E’ arrivata alla quinta edizione la Start Cup Federico II, l’iniziativa dell’Ateneo che premia i progetti di ricerca finalizzati ad uno sviluppo imprenditoriale, cercando di mettere in contatto due mondi che soprattutto in Italia rimangono distanti: i ricercatori e il mercato. Aspettando la finale del Premio Nazionale per l’Innovazione, che quest’anno avrà sede a Napoli il 4 dicembre, la premiazione della Start Cup 2007 della Federico II ha visto trionfare stavolta il settore delle biotecnologie applicate all’ambito medico.
Alla premiazione ha preso parte anche l’assessore regionale all’Università e alla Ricerca Teresa Armato sottolineando che la finale napoletana debba intendersi come un “riconoscimento alla capacità di fare rete” del progetto della Federico II. Un’iniziativa che “sta crescendo”, dichiara il prof. Mario Raffa, ideatore e direttore della Start Cup Federico II: “a livello nazionale dopo cinque anni si è passati da 5 a 33 atenei coinvolti, per un totale di 14 premi locali”. In altre regioni infatti sta prevalendo la logica dei premi locali, che raccolgono e selezionano progetti provenienti da tutti gli atenei del territorio, come nel caso della Start Cup Toscana, di quella della Lombardia e del Piemonte e di quella nascente in Puglia. “In Campania continua a crescere il numero di partecipanti provenienti da altri atenei – quest’anno ha toccato il 28% – e cresce l’interesse verso la competizione nazionale da parte di atenei come Salerno e la SUN”, afferma il prof. Raffa. Ma è prematuro parlare di un vero e proprio coordinamento regionale; anche se, nel caso in cui prendesse forma, potrebbe determinare anche una collaborazione più strutturata con l’assessorato alla Ricerca. Tornando al livello nazionale, “le imprese nate in Italia in questi anni grazie ai progetti selezionati dalle Start Cup e dal Pni sono circa 200, di cui 9 a Napoli, con un totale di 1.000 impiegati diretti e 1.000 part-time”, continua il prof. Raffa. In sostanza, “circa un terzo di chi completa il progetto in senso imprenditoriale arriva poi sul mercato”. Da quest’anno partner d’eccezione è la Vodafone, che sosterrà economicamente l’iscrizione dei vincitori regionali alla finale nazionale, dove assegnerà un premio di 60mila euro. “La nostra è una sponsorizzazione finanziaria ma non solo – spiega Valerio Marra, responsabile della Vodafone per il Sud Italia- Ci lega alle Start Cup anche una comunione di intenti nel promuovere l’innovazione”.
Prima della premiazione è stato anche presentato il programma Fixo del Ministero del Lavoro, per la formazione e l’affiancamento delle imprese nascenti. E tra i partner ormai consolidato della Start Cup non poteva mancare Città della Scienza, che oltre a seguire 41 progetti nel suo “Incubatore di Impresa” ospita quest’anno la finale del Pni del 4 dicembre.
Un ringraziamento finale del prof. Raffa va ai tutor messi a disposizione dal Banco di Napoli e dalle imprese per aiutare i ricercatori a stendere i business plan dei progetti. “Anche se purtroppo”, sottolinea Antonio Nucci, Direttore del Banco, “le attività di impresa ideate qui vengono spesso poi realizzate al Nord: continua a mancare la capacità di attirare al sud capitali di investimento, e si perdono occasioni per lo sviluppo del territorio”.
Viola Sarnelli
Alla premiazione ha preso parte anche l’assessore regionale all’Università e alla Ricerca Teresa Armato sottolineando che la finale napoletana debba intendersi come un “riconoscimento alla capacità di fare rete” del progetto della Federico II. Un’iniziativa che “sta crescendo”, dichiara il prof. Mario Raffa, ideatore e direttore della Start Cup Federico II: “a livello nazionale dopo cinque anni si è passati da 5 a 33 atenei coinvolti, per un totale di 14 premi locali”. In altre regioni infatti sta prevalendo la logica dei premi locali, che raccolgono e selezionano progetti provenienti da tutti gli atenei del territorio, come nel caso della Start Cup Toscana, di quella della Lombardia e del Piemonte e di quella nascente in Puglia. “In Campania continua a crescere il numero di partecipanti provenienti da altri atenei – quest’anno ha toccato il 28% – e cresce l’interesse verso la competizione nazionale da parte di atenei come Salerno e la SUN”, afferma il prof. Raffa. Ma è prematuro parlare di un vero e proprio coordinamento regionale; anche se, nel caso in cui prendesse forma, potrebbe determinare anche una collaborazione più strutturata con l’assessorato alla Ricerca. Tornando al livello nazionale, “le imprese nate in Italia in questi anni grazie ai progetti selezionati dalle Start Cup e dal Pni sono circa 200, di cui 9 a Napoli, con un totale di 1.000 impiegati diretti e 1.000 part-time”, continua il prof. Raffa. In sostanza, “circa un terzo di chi completa il progetto in senso imprenditoriale arriva poi sul mercato”. Da quest’anno partner d’eccezione è la Vodafone, che sosterrà economicamente l’iscrizione dei vincitori regionali alla finale nazionale, dove assegnerà un premio di 60mila euro. “La nostra è una sponsorizzazione finanziaria ma non solo – spiega Valerio Marra, responsabile della Vodafone per il Sud Italia- Ci lega alle Start Cup anche una comunione di intenti nel promuovere l’innovazione”.
Prima della premiazione è stato anche presentato il programma Fixo del Ministero del Lavoro, per la formazione e l’affiancamento delle imprese nascenti. E tra i partner ormai consolidato della Start Cup non poteva mancare Città della Scienza, che oltre a seguire 41 progetti nel suo “Incubatore di Impresa” ospita quest’anno la finale del Pni del 4 dicembre.
Un ringraziamento finale del prof. Raffa va ai tutor messi a disposizione dal Banco di Napoli e dalle imprese per aiutare i ricercatori a stendere i business plan dei progetti. “Anche se purtroppo”, sottolinea Antonio Nucci, Direttore del Banco, “le attività di impresa ideate qui vengono spesso poi realizzate al Nord: continua a mancare la capacità di attirare al sud capitali di investimento, e si perdono occasioni per lo sviluppo del territorio”.
Viola Sarnelli