Sei studenti della Sun a Madrid per una rassegna universitaria di danza

Sei studenti della Seconda Università a Madrid per una rassegna di danza contemporanea dal 10 al 15 aprile. Dopo aver preso parte per circa tre mesi alle lezioni di hathayoga e teatro-danza finanziate dall’Ateneo con la coreografa Anna Redi, i sei studenti più meritevoli (tutti iscritti a Lettere, tranne uno) sono stati scelti dall’insegnante per presentare una coreografia nella capitale spagnola nell’ambito della rassegna universitaria “Uni Danza”, giunta ormai alla sua nona edizione, che quest’anno avesse come tema “Il Rito”. Francesca Zeoli, secondo anno di Conservazione dei Beni Culturali, ha già studiato danza in precedenza ed è assolutamente entusiasta dell’esperienza vissuta. Racconta: “Sono state a nostro carico solo le spese del volo, abbiamo alloggiato in hotel e l’Università Carlos III di Madrid ha messo a nostra disposizione una mensa ed anche dei tutor, oltre che degli interpreti”. Quello che più ha apprezzato: l’atmosfera. Racconta: “Non eravamo in gara l’uno contro l’altro, c’è stata una grande sintonia tra noi e una forte voglia di fraternizzare. Ormai noi sei siamo quasi una famiglia”. Altrettanto entusiasta Emanuela Rendina, iscritta al terzo anno di Lettere Moderne: “Le nostre giornate a Madrid sono state organizzate nei minimi dettagli: conferenze al mattino, a pranzo e al pomeriggio c’erano  esibizioni di artisti nelle varie zone dell’Università. Eppure non è stato per nulla stancante. Io devo moltissimo a quest’esperienza e alle lezioni con Anna Redi, perché mi hanno permesso di sbloccare qualcosa che avevo dentro. Lo scopo di questo progetto, pienamente raggiunto, era eliminare le distanze tra le persone, anche quelle di altra nazionalità”. Mario Caruso, studente di Ingegneria meccanica, ha già partecipato al progetto: “L’anno scorso, a Parigi, ero l’unico non ballerino. Quest’anno è stato diverso, quasi nessuno aveva esperienza e ci siamo aiutati l’un l’altro: è stata soprattutto un’esperienza di gruppo. Io, ad esempio, dilettandomi con la musica elettronica, ho cercato di aiutare soprattutto nella scelta dei pezzi per la coreografia e, trattandosi di rito, abbiamo scelto una preghiera in sanscrito e mixato con un pezzo hip hop più aggressivo”. Mario non rinuncia però a qualche piccola critica: “Prima di arrivare a Madrid, non avevamo mai provato in teatro: le prime prove le abbiamo fatte nel teatro dell’Università Carlos III. C’è un abisso tra le due realtà: in Spagna ci hanno trattato come dei professionisti, in Italia abbiamo dovuto contribuire di tasca nostra per fittare una sala in un centro danza”. Francesca Auricchio, secondo anno di Conservazione dei Beni culturali, dopo aver studiato danza classica per dieci anni ed essersi poi interessata ai balli caraibici, è stata costretta, a causa degli impegni universitari, a sospendere l’attività, per cui, grazie al progetto, ha avuto la possibilità di conciliare tutti i suoi interessi. “A Madrid eravamo gli unici italiani e tra noi si è creato un rapporto incredibile, siamo diventati quasi una famiglia. Questa è la cosa più bella che quest’esperienza mi ha dato. Anche con la nostra coreografa si era creato un rapporto splendido: mi ha insegnato tantissimo anche a livello umano. Mi è dispiaciuto molto che non sia venuta a Madrid per i suoi impegni teatrali, ma è stato come se fosse lì con noi”. Per quanto riguarda il futuro: “Speriamo che il progetto vada avanti, che ci sia una maggiore apertura anche da parte dei nostri compagni e che l’Università possa mettere a nostra disposizione anche un’aula più adatta, dato che quella che usavamo è stata trasformata in una mensa!”. Salvatore Donatiello, in procinto di iniziare la Magistrale in Scienze per la conservazione dei beni culturali, viene dal mondo del teatro: “Ho iniziato questo progetto perché pensavo potesse aiutarmi a crescere, e così è stato. Mi ha fatto capire come l’arte possa legare ed agevolare il dialogo tra persone di nazionalità diverse”. Anche Roberta Adelini, in procinto di laurearsi in Conservazione dei beni culturali, ha alle spalle un bel po’ di esperienza artistica, sia come ballerina che come attrice: “Ciò che ho imparato da quest’esperienza è l’importanza di sentirsi cittadini del mondo, l’importanza del confronto con altre realtà”.
 Anna Verrillo
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