Storie di laureati

Hanno preso strade diverse, qualcuna pure insospettabile (l’editoria) per laureati in discipline scientifiche. Ma un tratto li accomuna: si sono innamorati delle scienze fin da piccoli. “La passione, quasi viscerale, per l’Informatica, è nata con il mio primo Commodore”, ricorda Rosario Savarese, imprenditore e fondatore, insieme ad altri tre colleghi conosciuti sui banchi del Corso di Laurea in Informatica, dell’Abstract, società di sviluppo software nell’ambito dell’Open Source con sedi a Napoli, Milano e Isernia. E racconta: “Il primo anno è bello tosto, soprattutto se, come capita a tanti studenti in questo settore, parallelamente agli studi, porti avanti un’attività lavorativa. Io ero promoter di apparecchiature elettroniche, un’attività che svolgo ancora. Occorre la capacità di organizzarsi, unita alla voglia di imparare”. “A me sono sempre piaciuti i vulcani”, dice la geologa Norma Damiano la quale, insieme ai naturalisti Fabio Nigro e Roberto Cordovani e alla biologa Stefania Impagliazzo, ha fondato l’associazione Natura Sottosopra (naturasottosopra.it), che promuove attività di trekking scientifico, turismo naturalistico, speleologia urbana e progetti di divulgazione scientifica per scuole ed istituzioni. Quella di Geologia: “È una formazione ricca, adatta ad un paese pieno di rischi come il nostro. Insegna a lavorare in gruppo, sul campo. Un mondo di rapporti molto forti, ma all’inizio bisogna superare lo scoglio di materie che non hanno nulla a che fare con quello che interessa”. Andare in Erasmus “può essere utile per confrontarsi con un approccio accademico più pratico ed imparare un’altra lingua”, consiglia Stefania Impagliazzo, laurea in Scienze Biologiche e dottorato in Paleobotanica, che lavora fra l’Italia e la Francia. “È importante cercare contatti esterni e cominciare a svolgere qualche attività già durante gli anni di formazione”, sottolinea Roberto Cordovani, per anni guida naturalistica in Africa, conquistato, al liceo, dall’entusiasmo del suo professore di Scienze. Fabio Nigro, speleologo subacqueo, fotografo in 3D, per tre anni iscritto ad Economia e poi a Scienze Naturali, afferma: “bisogna sapersi inventare il lavoro imparando, anche da soli, a svolgere le attività del naturalista moderno, come fare estimi di boschi e studi di impatto ambientale, argomenti assenti dalla nostra formazione ‘ottocentesca’”.
La matematica 
“è grammatica pura”
“Quando mi regalarono il meccano, pensai che fosse il gioco più bello del mondo”, racconta Bianca Grazioli, laureata in Fisica Elettronica con un percorso iniziale ad Ingegneria dove “non sono mai riuscita ad integrarmi. Ero timidissima e, pur consegnando dei compiti impeccabili, all’orale facevo scena muta”. Pensa di abbandonare gli studi quando scopre il Corso di Laurea in Fisica dove: “non sei solo un numero di matricola”. Segue un percorso sperimentale che la porta a svolgere la tesi in azienda, partecipando ad un progetto internazionale di casa domotica e poi a lavorare nel settore sviluppo di una società di laser. Oggi si è trasferita a Milano, presso un’azienda che realizza impianti di condizionamento a basso consumo. Dopo un primo inserimento come progettista, ora si occupa di formazione, gestione dei progetti e consulenza aziendale: “nel mondo dell’Elettronica, le donne sono poche e devono lottare. Gli studi in Fisica mi hanno fornito gli strumenti per competere in un mondo di ingegneri”. 
“Volevo studiare Architettura. Poi, per una scommessa o una delusione d’amore, forse per entrambe, mi sono iscritta a Matematica ed è stata una fortuna, un privilegio, un divertimento e una occasione, perché è piena di strutture. È grammatica pura, l’unica Facoltà di grammatica che abbiamo”, sostiene con trasporto Chiara Valerio, dottore di ricerca in Matematica, con alle spalle esperienze di insegnamento scolastico e universitario. Dal 2008, si dedica esclusivamente alla scrittura lavorando come consulente editoriale per la casa editrice Nottetempo e le testate Radio 3, l’Unità, Vanity Fair, Il Sole 24. Il suo ultimo romanzo è stato pubblicato nel 2010. “Ho sempre voluto scrivere, la matematica mi ha dato il senso di realtà necessario. Senza, non avrei mai capito che esisteva qualcosa fuori di me. Studiare diventa facile solo dopo aver capito come utilizzarla o modificarla”. Ma occorre concentrazione assoluta. “Il primo biennio è stato una prova di abilità, fede e intelligenza. Ricordo le difficoltà come parte di un’avventura. Ho avuto la fortuna di incontrare docenti e colleghi straordinari e di studiare in una Facoltà in cui era chiaro, limpido, che non importa da dove vieni, di che colore sei, quanti soldi hai. La Matematica è una disciplina infinitamente democratica e un esercizio di comprensione del mondo”. 
Simona Pasquale
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