Prove d’ingresso non selettive, precorsi, tutorato

A cinque anni dalla riforma e prima dell’entrata in vigore del decreto 270, la Facoltà di Scienze si appresta a riorganizzare i propri ordinamenti didattici. Le linee generali, sulla base delle quali condurre questo processo, sono contenute in un documento approvato a larghissima maggioranza durante il Consiglio di Facoltà del 16 marzo. “Dopo solo una settimana, i Corsi di Laurea erano già a lavoro per riformulare gli ordinamenti alla luce di queste indicazioni” afferma il Preside, prof. Alberto Di Donato. Obiettivi primari: evitare la frammentazione dei corsi e verificare i contenuti di ogni insegnamento affinché siano soddisfatti gli obiettivi formativi generali. Una delle soluzioni individuate per migliorare la qualità dell’offerta didattica è quella di avere un efficiente servizio di tutorato. “Ci sono state delle esperienze in passato ma non hanno avuto esiti positivi perché gli studenti e i docenti si sono incontrati poco. Avvieremo un sistema sperimentale, ogni Corso di Laurea elaborerà una propria strategia e tra un anno o due verificheremo l’efficacia dei metodi adottati”, spiega il Preside. Il carico di lavoro di ciascun docente verrà fissato in almeno 100 ore l’anno e nessuno potrà esimersi dallo svolgimento di attività didattica nei corsi di studio di primo livello, quando questo dovesse essere richiesto dalla programmazione didattica. Grazie all’ampliamento dell’orario di lavoro, i precorsi smetteranno di essere un’attività assolutamente volontaria dei docenti e diventeranno parte integrante dell’orario di lavoro. “Il primo anno è il momento più difficile. Occorre avere più docenti per curare maggiormente gli studenti in questa fase. Avere più tempo a disposizione significa poter fronteggiare meglio la doppia esigenza dell’istituzione che consiste nell’assicurare sia qualità che quantità didattica”. Per attuare il programma formativo, la Facoltà ritiene indispensabile porre particolare attenzione alle condizioni d’ingresso degli studenti e valuta parte integrante del processo di formazione l’acquisizione, da parte di tutti gli immatricolati, delle conoscenze di base. Verranno, pertanto, istituite per tutti delle prove di ingresso non selettive. “Serviranno a fotografare la situazione che abbiamo di fronte e ci permetteranno di pianificare i corsi di recupero” sottolinea Di Donato. La Facoltà ha attribuito a queste prove un certo numero di crediti, chi non le supera e segue il corso di recupero avrà dei crediti. “Si tratta di 2 o 3 crediti sui 180 complessivi, puramente simbolici. Servono a sottolineare che quello è un momento didattico al quale viene attribuiamo un certo valore” dice il Preside. 
Il documento ha posto all’attenzione di tutti la necessità di uniformare gli insegnamenti di base, “se si riuscirà ad ottenere una certa omogeneità, quando questa è realizzabile, si potranno favorire anche le scelte degli studenti che potranno muoversi più liberamente all’interno dei Corsi di Laurea”. 
Se la filosofia alla base del 3+2 era quella di fornire un maggior grado di professionalizzazione al percorso universitario, questa posizione sembra essere stata in parte corretta dal nuovo decreto che richiede di impartire ai giovani, nell’arco del triennio, una formazione culturale generale, demandando gli aspetti specialistici ai corsi magistrali. “Professionalizzazione significa dare agli studenti alcune competenze specifiche, immediatamente spendibili, ma anche una formazione che permetta di potersi facilmente riciclare in base alle opportunità o ai bisogni in linea con le dinamiche del mercato del lavoro. Questo nuovo decreto ministeriale, corregge una distorsione della precedente interpretazione” afferma il Preside. 
Scienze è tra le Facoltà con le più elevate percentuali di abbandono di tutto l’Ateneo. “L’apprendimento presso le facoltà scientifiche richiede un impegno notevole. L’aspetto, per così dire ‘sconvolgente’, è che spesso gli studenti abbandonano l’università senza avere mai seguito. Pagano le tasse e non frequentano. Si potrebbe sperare che nel frattempo abbiamo trovato lavoro ma la verità è che la scelta universitaria sembra stata fatta in maniera casuale o senza motivazione. Questa è sicuramente un problema sociale, che risulta più acuto nella nostra Facoltà” commenta il Preside. L’articolazione dei precorsi non sarà, quindi, generalista ma commisurata alle carenze registrate dagli studenti. “Gli studenti che arrivano da noi fanno fatica anche a comprendere quello che hanno letto. Non possiamo restare indifferenti, dobbiamo cercare di intervenire in qualche modo. Se la carriera universitaria di uno studente rispecchia fedelmente il risultato del test di ingresso, vuol dire che l’istituzione universitaria non serve a niente” sostiene ancora con forza Di Donato. 
Alcuni dati particolarmente critici possono essere parzialmente dipendenti dalla scarsità di personale docente in alcuni specifici settori. I settori maggiormente carenti da questo punto di vista sono quello di Informatica e alcuni rami biologici. “Nel primo caso è comprensibile perché sette anni fa il Corso di Laurea ancora non esisteva, adesso c’è un buon organico ma ancora non basta. Nel secondo caso perché c’è stata un’esplosione del numero degli studenti. Programmeremo delle assunzioni in queste aree” conclude il Preside.
 Simona Pasquale
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