Romina Sepe è una giovane ricercatrice ventisettenne che ha studiato a Napoli. “Alla Triennale ho seguito il Corso in Biotecnologie per la salute. In seguito mi sono laureata con pieni voti in Biotecnologie Mediche. Durante la Specialistica ho anche frequentato il laboratorio del professor Alfredo Fusco”, racconta. Il suo biglietto da visita è un curriculum invidiabile. Dopo la laurea, la passione per lo studio e la ricerca l’ha portata a completare il Dottorato in Endocrinologia e Oncologia Molecolare nello stesso Ateneo in cui si è laureata e che sceglierebbe ancora una volta: “l’università mi ha dato un’ottima formazione e tante possibilità di fare attività pratiche e di laboratorio. Anche se tornassi indietro studierei ancora a Napoli perché ho trovato un ottimo Corso di Laurea. Negli ultimi anni, inoltre, l’Ateneo si sta aprendo molto anche al mondo esterno grazie a diverse collaborazioni con le case farmaceutiche”. Romina, che si occupa del ruolo di geni coinvolti nel processo di carcinogenesi umana, ora sta frequentando un post-dottorato. Al momento vanta dieci pubblicazioni tra articoli su riviste scientifiche e poster in atti di congressi. Il lavoro fin qui speso ha contribuito a creare un profilo professionale che le ha permesso, tra i vari riconoscimenti, di partecipare alla prima edizione del Novartis BioCamp Italia, un workshop finalizzato alla ricerca biotecnologica e farmaceutica che si terrà a Siena tra il 30 settembre e il 2 ottobre. “Ho deciso di partecipare perché i corsi del BioCamp vertono su problematiche economiche importanti per la ricerca. Il fatto che questa volta si tenga in Italia è un’opportunità. Credo sia una buona iniziativa perché aiuta a capire come lavora una casa farmaceutica importante per quel che riguarda la produzione ma anche la distribuzione e la vendita”. Anche per questa esperienza, l’università, dove ormai lei è di casa, ha avuto un ruolo fondamentale. Qui le è stato presentato il progetto e l’invito a proporre la propria candidatura. Romina è entrata nella rosa dei 30 giovani talenti (su 16 mila concorrenti) ammessi all’evento. La pattuglia campana è di tutto rispetto: sei i selezionati (quattro della Federico II, uno della Seconda Università, uno dell’Università di Salerno). Criteri per la valutazione: i risultati accademici conseguiti, le esperienze professionali e le attività svolte al di fuori dell’ambito universitario, oltre alla completa padronanza della lingua inglese. Ottime notizie, dunque, per chi pensa di intraprendere il suo stesso percorso: “alle matricole suggerisco di non avvilirsi. Vanno incontro a un lavoro che non conosce orari né festività. A volte può sembrare che il gioco non valga la candela, invece dico che chi lavora con dedizione si apre a un’attività capace di dare grandi soddisfazioni”.
Romina, giovane ricercatrice, nella rosa dei 30 partecipanti al Biocamp Novartis

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