Studi Berberi, gli studenti coinvolti come relatori in un workshop internazionale

14-16 maggio. Tre giorni in cui docenti, ricercatori e giovani studiosi si sono confrontati su un tema di primo piano nell’ambito della ricerca sulle culture e le civiltà dell’area mediterranea e nordafricana con taglio interdisciplinare: lo sviluppo e l’internazionalizzazione degli studi berberi. Da un anno, infatti, è stata attivata presso L’Orientale una convenzione per gli studenti iscritti al Corso di Studio in Scienze delle Lingue, Storia e Cultura del Mediterraneo e dei Paesi Islamici per l’acquisizione di un Doppio Titolo di Laurea Magistrale in collaborazione con due Atenei francesi partner, le Università di Aix-Marseille e l’INALCO di Parigi, e con il sostegno del programma franco-italiano Vinci. Al workshop, che si è tenuto presso l’Antisala degli Specchi al IV piano di Palazzo Corigliano, hanno partecipato attivamente gli studenti avvicendandosi negli interventi a ospiti internazionali con lo scopo di aprire una breccia sulle nuove prospettive di ricerca nello specifico settore della Berberologia. A promuovere l’iniziativa che fa da cerniera all’attività didattica e scientifica la prof.ssa Anna Maria Di Tolla, docente di Lingua e Letteratura Berbera e Presidente del Centro di Studi Berberi interno all’Ateneo. In particolare, una decina di studenti della Triennale e della Magistrale hanno realizzato presentazioni da esporre al pubblico inerenti alla lingua, la produzione letteraria, le politiche coloniali e la resistenza berbera, e inoltre le rivendicazioni, strategie di mobilitazione e nuove forme di attivismo nel mondo berbero. “La docente ci ha coinvolto fin da subito nel workshop spronandoci a preparare una presentazione. Un’occasione importante per mostrare anche ad altri docenti i nostri lavori di ricerca”, afferma Luca Bartoli, laureando della Magistrale in Relazioni e Istituzioni dell’Asia e dell’Africa. Che continua: “il berbero è stata l’unica lingua che ho scelto di studiare fin dalla Triennale poiché il mio percorso verte proprio sul contesto nordafricano. L’anno in cui mi sono immatricolato, il 2012, è stato un periodo molto acceso per il Nord Africa a causa delle primavere arabe, e mi ha affascinato molto la posizione del Marocco, le rivendicazioni dei berberi e la successiva ufficializzazione del berbero come lingua ufficiale. Solo L’Orientale mi dava la possibilità di poter intraprendere questo genere di studi. E mi ha colpito fin da subito sia il modo in cui viene insegnata la lingua che l’illustre tradizione di berberistica presente in quest’Università”. L’iniziativa consente peraltro agli studenti di allacciare, tramite scambi di informazione, notevoli contatti didattico-scientifici e iniziare a buttar giù preliminari bozze per il lavoro di tesi. “Ho preparato delle diapositive Power Point da utilizzare durante la mia esposizione e un paper che tratta un argomento della mia tesi Magistrale: le relazioni tra italiani e berberi nel periodo coloniale liberale. Ho usato fonti storiche e d’archivio, ma il lavoro non è stato affatto semplice per la scarsità di fonti che raccontano il punto di vista dei berberi e la presenza di altre che affrontano in modo alterato la condizione di questo popolo a causa della censura fascista. Anche in futuro vorrei proseguire la ricerca sulla storia della Libia e dei berberi e il mio obiettivo è riuscire a vincere una borsa di studio per il dottorato”. Altrettanto entusiasmo proviene dalle studentesse di altri Corsi di Laurea. “È stata sicuramente un’esperienza molto emozionante. Non capita spesso (se non mai) a uno studente di rapportarsi come relatore di fronte a una platea mista di professori e ricercatori”, dice Laura Valenti, della Magistrale in Lingue e Comunicazione Interculturale in Area Euromediterranea, studentessa di arabo e berbero, “scelto poiché mi incuriosiva approntare lo studio di una lingua minoritaria e per questioni di vicinanza geografica e culturale con l’arabo”. Ma non tutti sanno che a L’Orientale si studia in particolare la variante parlata in una zona della Tripolitania, in Libia. Il che rappresenta un’occasione di approfondimento unica sul territorio italiano. “Per ovvi motivi noi studenti non possiamo trascorrere periodi di studio in Libia, ma all’Università, nella biblioteca di Corigliano, ho avuto modo di raccogliere fonti scritte da ricercatori che hanno raccolto dati di prima mano sul campo. E al workshop ho presentato il progetto di ricerca della mia tesi, che riguarda il processo di folklorizzazione dell’ahidus, danza berbera dell’Alto e Medio Atlante”. Dove altro si parla questa lingua? “In una zona molto vasta: il berbero che studiamo qui è differente rispetto a quello che troviamo in Algeria, Marocco, o anche in altre aree della stessa Libia”, spiega Bianca Elena Grimaldi, di Scienze delle Lingue, Storia e Cultura del Mediterraneo e dei Paesi islamici. “La mia presentazione, per esempio, riguarda alcune varianti del berbero orientale. Ho voluto perciò approfittare di questa opportunità per poter scambiare idee sul mio progetto di tesi e sui progetti futuri. Sicuramente continuerò gli studi inerenti a questa lingua, che mi interessa scoprire sempre di più nel profondo”. 
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