Scienze chiede collegialità nelle scelte dell’Ateneo

Con difficoltà si raggiunge il numero legale qualificato per deliberare sulle chiamate dei vincitori di concorso al Consiglio di Scienze del 24 febbraio, segnato dalle preoccupazioni per l’avvenire della Facoltà e dell’Università. Tante le tensioni anche interne, in particolare al Dipartimento di Chimica Organica e Biochimica, nel quale da tempo si consuma lo scontro, che ha coinvolto anche il Rettore, fra il Direttore del Dipartimento di Chimica Organica e Biochimica, il prof. Giovanni Sannia, che vuole trasferirsi a Biotecnologie, ed una parte consistente dei suoi membri. La seduta è dominata dalla discussione sulle conseguenze della legge di riforma che abroga alcuni provvedimenti della precedente legge Moratti (compresi quelli relativi agli affidamenti didattici ai ricercatori), obbliga a forti razionalizzazioni della didattica (abolendo, per esempio, i moduli da 4 crediti), stabilisce nuovi vincoli di sostenibilità, trasforma i Dipartimenti in unità di coordinamento per la ricerca e la didattica. Come manifestazione di buona volontà, visto l’estremo ritardo con cui sono arrivate le più recenti indicazioni ministeriali, la scadenza per la presentazione dei nuovi ordinamenti è stata posticipata al 15 marzo e il CINECA ha riaperto le procedure informatiche per l’inserimento dei nuovi parametri. Poche le rettifiche, giusto quelle indispensabili per non incorrere in sanzioni. A Scienze Biologiche la tesi magistrale passa dal valore fisso di 40 crediti ad uno oscillante fra 35 e 40, alla Laurea Triennale in Scienze Geologiche il corso di Sistemi Informativi Territoriali diventa da 5 crediti, mentre la Magistrale in Informatica allarga la forbice per gli esami a scelta che dall’intervallo 8-12 per gli esami a scelta libera passa a 8-24. Ma c’è da riorganizzare un Ateneo: “cominciando dai Dipartimenti che dovranno essere ridisegnati”, dice il Preside Roberto Pettorino. Due le strade immaginate: grandi Dipartimenti unici, per settori omogenei e aggregazioni di settori affini, all’interno di strutture intermedie simili ai Poli. È ormai pronta anche la Commissione Statuto, nominata dal Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione. Le reazioni non si fanno attendere. Sotto la cenere di un’apparente calma, arde il fuoco del malcontento per la scarsa condivisione delle decisioni (sia in Senato Accademico che in Consiglio di Amministrazione sono stati letti messaggi in questo senso), animato dalla contrarietà per la stipula dell’accordo di programma fra le università campane, alla presenza del Ministro Gelmini. “Il sistema pubblico di istruzione è stato smontato e distrutto. Apprendiamo degli accordi dalla stampa e non sappiamo in base a quali criteri si scelgano le persone”, interviene il prof. Giulio Spadaccini. “Fra le proposte di razionalizzazione è prevista l’unificazione delle scuole di Dottorato, la cui qualificazione si baserà sui finanziamenti privati ottenuti”, sottolinea il prof. Alberto Incoronato. “Diventeremo scadenti, ce lo insegna la storia della scienza e fa male. Abbiamo sempre avuto condivisione e collegialità, le personalità ci devono essere, ma vanno controllate, se nessuno lo fa, le aziende funzionano male”, dice il dott. Ulderico Dardano. “Da tempo non si discute più delle questioni, ma se le persone non vengono responsabilizzate, non ci sarà mai partecipazione”, afferma la prof.ssa Giuseppina Castronuovo. “Come pensiamo di continuare a fare didattica e ricerca in un certo modo, quali sono le nostre idee?”, chiede il prof. Paolo Russo. Per il prof. Giuseppe Longo: “ormai non si scappa più da questa deriva dirigistica. Una volta il Rettore era primus inter pares, ora è un manager dirigista. Siamo stati berlusconizzati”. “La Facoltà deve dare un segnale”, ritiene il dott. Francesco Cutugno. “Siamo messi nella condizione di pensare solo in piccolo”, aggiunge il prof. Ugo Lepore. “Non possiamo vivere nel ricordo delle glorie passate, ma pensare ad un futuro migliore – replica il Preside – molte cose vanno riviste nella burocrazia e nelle procedure”. 
Pratiche docenti e rinnovo della convenzione quadro con l’università di Gulu in Uganda, nell’ambito del progetto GULUNAP, per l’aggiornamento e la formazione di studenti e docenti coordinato dal prof. Luigi Smaldone, per il quale l’Università africana ha investito, stavolta, più risorse dell’Ateneo fridericiano, completano le delibere del Consiglio, al termine del quale la Facoltà vota una mozione in cui esprime perplessità e preoccupazione per l’accordo di programma con le altre università e invita il Rettore a farsi garante della massima collegialità delle scelte, individuando procedure definite di informazione, affinché tutto l’Ateneo possa partecipare alla proposta di Statuto.
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