È stato istituito nel 2012 ma solo di recente è stato fornito di un sito web molto più leggibile e navigabile. Alla Vanvitelli tutti lo conoscono con l’acronimo Cid. Parliamo del Centro di Ateneo per l’inclusione degli studenti con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa). La struttura affronta tutte quelle questioni e problematiche che riguardano la disabilità a tutti i livelli ed affianca lo studente nel suo percorso di studi, svolgendo attività di orientamento e sostegno in tutte le tappe con servizi di tutorato specializzato e tutorato alla pari. È il primo vero interlocutore per gli studenti universitari che si trovano a sperimentare condizioni di difficoltà nell’accesso allo studio a causa proprio di patologie invalidanti, disturbi dell’apprendimento come la dislessia o la disgrafia o semplicemente disagi e difficoltà transitorie. “Lo spettro di intervento del Cid è, infatti, molto ampio – commenta il prof. Vasco D’Agnese, docente di Pedagogia Generale e Sociale al Dipartimento di Psicologia, delegato per la Disabilità dell’Ateneo – Opera sia in casi di gravi disabilità che in quelli, più diffusi, di disturbi meno invalidanti ma comunque da non sottovalutare”. Secondo i dati forniti dal prof. D’Agnese, nell’ultimo anno al Cid sono pervenute 370 richieste di assistenza di cui solo 80 riguardavano i disturbi dell’apprendimento. Sono richieste che provengono da tutti i Dipartimenti, in cui è stato individuato secondo la normativa un referente, in genere uno dei docenti del Dipartimento stesso, in grado di avere un rapporto più diretto con il singolo studente in relazione al contesto didattico-amministrativo in cui vive la sua esperienza di studio. “Ovviamente, in percentuale, la richiesta maggiore proviene dai Dipartimenti più affollati in cui ci sono più iscritti”, spiega il delegato. Ogni Dipartimento è attrezzato con computer ergonomici, sistemi per il controllo vocale e per il riconoscimento del parlato basati sul noto software Dragon Naturally Speaking e con sistemi di puntamento. È attivo un servizio con sistema Jaws per studenti non vedenti ed è possibile stampare materiale didattico in braille quasi in tutte le biblioteche di Dipartimento. Per gli studenti non udenti, invece, è stato attivato un servizio di interpretariato on demand per consentire loro di contattare i docenti, sostenere esami, registrare le lezioni. C’è sempre la possibilità di avere al proprio fianco un tutor personale con competenze specifiche e che variano da caso a caso o addirittura anche uno studente alla pari, quando opportuno. “Moltissimi studenti portano a termine il proprio percorso – spiega il prof. D’Agnese – ma è solo merito loro se riescono a laurearsi perché hanno una motivazione molto forte che li ha portati innanzitutto ad iscriversi all’Università e a rivolgersi al Centro”. Un’attenzione particolare è poi rivolta ai Dsa, ovvero ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento, che solo una decina di anni fa non erano ancora realmente presi in considerazione e spesso erano confusi con pigrizia o scarsa propensione allo studio. Parliamo di dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia, in termini meno tecnici parliamo di tutti quei problemi incontrati nell’imparare a leggere, a scrivere e a far di conto. “Oggi i Dsa non sono più sottovalutati o considerati uno stigma sociale di cui vergognarsi – commenta il prof. D’Agnese – sono i genitori stessi che decidono di intraprendere in tempo dei percorsi diagnostici e terapeutici per i loro figli in modo da riuscire attraverso strategie mirate a recuperarli o comunque ad arginare la problematica”. Per un dislessico, ad esempio, lo studio può rivelarsi certamente più faticoso ed ostico ma non impossibile. Giunto al proprio Dipartimento può chiedere un colloquio con un esperto per conoscere i possibili strumenti dispensativi e compensativi offerti dall’Ateneo che rendono sicuramente più agevole e piacevole lo studio.
Claudia Monaco