Scongiurata la chiusura di F2Lab, la web radio dell’Ateneo federiciano Uno sponsor garantirà parte dei fondi per far proseguire il progetto

F2Lab non chiuderà: ha un lieto fine la vicenda della radio universitaria che nelle ultime settimane ha mobilitato studenti e docenti. Il laboratorio radiofonico dell’Ateneo Federico II dopo 7 anni di attività ha rischiato, infatti, la chiusura per mancanza di fondi. Ma adesso, assicura la prof.ssa Enrica Amaturo, Direttore del Dipartimento di Scienze Sociali, responsabile del progetto, l’emergenza è passata: “Il Rettore Marrelli mi ha assicurato di essere riuscito a reperire i fondi per l’attività di quest’anno”.
F2Lab accoglie ogni anno tra i 40 e i 60 ragazzi di tutti i Corsi di studio dell’Ateneo, selezionati tramite un bando, per quella che è una vera e propria esperienza di lavoro in una radio on-line: ogni anno necessita di un finanziamento compreso tra i 70 mila e i 100 mila euro per sostenere le spese di manutenzione degli impianti e per i 4 contratti dei due tutor e dei due docenti che seguono i giovani in aula e in studio. Non una cifra proibitiva quindi, che sembra essere stata reperita in parte da uno sponsor esterno pronto a finanziare l’iniziativa. “Ci siamo attivati tutti con grande rapidità per non far morire la radio ed è con grande gioia che ho annunciato ai ragazzi che hanno già vinto il bando di quest’anno che, tra un mese al massimo, ripartiremo con le nostre attività”, aggiunge la prof.ssa Amaturo.
Da Workshow, il programma di punta mattutino, a Bonsai, con tutto sulle news, da CD, trasmissione di cucina per studenti, a Bunch!, dedicato alla movida cittadina, F2Lab offre al pubblico di internauti un palinsesto trasversale pensato dagli studenti e per gli studenti, con collaborazioni importanti come quelle con il San Carlo o con il Napoli Teatro Festival. “La radio è un luogo di grande formazione personale e professionale – commenta Pierluigi Razzano, coordinatore di redazione – Si inizia con una fase teorica, di circa 150 ore in aula, in cui si comprende come stare dietro un microfono, dalla dizione ai tempi radiofonici, come usare un mixer o come si lavora in post-produzione. Poi si passa, con circa 250 ore di lavoro, in studio. I ragazzi sono on-line ogni giorno e tutto quello che si ascolta è opera loro”.
Un progetto importante, molto apprezzato dai giovani, “che dà la possibilità di comprendere la struttura radiofonica a 360 gradi. Apprendono i trucchi del mestiere e le regole del mezzo radiofonico. Poi c’è anche l’aspetto redazionale, perché sul sito vengono pubblicati gli articoli con le notizie che passano in radio – aggiunge Razzano – I ragazzi, quindi, imparano anche a scrivere un articolo, a reperire le fonti, assumersi le proprie responsabilità, e tutto il lavoro di tipo giornalistico che c’è dietro uno scritto”.
In sette anni di attività sono passati molti ragazzi per i microfoni di questa radio, la prima in Italia a nascere come laboratorio didattico, e “per molti l’attestato di fine attività è stato un ottimo lasciapassare per collaborazioni in Rai o presso quotidiani”. Gli studi sono sempre frequentatissimi “perché una volta finito lo stage, i ragazzi continuano a tornare in radio per dare il loro contributo e trasferire la loro esperienza ai nuovi arrivati. Anche per noi che vi lavoriamo – conclude Razzano – è davvero un privilegio poter far parte di questo progetto, perché offre uno sguardo sulla realtà che si rinnova ogni volta attraverso le esperienze dei ragazzi”.
Una Radio del ‘cuore’ quindi, che almeno per un altro anno riuscirà a trasmettere e a formare un altro gruppo di promettenti speaker.
Valentina Orellana
- Advertisement -




Articoli Correlati