“Archeologia è un Corso di Laurea con saldi fondamenti storico-culturali, oltre ad offrire una formazione nel campo specifico dei beni culturali” spiega il Presidente del Corso di Laurea in Archeologia e Storia delle Arti, Francesco Aceto. “L’equivoco – puntualizza il professore – è che, in alcuni casi, accedono ad Archeologia quanti non si sentono in grado di affrontare Corsi di Laurea ritenuti più impegnativi. Anche da noi si studia Storia, Letteratura, Filologia antica; il curriculum storico-archeologico prevede anche esami di letteratura greca…Certo, la calibratura dei corsi è finalizzata al nostro settore specifico, ma le discipline comportano ugualmente impegno”. Così ad esempio i ragazzi con formazione artistica “credono di avere una vocazione, ma a loro manca poi una solida preparazione umanistica”, spiega il docente. Per il resto, “posso garantire che l’impegno dei docenti è molto alto”. Gli studenti possono anche contare su un sito che, cosa non frequentissima, sembra piuttosto aggiornato e ben funzionante (www.asa.unina.it).
Archeologia ha conosciuto uno sviluppo notevole nei suoi soli quattro anni di vita: i 50 iscritti iniziali sono diventati l’anno scorso più di 250. “Il problema più che altro è portarli tutti avanti”, osserva il Presidente, considerando la percentuale di abbandono piuttosto alta, che si lega forse proprio alle “aspettative sbagliate” sul Corso. In ogni caso, i laureati sono circa una trentina: un dato non negativo, considerando il numero dei primi iscritti. Laureati triennali che hanno tutti proseguito gli studi: dall’anno scorso è stata attivata una Specialistica interna, corrispondente ad uno solo dei due percorsi nei quali si articola la Laurea triennale oltre al curriculum generale, ovvero l’archeologico e lo storico-artistico (il primo incentrato sulla storia antica, il secondo su quella medievale, moderna e contemporanea). Per cui “i laureati del curriculum storico-artistico per ora si accasano altrove, anche se ovunque con riscontri più che positivi”, assicura il prof. Aceto. In realtà, spiega il professore, una seconda Specialistica è già in cantiere, ma per ora è tutto bloccato nell’attesa che subentri il famoso decreto ministeriale. E il Corso di Archeologia sembra essere già ben pronto alla transizione: “nell’attivare il nuovissimo ordinamento contiamo di fare tesoro di questa prima fase, per superare soprattutto la frammentazione delle discipline e l’approccio acritico al sapere derivati dal nuovo ordinamento”. Ed è tra i Corsi di Laurea che spingono ad adottare una soluzione che non preveda più di 15 esami nel triennio.
Archeologia ha conosciuto uno sviluppo notevole nei suoi soli quattro anni di vita: i 50 iscritti iniziali sono diventati l’anno scorso più di 250. “Il problema più che altro è portarli tutti avanti”, osserva il Presidente, considerando la percentuale di abbandono piuttosto alta, che si lega forse proprio alle “aspettative sbagliate” sul Corso. In ogni caso, i laureati sono circa una trentina: un dato non negativo, considerando il numero dei primi iscritti. Laureati triennali che hanno tutti proseguito gli studi: dall’anno scorso è stata attivata una Specialistica interna, corrispondente ad uno solo dei due percorsi nei quali si articola la Laurea triennale oltre al curriculum generale, ovvero l’archeologico e lo storico-artistico (il primo incentrato sulla storia antica, il secondo su quella medievale, moderna e contemporanea). Per cui “i laureati del curriculum storico-artistico per ora si accasano altrove, anche se ovunque con riscontri più che positivi”, assicura il prof. Aceto. In realtà, spiega il professore, una seconda Specialistica è già in cantiere, ma per ora è tutto bloccato nell’attesa che subentri il famoso decreto ministeriale. E il Corso di Archeologia sembra essere già ben pronto alla transizione: “nell’attivare il nuovissimo ordinamento contiamo di fare tesoro di questa prima fase, per superare soprattutto la frammentazione delle discipline e l’approccio acritico al sapere derivati dal nuovo ordinamento”. Ed è tra i Corsi di Laurea che spingono ad adottare una soluzione che non preveda più di 15 esami nel triennio.