, tutti gli studenti della Facoltà di Lettere del Suor Orsola, se lo vorranno, potranno inserire l’insegnamento nel proprio piano di studi. Le lezioni saranno aperte, attraverso apposite convenzioni, anche agli studenti di altri Atenei, e in generale a tutti coloro che desiderino approfondire la conoscenza del poeta recanatese. “L’interesse nei confronti dell’universo leopardiano è sempre vivissimo”, afferma il prof. Alberto Folin, “ne è dimostrazione il fatto che quando viene ripubblicato un libro di Leopardi si giunge in brevissimo tempo a stampare delle riedizioni. Io ne sono stato attratto fin dall’adolescenza, ma sul piano scientifico l’incontro decisivo è avvenuto quando mi sono confrontato con i nuovi percorsi di studio aperti da Cesare Galimberti nel 1959. Dal 1991 ad oggi ho pubblicato quattro volumi di saggi su Leopardi”. Sul perché di una cattedra curricolare di Ermeneutica Leopardiana il professore dice: “Ci si è resi conto del fatto che il pensiero leopardiano ha prodotto una biografia seconda solo a quella di Dante. Quanto a complessità, c’è un parallelismo: come esiste l’insegnamento di Filologia Dantesca, può esistere anche un insegnamento di Ermeneutica Leopardiana. L’interpretazione del pensiero di Leopardi non giunge mai a un momento conclusivo, ma offre sempre nuovi spunti”. Il prof. Folin terrà il primo anno di corso, l’argomento che si propone di sviluppare è “Leopardi e il nichilismo”, “analisi di come il Leopardi mette in scena la figura del nulla, tema centrale nel dibattito poetico e filosofico della seconda metà dell’ottocento e di tutto il novecento”. Massimo l’impegno dell’Ateneo nella realizzazione di un progetto culturale di così alto livello. “Il Rettore De Sanctis ha voluto fortemente che vi fosse una cattedra leopardiana in una città leopardiana per eccellenza come Napoli”, dice la prof.ssa Giammattei. “L’ermeneutica è la scienza dell’interpretazione, una parola di Gadamer che riguarda l’estetica della ricezione letteraria. Noi presteremo attenzione sia al testo che al contesto, in particolare al contesto storico-culturale napoletano del quinquennio in cui Leopardi soggiornò a Napoli. Il corso andrà al di là degli schemi accademici, sarà uno spazio aperto di lettura, di analisi del testo, di incontro con Leopardi”. Secondo la professoressa, i giovani in special modo si sentono attratti dal poeta di Recanati. “Il giovane è preso tantissimo dal messaggio leopardiano, provocante, di un apparente nichilismo che in realtà nasce dal troppo amore per l’uomo”.
Sara Pepe
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