Studenti impreparati agli esami di Architettura degli Elaboratori, d’ora in poi saranno consentiti solo due tentativi a sessione

“Da giugno-luglio, per i corsi di Architettura degli Elaboratori, non sarà possibile sostenere tre appelli nella stessa sessione. In generale se ne potranno sostenere due, a meno che i docenti non reputino la preparazione del candidato così gravemente insufficiente, da non poter ragionevolmente sostenere l’esame una seconda volta nella medesima sessione”, dichiara il Presidente del Corso di Laurea in Informatica Pietro Bonatti. La decisione giunge dopo le difficoltà riscontrate durante gli ultimi appelli, nei quali una moltitudine di studenti impreparati è andata a tentare l’esame. “La procedura è permessa dal regolamento di Ateneo, che dà agli studenti il diritto di sostenere almeno un appello per ogni sessione, non di sostenerli tutti, perché lo scopo originario degli appelli multipli è quello di permettere di posporre un esame nel caso in cui la data di svolgimento sia molto vicina a quella di un altro”. Con le nuove modalità si intendono scoraggiare gli studenti che “tentano l’esame come una roulette russa senza rischi, senza prepararsi prima”. Dalle nuove norme due sono i benefici attesi: “ci aspettiamo che gli studenti siano promossi in numero maggiore e con voti migliori, perché le osservazioni empiriche suggeriscono che la possibilità di tentare l’esame tante volte, senza conseguenze in caso di fallimento, rallenti lo studente, incoraggiando una partecipazione senza convinzione, che spera nella buona fortuna”. Il secondo beneficio concerne l’utilizzo razionale del corpo docente, “che attualmente spreca troppo tempo ad esaminare candidati che non hanno studiato. Con le nuove norme, invece, ridurremo il carico di lavoro inutile, liberando energie per attività istituzionali didattiche e scientifiche”.
Il titolare di cattedra, prof. Sergio Cavaliere, si mostra perfettamente d’accordo con il Presidente e spiega in modo approfondito le motivazioni che hanno spinto alla decisione: “i ragazzi, fino all’ultimo appello del 22 marzo, erano impreparati. Noto un notevole abbassamento dei livelli di applicazione da qualche anno a questa parte. In ogni caso, a seconda della preparazione dimostrata, consiglio allo studente di tornare all’appello successivo per migliorare il voto, o a quello ad una distanza maggiore per ristudiare l’esame”. La difficoltà maggiore è il modulo annuale. “L’esame è da dodici crediti, per cui richiede maggiore costanza nello studio”. Per quanto riguarda gli argomenti, il docente tranquillizza: “nel primo semestre affrontiamo l’Algebra di Boole e i rudimenti di Elettronica digitale, nel secondo simuliamo un elaboratore e facciamo esercizi su sistemi elettronici. Le competenze richieste sono comunque minime, il problema fondamentale per me resta la mancanza di applicazione”. La frequenza a lezione diminuisce al secondo semestre. “I ragazzi all’inizio seguono, poi man mano abbandonano. Se studiassero durante i corsi, non avrebbero problemi all’esame”. In media, il 50% lo supera, “perché al di sotto di un certo livello di preparazione non possiamo promuovere. Le cause di questo calo motivazionale generale, secondo me, vanno ricercate in un contesto attuale diffuso, dove vi è la tendenza dilagante all’approssimazione. Non c’è più sufficiente curiosità verso le cose e gli studenti non hanno un adeguato background per affrontare, ad esempio, materie come l’algebra”.
Le carenze si dimostrano già dal test di autovalutazione iniziale. “A molti di loro manca anche l’abilità logico-discorsiva, oltre che le conoscenze di base”. Il prof. Cavaliere dà quindi dei consigli per superare il temuto ostacolo: “seguite tutto il corso, venite al ricevimento se ci sono problemi, studiate un po’ ogni giorno. Noi docenti siamo estremamente elastici e ragionevoli, se abbiamo preso questa misura è per il frequente verificarsi di una pratica sbagliata”. 
(A.T.)
- Advertisement -




Articoli Correlati