“L’edificio 20 è disastrato, è terra di nessuno. C’è una sporcizia incredibile, non è riscaldato e l’illuminazione è scarsa. Non ci sono controlli, neppure di notte. Ci sono un sacco di ingressi, ci può entrare chiunque”, sostiene con forza il rappresentante degli studenti Felice Crocetto. L’edificio non è solo un luogo in cui si svolgono lezioni ed esami ma costituisce uno spazio di incontro, un posto in cui confrontarsi sulla prova che si sta preparando ed in cui cercare un po’ di quiete per concentrarsi sullo studio. “Non c’è mai stata molta cura della struttura ma dal momento che si è iniziato a ristrutturarlo le cose sono peggiorate”, aggiunge Crocetto. Alcuni lavori sono stati effettuati, come il rifacimento della copertura per ovviare alle infiltrazioni di acqua che si erano verificate in diverse aule. “Sono aggiusti temporanei, i problemi riemergono – afferma lo studente – Le sedie sono in stato pietoso e metà dei computer dell’aula multimediale non funziona”. L’assenza di riscaldamento costituisce un grosso problema: “Soprattutto chi studia nei box-studio o nei corridoi rischia di congelarsi. Senza contare che i posti per lo studio sono veramente pochi ed ognuno si accampa dove può”. Simile problema nell’edificio 6: “Per tutto il primo semestre i ragazzi sono stati al freddo – afferma il rappresentante studentesco Alessio Bocchetti – Se si guarda la struttura dall’esterno appare completamente nuova ma all’interno è rimasto tutto uguale”.
Gli studenti sostengono che vi siano carenze anche nella distribuzione delle lezioni nelle varie strutture. “Tra i Corsi delle Scuole di Specializzazione, quelli della SUN e quelli di Scienze Infermieristiche, le aule non bastano per tutti – afferma Bocchetti – Contavamo molto sulle aule della Tensostruttura, invece non verranno destinate a noi. Continueremo a seguire nelle vecchie aule malandate”. Crocetto fa notare un punto di forza della struttura: “La biblioteca anatomica del piano terra dell’edificio 20 è stato un grande successo. Ci sono modellini, plastici di scheletri, libri, c’è un po’ di tutto. Li si può consultare liberamente. Degli studenti part-time controllano gli ingressi e l’utilizzazione dei materiali didattici. Per la biblioteca vera e propria, invece, non si vede la fine dei lavori”.
Un plauso dagli studenti va all’attività di internazionalizzazione della Facoltà. Molto curato il progetto Erasmus. Ci sono tra i 60 e i 70 posti disponibili e vengono sempre utilizzati tutti. “I professori Sabino De Placido, Bianca Maria Veneziani e la dottoressa Puca fanno un ottimo lavoro. Spronano gli studenti a partire, selezionano seriamente i più motivati – afferma Crocetto che è reduce da un Erasmus di 9 mesi all’Università di Santiago di Compostela – La graduatoria è molto trasparente. Non ci sono mai critiche in merito”. Lo studente ha sostenuto alcuni degli esami del IV anno in Spagna ed ora è iscritto al V: “Ho scelto di andare a Santiago perché l’anno prima vi ero stato in visita da un amico che era lì per l’Erasmus e ne ho avuto una bella impressione. All’estero godiamo di un’ottima accoglienza. Dubito che noi siamo altrettanto aperti nel ricevere gli stranieri. Gli studenti Erasmus a Medicina sono rarissimi”. A scoraggiare i colleghi stranieri non è solo la difficoltà dell’italiano. “Gli esami da noi sono più complessi. All’estero si fa più attività pratica, i tirocini obbligatori lì durano mesi”, commenta Crocetto. Bocchetto aggiunge: “Nessuno si sognerebbe di venire a fare qui esami tosti come Anatomia, Farmacologia o anche Fisiologia i cui scritti stanno diventando sempre più difficili”.
Manuela Pitterà
Gli studenti sostengono che vi siano carenze anche nella distribuzione delle lezioni nelle varie strutture. “Tra i Corsi delle Scuole di Specializzazione, quelli della SUN e quelli di Scienze Infermieristiche, le aule non bastano per tutti – afferma Bocchetti – Contavamo molto sulle aule della Tensostruttura, invece non verranno destinate a noi. Continueremo a seguire nelle vecchie aule malandate”. Crocetto fa notare un punto di forza della struttura: “La biblioteca anatomica del piano terra dell’edificio 20 è stato un grande successo. Ci sono modellini, plastici di scheletri, libri, c’è un po’ di tutto. Li si può consultare liberamente. Degli studenti part-time controllano gli ingressi e l’utilizzazione dei materiali didattici. Per la biblioteca vera e propria, invece, non si vede la fine dei lavori”.
Un plauso dagli studenti va all’attività di internazionalizzazione della Facoltà. Molto curato il progetto Erasmus. Ci sono tra i 60 e i 70 posti disponibili e vengono sempre utilizzati tutti. “I professori Sabino De Placido, Bianca Maria Veneziani e la dottoressa Puca fanno un ottimo lavoro. Spronano gli studenti a partire, selezionano seriamente i più motivati – afferma Crocetto che è reduce da un Erasmus di 9 mesi all’Università di Santiago di Compostela – La graduatoria è molto trasparente. Non ci sono mai critiche in merito”. Lo studente ha sostenuto alcuni degli esami del IV anno in Spagna ed ora è iscritto al V: “Ho scelto di andare a Santiago perché l’anno prima vi ero stato in visita da un amico che era lì per l’Erasmus e ne ho avuto una bella impressione. All’estero godiamo di un’ottima accoglienza. Dubito che noi siamo altrettanto aperti nel ricevere gli stranieri. Gli studenti Erasmus a Medicina sono rarissimi”. A scoraggiare i colleghi stranieri non è solo la difficoltà dell’italiano. “Gli esami da noi sono più complessi. All’estero si fa più attività pratica, i tirocini obbligatori lì durano mesi”, commenta Crocetto. Bocchetto aggiunge: “Nessuno si sognerebbe di venire a fare qui esami tosti come Anatomia, Farmacologia o anche Fisiologia i cui scritti stanno diventando sempre più difficili”.
Manuela Pitterà