Sociologia e la riforma

Sociologia si prepara ai cambiamenti in vista della riforma Zecchino. “Tutto è in fase di elaborazione e discussione” ha precisato il Preside Francesco Paolo Cerase, “non è stata ancora infatti definita la bozza per i decreti d’area” mentre l’impianto per la formalizzazione del triennio formativo è all’esame del CUN. In futuro si parlerà probabilmente di una laurea in Scienze sociologiche. Si conseguirà attraverso un percorso formativo basato sui crediti. “La riforma stravolgerà  l’attuale metodo didattico. I corsi saranno sostituiti da moduli, che si tradurranno in contenuti da inserire nei percorsi formativi” ha spiegato il Preside. “Prima di formulare ipotesi è necessario verificare di quali risorse la facoltà dispone ed in particolare quali sono gli impegni che ciascun docente potrà assumersi”. La qualità dell’offerta sarà legata alle risorse della facoltà, oggi scarse. Molto dipenderà dal nuovo status giuridico dei docenti. “Le attuali 52 ore di corso di ciascun docente potrebbero raddoppiare e in quel caso ogni docente potrebbe aumentare il suo carico di lavoro, arrivando a realizzare per esempio sei, sette moduli”.  Discorso non diverso per la laurea specialistica. “I docenti hanno formulato le loro proposte per realizzare chi una specializzazione in Comunicazione istituzionale, chi in Organizzazione e management, oppure in Beni culturali o Sviluppo e immigrazione nell’area mediterranea. Sono tutte proposte credibili”, ha commentato il Preside. Il vero problema resta quantizzare ciò che la facoltà sarà in grado di offrire. Solo in questo modo si avrà la sicurezza di generare un prodotto, il laureato, competitivo sul mercato del lavoro. 
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