Sociologia intitola un’aula al prof. Amato Lamberti

La Facoltà di Sociologia ricorda con commozione il prof. Amato Lamberti, docente di Sociologia della devianza e della criminalità oltre che politico e giornalista, scomparso prematuramente a giugno, in una giornata di discussione su ‘Mafie, ambiente e partecipazione’, organizzata lo scorso 13 dicembre, a cui hanno preso parte non solo studenti e docenti, la famiglia di Lamberti, la moglie Roselena e i figli Marco e Daniele, e diversi amici. “Questa giornata è stata voluta e sostenuta dagli studenti – ha detto la prof.ssa Annamaria Zaccaria, in apertura dell’incontro – nei quali Amato ha lasciato un segno forte, è riuscito a dare degli indirizzi ai ragazzi e alla città”. In aula, si è discusso di quelli che sono stati i due cavalli di battaglia di Lamberti: il rapporto tra camorra e politica e l’analisi dell’ambiente come risorsa. “Amato era una persona dolcissima, ma con un carattere intransigente, e, in genere, questo tipo di persone non sono ben accolte dalla società – ha detto Isaia Sales, studioso della camorra e docente al Suor Orsola Benincasa – Le sue analisi spietate sul rapporto tra mafia e politica non erano supportate. Era un intellettuale che non voleva solo descrivere il mondo, piuttosto voleva cambiarlo, un sociologo militante che sentiva l’assillo di dover cambiare ciò di cui parlava”. Con i suoi studi, ha aperto un obiettivo sulla camorra. “Tutti noi – ha continuato Sales – che abbiamo cominciato a studiare la camorra dobbiamo ringraziarlo per la straordinaria analisi sociale che ha fatto quasi città per città. In Amato, il sistema clientelare e quello camorristico si somigliano molto: questo è il suo più grande insegnamento”. Si è parlato anche dell’isolamento degli ultimi anni di vita del prof. Lamberti. “Aveva una soggettiva tendenza alla solitudine – ha detto Nino Daniele, direttore dell’Osservatorio sulla camorra e sull’illegalità – Il mondo politico di questa regione l’aveva condannato all’isolamento, ma ciò che riusciva a dargli forza era il dialogo con i giovani. Era un esploratore, un sociologo vero, nessuno riuscirà a mummificarlo”. Geppino Fiorenza, referente dell’associazione Libera, con il suo intervento fa un salto nel passato. “Nel ‘95, quando è nata Libera, i due referenti della Campania eravamo io e Amato. Lasciò solo quando fu eletto Presidente della Provincia”. In tanti, come Fiorenza, hanno sottolineato lo spirito della giornata. “Non è una commemorazione, – ha ribadito – ma un incontro per provare a ragionare su concetti forniti da un amico e per continuare a fare le cose nel suo stile, dovremmo approfondire ancor più l’analisi sulle problematiche relative alla corruzione”. Arnaldo Capezzuto, direttore di ‘LaDomenicasettimanale.it’, ne condivide un ricordo vivo: “È stato lui che mi ha consigliato come muovermi a seguito delle minacce di morte che avevo ricevuto per la stesura di articoli sull’omicidio di Annalisa Durante, è stato sempre lui ad imporre a Bassolino l’assessorato alla normalità, perché Napoli, a suo avviso, doveva diventare una città normale. Sono molto orgoglioso di portare dentro di me un pezzo di Amato”. A seguire, si è dato spazio agli interventi di conoscenti e amici del professore e la testimonianza di Amedeo Zeni, uno dei suoi ultimi studenti: “Il prof. Lamberti ci ha insegnato il senso dell’ordine civico e il rispetto della collettività, ha seminato tante intuizioni utili promuovendo la crescita. Ora sta a noi continuare il suo lavoro. Intanto, lui non amava molto le parole ma guardava i fatti, quindi avvertiamo la necessità di combattere per portare avanti le sue idee”. Lucio De Liguori, referente regionale dell’ANS (Associazione Nazionale Sociologi), lo ha definito “il maestro dei sociologi, un esempio”. “È stato un grande uomo, pacato, equilibrato nei rapporti con gli altri, dall’altissimo senso civico e politico, un esempio di moralità etica, alla continua elaborazione di una ricerca radicata sul territorio”. E’ venuta dalla prof.ssa Gabriella Gribaudi, docente di Storia contemporanea, la prima idea pratica per continuare il lavoro del docente scomparso: “La Biblioteca del Dipartimento di Sociologia potrebbe attivare un fondo e impegnarsi a digitalizzare tutti gli articoli dell’Osservatorio sulla camorra, rendendo, in questo modo, un servizio alla comunità di studenti e studiosi che hanno interesse a lavorare su questa documentazione. Lui assegnava tantissime tesi e dava la possibilità ai giovani di avere uno sbocco”. Al termine dell’incontro, l’aula 2.2 è stata intitolata a Lamberti.
Maddalena Esposito
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