Un progetto che valica i confini dell’università per raggiungere le periferie più degradate, gli spazi abbandonati a sè stessi tra rifiuti ed erbacce, facendo tappa a Secondigliano. Grazie al lavoro delle studentesse di Architettura Maria Chiummo e Antonella Lucca, nell’ambito del corso di Rilievo urbano ed ambientale della prof.ssa Sabina Martusciello, anche i bambini della scuola elementare G. Pascoli II hanno un orticello a cui dedicarsi. L’iniziativa si colloca nell’ambito del progetto “Ortiamo” promosso dal Comune di Napoli (che ha in parte finanziato le attività) e del più ampio progetto “Cultivare in Facoltà” culminato con la realizzazione dell’Orto di San Lorenzo nella sede della Facoltà aversana. “La sostenibilità si fa con cose concrete, tante piccole cose; il nostro progetto vuole individuare e valorizzare delle aree urbane fuori dall’Università”, afferma la prof.ssa Martusciello. “Le mie allieve sono state indirizzate all’istituto scolastico dalla VII municipalità del Comune di Napoli ed hanno trovato nei bambini delle classi III B e IV A grandi collaboratori; sono stati loro a raccontare e disegnare come volevano fosse l’orticello”. I bambini saranno accolti e portati in visita all’orto di Facoltà. Le due studentesse coinvolte in prima persona nell’iniziativa raccontano con dovizia di particolari un’esperienza che le ha segnate. Maria Chiummo, 22 anni, è arrivata ad Architettura “per istinto”, un istinto che alla luce dei suoi successi accademici non può far altro che ringraziare, materie scientifiche permettendo. “Quest’esperienza, anche se durata pochi mesi, mi ha riempito il cuore – racconta – Per la prima volta, dopo cinque anni, grazie alla prof.ssa Martusciello abbiamo potuto fare qualcosa di concreto”. Nonostante il progetto sia ultimato, Maria torna spesso a far visita ai bambini: “ormai per loro siamo come delle maestre aggiunte, perché non ci siamo limitate alla costruzione dell’orto. Con loro abbiamo costruito uno spaventapasseri, spesso abbiamo fatto piantare ortaggi e frutti di cui i bambini non sapevano ancora scrivere il nome”. Poi ringrazia la cooperativa Sole “che ha messo a disposizione semi e personale per ripulire l’area prescelta, permettendo di mantenersi a costo zero”. Un aspetto negativo? Non qualche bambino particolarmente vivace ma le faccende burocratiche. Riguardo il suo futuro, alla luce di quest’esperienza, spera in qualcosa che la appaghi, anche emotivamente. Antonella Lucca, iscritta all’ultimo anno, si è sempre sentita attratta dal mondo artistico, oltre che dalla progettazione, ed Architettura era l’unica scelta possibile. Importante, “non solo a livello formativo ma anche dal punto di vista umano”, l’avventura con i bambini di Secondigliano. Inizialmente, confessa, “non è stato semplice catturare la loro attenzione, ma una volta riusciti è stato un cammino in discesa. Era incredibile vedere questi bambini così felici, perché in certe zone nessuno regala niente e noi abbiamo fatto qualcosa per loro. Nello stesso tempo, ho avuto modo di stringere anche un po’ di contatti con l’amministrazione che potrebbero rivelarsi preziosi in futuro”. Antonella spera di aver insegnato ai piccoli che in futuro può esserci una possibilità per tutti, a prescindere dal contesto in cui si cresce, mentre giura di aver fatto tesoro “del loro ottimismo, del fatto che continuassero a sorridere e non si lasciassero abbattere da nulla”. Insegnamento importante per chi, come lei, non vede davanti a sé un futuro luminoso: “so benissimo che viviamo in una situazione non facile, ma non intendo piangermi addosso, sono disposta anche a spostarmi e ad andar via nonostante ami la mia terra”.
Anna Verrillo
Anna Verrillo