Si avvicina la sessione di esami per gli studenti di Scienze Politiche

Comincia la sessione di esami di dicembre per gli studenti di Scienze Politiche. “È una finestra molto utile per noi – dichiarano alcuni iscritti – dal momento che ci permette di completare gli appelli di settembre”. “Per gli universitari ogni sessione in più è ben accetta”, afferma Ernesto Zerella, studente ventiquattrenne iscritto al terzo anno. Ernesto sta preparando il suo ultimo esame: Storia delle istituzioni Europee. Il corso attualmente è tenuto dal prof. Gianluca Luise, ma lui dovrà sostenere la prova con il vecchio docente, Raffaele Feola. “Ci ho provato già due volte – dice – e quindi mi è rimasto alla fine”. Ma quali sono gli esami scoglio per i futuri politologi? “Dipende dal professore – continua Ernesto – anche se molti dicono che Diritto Internazionale con la prof.ssa Talitha Vassalli sia complicato da superare. Non posso riportare una testimonianza diretta perché non era nel mio piano di studio”. “Sicuramente le prove di Diritto sono le più complesse – afferma Martina, studentessa al secondo anno del Corso di Studi in Scienze Politiche – credo sia a causa degli articoli che bisogna ricordare a memoria. Anche se molti dei miei colleghi alla Magistrale dicono che la docente di Diritto Pubblico, la prof.ssa Giuliana Stella, è molto disponibile”. 
Una docente 
“disponibile” a 
Diritto Pubblico
“Il Diritto è una disciplina misteriosa che incombe sulle nostre vite – spiega la docente Giuliana Stella – Se non la si conosce, ci mostra solo il volto della sanzione”. Secondo la prof.ssa Stella è sbagliato pensare che il Diritto sia una disciplina solo mnemonica. “Bisogna metterlo in contatto con la realtà – asserisce – di solito i ragazzi lo studiano astrattamente quando alla fine è parte integrante della nostra quotidianità”. La fama di “docente comprensiva” le si addice molto, a dimostrarlo sono le percentuali dei promossi ai suoi esami. “In media il 70% dei ragazzi supera subito la prova”. Frequentare, secondo la professoressa, non è indispensabile. “Le lezioni arricchiscono, ma non bisogna sottovalutare la proprie capacità”. L’importante, quando si studia, è ripetere. “Solo in questo modo ci si può rendere conto se si è capito. Alla fine è lo stesso concetto che vale per noi docenti. Gli insegnanti spiegano bene quello che hanno appreso bene”. Fondamentale la capacità di sintesi: “Si sviluppa soprattutto facendo gli schemi. Poi, ovviamente, ognuno ha il suo metodo”. La prova di Diritto Pubblico è orale. “In fase d’esame prevale la parte giuridica del manuale, piuttosto che quella storico-politica – continua la docente – ovviamente mi aspetto dagli studenti che sappiano la differenza tra un decreto legge e un decreto legislativo. Devono conoscere i gangli fondamentali della Stato e capirne i meccanismi”. 
Il prof. Piccolo,
“un’icona”
Nominato a gran voce “icona dell’Ateneo” il prof. Domenico Piccolo, docente di Statistica. “È semplicemente un grande – afferma Nicola, studente al terzo anno di Scienze Politiche – non si può non superare l‘esame con lui. Ha molte attenzioni per noi studenti”. “Fornisco ai miei frequentanti tutte le informazioni sul programma fin dall’inizio del corso – spiega il prof. Piccolo – inoltre, metto a loro disposizione, sul mio sito, una parte dove possono trovare tutti i consigli utili per conseguire un buon esame”. Su circa 600 studenti che si presentano all’appello di Statistica, l’85% supera l’esame. “Insisto molto sulla logica – continua il docente – durante il loro percorso accademico, i nostri iscritti non sosterranno altre prove su questa disciplina, quindi cerco di far capire loro che dietro la statistica c’è un modo di ragionare. Non è solo una questione di formule. Noi siamo scienziati applicati, attraverso i modelli capiamo la realtà”. Spesso i ragazzi pensano alla Statistica come ad un insieme di formule matematiche. Questo grosso preconcetto può diventare un blocco nello studio della materia. “Durante le mie lezioni cerco sempre di costringere gli studenti a pensare – asserisce Piccolo – e alla fine chi frequenta riesce a superare le difficoltà iniziali”. Seguire il corso è molto importante se si deve sostenere questo esame. Se si unisce la frequenza ad uno studio costante, in 12 settimane ci si riesce a preparare. “E intendo 3 mesi in cui ci si dedica anche ad altre materie”. Le lezioni del prof. Piccolo terminano il 7 di dicembre. Nella settimana prima dell’inizio della sessione, il docente incontrerà per tre volte gli studenti per un ricevimento collettivo. “L’abbiamo già fatto l’anno scorso ed è andato bene – racconta – è utile perché quando uno dei partecipanti pone una domanda, la risposta può essere ascoltata da tutti. Prima avevamo il tutoraggio, che purtroppo adesso, a causa della mancanza di fondi, non c’è più. Era un buon servizio. Io avevo scelto due ragazze molto in gamba. Quando facevano ricevimento c’era sempre la folla”. 
“Non abbandonate
gli studi linguistici”
Percorso atipico, invece, quello delle lingue. Infatti, per gli aspiranti politologi federiciani, lo studio degli idiomi europei dura solo un semestre in tre anni. “Poi, magari, si ritrovano a farlo direttamente alla Magistrale”, dichiara la docente di Lingua Inglese Vanda Polese. Ma, d’altro canto, lei è stata brava ad adattare il corso alle esigenze degli studenti. “L’esame che i miei studenti verranno a sostenere rispecchia in pieno le finalità delle mie lezioni – spiega la docente – è diviso in due parti: scritto e orale. La sezione scritta consta di un elaborato che sia un’analisi di un argomento scelto all’inizio del corso”. L’obiettivo della prof.ssa Polese non è tanto concentrarsi sui concetti riguardanti le regole grammaticali, piuttosto insegnare agli studenti ad analizzare la realtà attraverso lo studio degli articoli di giornale in lingua. In questo modo, la docente ha la possibilità di affrontare diversi ambiti disciplinari. “Basti pensare che, per comprendere il modo in cui le diverse testate hanno di raccontare un evento, c’è bisogno di conoscere la cultura, gli usi e i costumi del Paese preso in analisi”. Un consiglio che la docente dà agli iscritti di Scienze Politiche è di non abbandonare gli studi linguistici. “L’Ateneo offre diversi strumenti – afferma la professoressa – Abbiamo un Centro Linguistico che sta organizzando proiezioni di film in lingua con i sottotitoli in italiano e corsi di preparazione per il conseguimento di certificazioni. L’unico problema degli studenti è la mancanza di autostima. Molti hanno paura di non avere, nel proprio bagaglio culturale, quello che serve. Un atteggiamento positivo produce buoni risultati”. 
Non sono, comunque, poche le difficoltà che gli aspiranti politologi incontrano nel prepararsi a questa finestra d’esame. Conciliare i tempi delle lezioni con quelli dei corsi non è sempre facile. “Io studio svegliandomi presto la mattina – racconta Raffaele, studente al primo anno della Magistrale in Pubblica Amministrazione – ma durante la Triennale era diverso, perché le lezioni erano concentrate in 4 giorni e terminavano solitamente entro mezzogiorno”. “Il periodo non è ottimale, ma meglio che ci sia – dichiara Vincenzo, studente al secondo anno della Magistrale in Scienze della pubblica amministrazione – prima c’era anche una finestra ad aprile ed era molto comoda”. “Io non ho molti problemi – afferma Marco Carlino, iscritto al secondo anno di Relazioni Internazionali – gli esami del primo anno, a dire il vero, li ho tutti terminati. Adesso mi sto preparando in vista delle prove intercorso. Non ho avuto bisogno di questa sessione ma la ritengo comunque molto utile. La prova più pesante? Forse Scienza Politica del prof. Fortunato Musella, ma solo perché è da 15 crediti e la mole di materiale da studiare è tanta”. 
Marilena Passaretti
- Advertisement -





Articoli Correlati