Scuole di Specializzazione, gli studenti chiedono maggiore trasparenza e attenzione al merito

Gli studenti di Medicina chiedono trasparenza ed un’effettiva valorizzazione del merito rispetto alle modalità con cui si svolge il concorso di accesso alle Scuole di Specializzazione mediche. Si tratta di una mobilitazione nazionale: sul web è nato un comitato pro riforma del concorso, di cui fanno parte aspiranti specializzandi e studenti di tutta Italia che, in breve tempo, ha guadagnato un ampio consenso. Se ne discute anche alla Federico II. “C’è molto fermento in Facoltà e, soprattutto tra gli iscritti all’ultimo anno, non si fa che parlare del grado di oggettività delle prove d’accesso alle Scuole – afferma Francesco Barbato, rappresentante al sesto anno di Medicina – Attualmente, il concorso prevede due prove: 60 quiz a risposta multipla estratti da un database e la valutazione, da parte del candidato, di un referto o un caso clinico, mediante una relazione scritta sintetica, che si presta facilmente a valutazioni soggettive della commissione”. 
In prima battuta, il comitato pro-riforma ha proposto un concorso che prevedesse una graduatoria unica su scala nazionale, in modo che tutti i partecipanti abbiano l’opportunità di collocarsi presso la Scuola di proprio interesse (senza dover ripiegare su altro, in caso di bocciatura) e garantire una conseguente maggiore mobilità. Secondo gli iscritti all’Ateneo federiciano, “la prima prova si basa su quiz troppo nozionistici, andrebbero più strutturati sul ragionamento. Un’ampia percentuale di candidati li passa in quanto vengono estratti da un archivio pubblicato sul sito del Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), e dunque risulta solo un esercizio mnemonico”. La seconda prova, centrata su un caso clinico proposto dalla commissione, è differente per ciascun candidato, e, secondo i ragazzi, “favorisce o penalizza a discrezione della commissione che, spesso, non giudica con criteri oggettivi”. 
In altri Paesi europei, pare ci si organizzi diversamente. “In Francia, il reclutamento dei medici specialisti avviene con un concorso nazionale secondo norme trasparenti: per esempio, durante l’esposizione del caso clinico, il candidato deve utilizzare parole-chiave, mentre in Spagna non è proprio prevista”. 
Nei mesi scorsi, gli aspiranti specializzandi del comitato sono stati ricevuti, negli uffici del Ministero della Salute, dal Direttore generale delle professioni sanitarie del Servizio Sanitario Nazionale Giovanni Leonardi e dal Direttore generale per l’Università Daniele Livon, ma, ad oggi, non si è arrivati ad una risoluzione. Senza dubbio, “la volontà di riformare è comune, bisogna guardare alle modalità. Alla Federico II, sono già state raccolte oltre un migliaio di firme”. Chi volesse aderire al gruppo facebook può farlo collegandosi al link www.facebook.com/groups/petizionespecializzazionimediche/.
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