Softel, prima riunione del nuovo corso

Giovedì 15 ottobre con la prima riunione del nuovo Consiglio Direttivo del Softel – il Centro di Ateneo per l’Orientamento, la Formazione e la Teledidattica dell’Università Federico II – si è aperto ufficialmente il triennio diretto dal prof. Luigi Verolino. “E’ un primo contatto per gettare le basi del tanto lavoro che ci aspetta”, ha sottolineato il Direttore, “questo è il decimo anno che mi vede impegnato nell’attività di orientamento, tre mandati per la Facoltà di Ingegneria ed ora alla Direzione di Softel. È un onore seguire la strada tracciata dal prof. Luciano De Menna che ha creato questa struttura e lo ringrazio per avermi coinvolto ormai un decennio fa in questo complesso mondo dell’orientamento”.
Ci saranno cambiamenti nell’organizzazione del Centro?
“Per ora solo una ottimizzazione degli spazi a nostra disposizione. Le Facoltà hanno nominato i docenti rappresentanti nel Consiglio e con loro lavoreremo sui 13 Centri di accoglienza studenti”. 
Il primo appuntamento è stato il Career day, ma quali sono le priorità di Softel?
“Lavorare per indirizzare gli studenti che vogliono intraprendere un percorso di formazione universitaria ma soprattutto offrire loro anche la possibilità di spendere nel miglior modo possibile il titolo, creando una finestra di accesso al mondo del lavoro”. 
Il ‘posto fisso’ è un argomento molto dibattuto anche in politica, il mercato del lavoro non è in stallo?  
“Per i buoni laureati è il contrario, abbiamo una Università importante con eccellenze riconosciute a livello mondiale (Ingegneria, Giurisprudenza, Economia) e per esperienza diretta ho sempre notato che i nostri laureati di qualità sono sempre apprezzati e richiesti anche in questi ultimi mesi sia da aziende piccole che da multinazionali. Quindi bisogna solo mettere ‘la spina nella corrente’. D’altra parte con l’attuale crisi occupazionale il lavoro è anche un grosso problema sociale e noi come Università ci impegneremo a fare la nostra parte”.
Quindi il consiglio da dare agli studenti è sempre lo stesso, studiare bene e laurearsi presto?
“Certo è il solo modo per non restare in stand-by a vita, ma non tutti lo capiscono. Durante gli incontri di orientamento ho sempre detto loro che chi non vuole ‘faticare’ sui libri è inutile si iscriva all’Università. Si perdono solo tempo e denaro. Quale azienda è disposta a pagare minimo 30mila euro l’anno per un laureato non più giovanissimo e qualificato solo sulla carta? Una volta poteva bastare anche il titolo ed una spintarella per essere assunti, oggi non è più così, le aziende cercano talenti che siano da subito produttivi”. 
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