Continua la battaglia per le aule studio a Palazzo Pacanowski, dove gli studenti dei Dipartimenti di Economia e Giurisprudenza devono convivere in spazi limitati. Risulta pertanto impossibile per tutti fermarsi a studiare all’Università. Dopo la petizione sul web: ‘giocodellasedia’ organizzata dall’Associazione ListaGram, anche il gruppo Uniparthenope in Azione-Sos inizia una raccolta firme. “Mi sono impegnato nella questione relativa all’ampliamento delle aule studio. Le nostre proposte, presentate al Rettore Claudio Quintano, sono state: tenere aperte le aule quando non vengono utilizzate per i corsi ed usufruire di una delle due adibite a mensa”, afferma Ernesto Sica, vicepresidente del Consiglio degli Studenti di Ateneo. Il Rettore sembra più favorevole alla seconda: “non ha ancora dato l’assenso, ma pare orientato a concedere un’aula mensa. È meno propenso all’apertura di aule inutilizzate, perché teme che vengano danneggiate”. Al momento un risultato già ottenuto: “l’impegno di acquisto di nuovi tavoli, che si aggiungeranno agli attuali in aula studio, e verranno collocati anche in giro per l’Università. Le proposte sono state formalizzate con una raccolta firme: “al momento ne abbiamo 600, ma conto di raggiungere 800 sottoscrizioni prima di protocollare la richiesta. Sono convinto che serviranno per ulteriori trattative, tali da rendere possibile anche la soluzione inizialmente messa da parte dal Rettore. Ottenuto un risultato su questo tema, passerò poi ad occuparmi della questione mensa universitaria, rimasta irrisolta”.
Molti, dunque, i firmatari delle due petizioni a Giurisprudenza ed Economia. Per ora la situazione risulta ancora critica. “Ci siamo seduti prima a terra e poi lungo i corridoi”, racconta Rosa Maglione, che con i colleghi del primo anno di Management delle Imprese Internazionali studia in condizioni precarie, in una zona di passaggio. “Quando eravamo a terra, gli addetti ci hanno fatto alzare, perché mettevamo in pericolo il decoro dell’Ateneo”, spiega Valerio Gonfalone. “Perché non aprire le aule inutilizzate? A Monte Sant’Angelo, sede di alcuni Dipartimenti della Federico II, lo fanno. Come mai qui no?”, chiede Francesco Russo. “Dicono che non ci sono aule aperte perché, per regolamento di Ateneo, quelle in cui non si svolgono i corsi devono restare chiuse. Che problema ci sarebbe a farcele utilizzare per un po’?”, Sottolinea Raffaele Bonfiglio. “Già abbiamo il problema della mensa e del parcheggio macchine inesistenti, risolviamo almeno questo delle aule!”, rimprovera Francesco Sito.
Alle 9.30 già si resta in piedi. “La mattina è una lotta a chi arriva prima. Ci sono meno di 100 posti nelle aule studio del piano -1. Già alle 9.00 non ti puoi più sedere, e gli addetti ci cacciano da quelle vuote. Ad ora di pranzo, la zona studio diventa area mensa, poiché non ne abbiamo una, ed è impossibile studiare”, fa presente Alessia, al primo anno di Giurisprudenza. Il problema della mancanza posti si presenta anche per i corsi della mattina. “Finiamo col venire due ore prima dell’inizio della lezione, per sederci davanti, poiché non conosciamo gli orari di apertura aule. Variano continuamente. Se stai ai primi banchi, riesci a seguire meglio e il docente si ricorda di te, perciò ci teniamo tanto”, continua. L’organizzazione corsi, inoltre, lascia un po’ a desiderare. “Noi del primo anno abbiamo come obbligatorio Economia, alla stessa ora dell’opzionale in Fondamenti del Diritto Europeo. Questo non è giusto, perché condiziona una scelta che dovrebbe essere libera”. La ragazza parla delle difficoltà incontrate nella preparazione dell’esame di Diritto privato, che vanno oltre la spasmodica ricerca della sedia libera. “La prof.ssa Rosaria Giampetraglia, titolare del corso, spiega molto bene, ma si è assentata spesso, per cui riesce difficile preparare una prova intercorso con quattro lezioni in un mese. Da noi studenti, invece, pretende che si facciano al massimo tre assenze, altrimenti non veniamo ammessi all’esame. Infatti fa l’appello in aula, come se fossimo ancora al liceo. L’impatto con la materia nuova, pertanto, non è dei migliori”, conclude.
Occorre continua attenzione alla sedia conquistata con sudore, perciò Carmen e Marta, terzo anno di Economia Aziendale, se si allontanano per un attimo, occupano i posti con borse e giubbotti. “Anche noi abbiamo firmato la petizione cartacea. Le aule mensa potrebbero essere una soluzione, poiché continuano ad essere inutilizzate, mentre noi siamo qui ad affollarci sempre più”, lamentano.
Le aule sono la causa di un altro problema che affligge gli studenti di Economia. Ne parla Annamaria, al terzo anno di Management delle Imprese Internazionali: “sia per noi, che per gli studenti di Aziendale, il calendario d’esame è noto sul sito soltanto tre settimane prima della prova, quindi, se devi prepararne due, non sai a quale dare la priorità. Quando abbiamo chiesto la motivazione del ritardo, in amministrazione ci hanno risposto che la causa è organizzativa. Dipende dalla disponibilità di aule dove sostenere l’esame, scelte in base al numero dei prenotati”.
Allegra Taglialatela
Molti, dunque, i firmatari delle due petizioni a Giurisprudenza ed Economia. Per ora la situazione risulta ancora critica. “Ci siamo seduti prima a terra e poi lungo i corridoi”, racconta Rosa Maglione, che con i colleghi del primo anno di Management delle Imprese Internazionali studia in condizioni precarie, in una zona di passaggio. “Quando eravamo a terra, gli addetti ci hanno fatto alzare, perché mettevamo in pericolo il decoro dell’Ateneo”, spiega Valerio Gonfalone. “Perché non aprire le aule inutilizzate? A Monte Sant’Angelo, sede di alcuni Dipartimenti della Federico II, lo fanno. Come mai qui no?”, chiede Francesco Russo. “Dicono che non ci sono aule aperte perché, per regolamento di Ateneo, quelle in cui non si svolgono i corsi devono restare chiuse. Che problema ci sarebbe a farcele utilizzare per un po’?”, Sottolinea Raffaele Bonfiglio. “Già abbiamo il problema della mensa e del parcheggio macchine inesistenti, risolviamo almeno questo delle aule!”, rimprovera Francesco Sito.
Alle 9.30 già si resta in piedi. “La mattina è una lotta a chi arriva prima. Ci sono meno di 100 posti nelle aule studio del piano -1. Già alle 9.00 non ti puoi più sedere, e gli addetti ci cacciano da quelle vuote. Ad ora di pranzo, la zona studio diventa area mensa, poiché non ne abbiamo una, ed è impossibile studiare”, fa presente Alessia, al primo anno di Giurisprudenza. Il problema della mancanza posti si presenta anche per i corsi della mattina. “Finiamo col venire due ore prima dell’inizio della lezione, per sederci davanti, poiché non conosciamo gli orari di apertura aule. Variano continuamente. Se stai ai primi banchi, riesci a seguire meglio e il docente si ricorda di te, perciò ci teniamo tanto”, continua. L’organizzazione corsi, inoltre, lascia un po’ a desiderare. “Noi del primo anno abbiamo come obbligatorio Economia, alla stessa ora dell’opzionale in Fondamenti del Diritto Europeo. Questo non è giusto, perché condiziona una scelta che dovrebbe essere libera”. La ragazza parla delle difficoltà incontrate nella preparazione dell’esame di Diritto privato, che vanno oltre la spasmodica ricerca della sedia libera. “La prof.ssa Rosaria Giampetraglia, titolare del corso, spiega molto bene, ma si è assentata spesso, per cui riesce difficile preparare una prova intercorso con quattro lezioni in un mese. Da noi studenti, invece, pretende che si facciano al massimo tre assenze, altrimenti non veniamo ammessi all’esame. Infatti fa l’appello in aula, come se fossimo ancora al liceo. L’impatto con la materia nuova, pertanto, non è dei migliori”, conclude.
Occorre continua attenzione alla sedia conquistata con sudore, perciò Carmen e Marta, terzo anno di Economia Aziendale, se si allontanano per un attimo, occupano i posti con borse e giubbotti. “Anche noi abbiamo firmato la petizione cartacea. Le aule mensa potrebbero essere una soluzione, poiché continuano ad essere inutilizzate, mentre noi siamo qui ad affollarci sempre più”, lamentano.
Le aule sono la causa di un altro problema che affligge gli studenti di Economia. Ne parla Annamaria, al terzo anno di Management delle Imprese Internazionali: “sia per noi, che per gli studenti di Aziendale, il calendario d’esame è noto sul sito soltanto tre settimane prima della prova, quindi, se devi prepararne due, non sai a quale dare la priorità. Quando abbiamo chiesto la motivazione del ritardo, in amministrazione ci hanno risposto che la causa è organizzativa. Dipende dalla disponibilità di aule dove sostenere l’esame, scelte in base al numero dei prenotati”.
Allegra Taglialatela