Procedura Civile, con i due moduli va meglio

Cambio di rotta a Procedura Civile. In barba alle vecchie storie di esame terribile, l’appello del mese di gennaio ha mietuto ben poche vittime tra gli studenti. Certo i voti bassi sono la norma ma ciò che colpisce è il ridotto numero di bocciati rispetto agli anni precedenti. Forse la divisione in moduli ha reso l’esame più accessibile o ha rinviato le stroncature alla seconda tranche, quella più difficile.  Quest’anno, inoltre, in cattedra ci sono professori giovani che probabilmente hanno un approccio diverso con gli studenti. Integrazione del contraddittorio, deroga al principio del contraddittorio, decreto ingiuntivo, procedimenti cautelari, opposizione all’esecuzione: alcuni degli argomenti richiesti agli esami del prof. Salvatore Boccagna. Gli studenti sono soddisfatti sia delle domande, sia dell’andamento degli esami. “La laurea sembra più vicina- dice Serena, studentessa dell’ultimo anno- ho appena superato la prima parte dell’esame senza troppe difficoltà. Certo occorre uno studio costante per parecchi mesi, ma qualcosa è cambiato, i professori sembrano più disponibili”. Di parere concorde Luca: “la divisione in due step è stata fondamentale. La prima parte l’ho superata mesi fa. Purtroppo sono stato bocciato nella seconda ma non dispero, oggi sono sicuro di farcela. Un errore capita a tutti, specialmente se gli argomenti più ostici sono relegati alla fine”. In effetti se l’articolazione dell’esame in moduli è utile, la ripartizione della disciplina desta preoccupazione perché la maggior parte degli studenti non riesce a superare brillantemente la seconda parte. Accade anche agli esami con il prof. Angelo Scala: pochi bocciati e quasi tutti nella seconda prova. “Purtroppo la procedura va studiata così -commenta Chiara, studentessa al quinto anno- e gli argomenti non possono essere ulteriormente suddivisi. Adesso che le cose sembrano andare meglio non è il caso di lagnarsi. Bisogna semplicemente studiare”. Non è del tutto d’accordo Edoardo: “un piccolo cambiamento c’è e ne dobbiamo prendere atto, ma gridare vittoria è ancora troppo presto. Il numero di bocciati è diminuito ma ancora oggi alle sedute d’esame vengono mandati via ragazzi che, pur avendo studiato, hanno difficoltà a spiegare una materia tanto vasta”.
Un esame in cui contano i dettagli è Diritto Internazionale. L’esame desta qualche preoccupazione in più rispetto agli altri anni. Colloqui brevi e domande mirate sembrano scalfire anche gli studenti più preparati, così i voti sono bassi. Con la cattedra del prof. Luigi Sico “le domande vanno tutte nello specifico- dice Claudio- e non puoi consentirti una preparazione per sommi capi. Nel manuale ci sono parole segnate in grassetto accanto ad ogni paragrafo, sono parole chiave che aiutano la preparazione perché rispecchiano i quesiti posti in sede d’esame”. Piattaforma continentale, principio di autodeterminazione, il mare territoriale, l’Onu, l’adattamento del diritto italiano a quello straniero: questi gli argomenti maggiormente richiesti. “E’ la seconda volta che sostengo l’esame- racconta Elena- e finalmente l’ho superato. L’importante è soffermarsi anche sui particolari. Io, ad esempio, la seconda volta ho studiato seguendo la ripartizione dei paragrafi e ponendomi le domande sulle linee guida del libro. E’ stato un successo, torno a casa con un bel 27”. 
Altro esame in cui è preferibile non perdersi in preamboli è quello di Diritto Civile, cattedra del prof. Carmine Donisi in cui risposte secche e mirate fanno la differenza. Le tecniche di formazione del contratto, la struttura e la formazione del contratto, la cooperazione sostitutiva, l’abuso del potere di rappresentanza, alcuni degli argomenti più gettonati. L’esame procede lento, è un susseguirsi di domande e risposte, ma è un procedere diverso. Si da molto spazio alle sentenze e si chiedono riferimenti alla realtà. “Non pensavo che l’esame fosse così complicato- spiega Alice- Mi ero preparata ad esporre gli argomenti facendo una piccola premessa. Mi sono sbagliata: le risposte debbono essere mirate, solo se si passa a spiegare una sentenza si ha più tempo per articolare il tutto. Sono stata bocciata perché troppo dispersiva”. Esperienza comune anche a Giovanni: “ad ottobre sono stato bocciato perché non riuscivo ad entrare nel vivo della problematica. Poi ho assistito ad alcuni esami e ho capito che bisogna dare da subito l’impressione di aver capito centrando l’argomento senza perdersi in dissertazioni. Oggi sono stato promosso con 26 e sono orgoglioso. Quest’esperienza mi ha insegnato che per alcuni esami non è proficuo parlare in continuazione, a volte un po’ di silenzio e concentrazione fanno si che si arrivi alla meta prima e senza intoppi”.
Susy Lubrano
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