Statistica: piccolo è bello

40 nuovi iscritti l’anno a Statistica Informatica e Gestione delle imprese. Ma piccolo è bello. “È una dimensione ottimale per uno studente che intende frequentare le lezioni tradizionali ed a forte contenuto tecnico-pratico. Il contatto con i docenti influisce su di loro in maniera molto positiva”, afferma il prof. Giovanni De Luca, Presidente del Corso di Laurea. De Luca insegna Statistica al primo anno ed Analisi e previsione delle serie economiche e finanziarie al terzo: “proprio grazie al numero contenuto di studenti, posso avere un approccio poco distaccato. Inoltre, quando entro in aula penso ai tempi in cui io sedevo sui banchi, qualche volta con nostalgia, e mi chiedo continuamente che cosa avrei voluto io da quella lezione, su quali concetti avrei desiderato un’enfasi dal docente, prevenendo ogni possibile insoddisfazione”. L’iscritto al Corso di Laurea in Statistica non deve necessariamente avere un’assoluta predisposizione per le materie quantitative: “direi piuttosto che non deve essere intimidito da: matematica, informatica e statistica. Nelle nostre lezioni l’approccio è morbido, e i docenti verificano continuamente lo stato di apprendimento degli studenti. Rispetto agli altri Corsi di tipo economico, è richiesto un piccolo sforzo in più, ampiamente compensato dalle prospettive occupazionali”. È ben noto che i laureati in materie statistiche hanno opportunità di trovare lavoro molto elevate: “in qualche caso è capitato che lo studente abbia trovato un’occupazione ancor prima di terminare gli studi. In generale è alta la quota di laureati che trovano occasioni di lavoro coerenti con le capacità acquisite durante gli studi”. Gli studenti non lamentano carenza di applicazioni pratiche, poiché: “nel corso di ‘Analisi e previsione delle serie economiche e finanziarie’ vi sono diverse lezioni di laboratorio informatico, modernissimo, per l’apprendimento di software applicativi”. Neanche il problema dei fuoricorso tocca il Corso di Laurea: “studenti con un numero di anni di studio superiore a tre si contano sulle dita di una mano. In ogni caso sto contattando personalmente quelli in difficoltà, invitandoli ad un colloquio per chiarire le cause del rallentamento e spronarli a chiudere con successo l’esperienza universitaria”. Non consiglia di studiare all’estero, ma: “per il lavoro il discorso cambia. È difficoltoso inserirsi per una serie di ostacoli all’ingresso, di conseguenza la ricerca di un’occupazione all’estero può essere una ragionevole decisione”.
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