Studi classici, letteratura e giornalismo, analisi dei segnali: l’attività nei Centri e Laboratori di ricerca

Dagli studi classici ad una diffusione di conoscenze che sfrutta in pieno le nuove tecnologie, passando per il giornalismo e gli studi filosofici: gli ambiti di ricerca più vitali a Lettere si distribuiscono in settori molto diversi tra loro, portando a compimento quella potenziale ricchezza e differenziazione che dovrebbe essere già compresa nei corsi di laurea, nei quali però la necessità di inseguire crediti e moduli spesso diventa limitante. Nei Centri di ricerca e nei laboratori invece, esce fuori il meglio della Facoltà; realtà che a volte gli studenti ignorano, o che guardano con un misto di curiosità ed estraneità, e che dovrebbero essere forse più aperte e inclusive, tanto più se le loro attività di ricerca raggiungono risultati realmente stimolanti.
I centri, laboratori e associazioni di ricerca a Lettere sono molti, distribuiti nei Dipartimenti; alcuni lavorano anche in collaborazione con altre facoltà e altri atenei. Per averne un elenco completo si può visitare il sito della Facoltà, ma senza pretendere di essere esaustivi se ne possono sicuramente citare alcuni. A cominciare da uno dei più antichi, quello nato alla fine degli anni ’60 nel Dipartimento di Filosofia per approfondire gli studi su Giambattista Vico. Centro che nel 1984 viene inglobato nel Consiglio Nazionale delle Ricerche come suo organo permanente, acquisendo la denominazione più generica di “Istituto per la storia del pensiero filosofico e scientifico moderno”. Non più soltanto Vico quindi, per quanto la diffusione degli studi su questo filosofo rimanga comunque una direttrice fondamentale per l’Ispf. Anche dopo essere diventato organo del Cnr, l’Istituto attualmente presieduto dal prof. Giuseppe Cacciatore è rimasto comunque all’interno della Facoltà sulla base di una convenzione stipulata con l’Ateneo. Anche se, in quanto organo del Cnr, alle ricerche dell’Istituto partecipa solo personale specializzato; ma per gli studenti è possibile per lo meno accedere al risultato di queste ricerche, dato che tutte le pubblicazioni periodiche o meno del Centro sono contenute nella Biblioteca accessibile, come informa una ricercatrice,  tutti i giorni dalle 9 alle 12. 
Altro Centro di tradizione della Facoltà è l’Associazione di Studi Tardoantichi, fondata nel ’77 e attualmente presieduta dal prof. Ugo Criscuolo. Un’associazione strutturata a livello nazionale con sezioni locali presso vari Atenei, anche se la presidenza e il consiglio direttivo rimangono a Napoli. Dall’anno della sua fondazione, l’Associazione pubblica ininterrottamente la rivista “Koinonia” e dal 21 al 23 novembre, come bilancio di un’attività ormai trentennale di studio della Tarda Antichità in tutte le sue espressioni, terrà un convegno internazionale promosso in collaborazione con l’Orientale e l’Istituto italiano per gli studi filosofici. 
Ma è possibile, sempre rimanendo a Lettere, passare dalla classicità alle nuove tecnologie senza un reale distacco: nel Dipartimento di Storia sembra essere infatti ormai radicato un utilizzo particolarmente efficace delle possibilità offerte dai mezzi informatici. Un’attenzione che si traduce ad esempio nel Corso di Perfezionamento in Saperi Storici e Nuove Tecnologie. E che viene messa in pratica, all’interno del Dipartimento, soprattutto nel Progetto Clio Press, di cui è responsabile il prof. Roberto Delle Donne, che ha l’obiettivo di promuovere la massima diffusione delle pubblicazioni nate da università e centri di ricerca. Una banca dati di testi in formato digitale, nata nel 2002, la maggior parte dei quali interamente accessibile, che contribuisce a divulgare ed a rendere facilmente reperibili per lettori e altri studiosi i contributi di ricerca provenienti principalmente da docenti del Dipartimento di Discipline Storiche, ma anche da docenti di altre università che con il Dipartimento hanno intessuto rapporti di collaborazione. Tramite ClioPress i materiali pubblicati, il cui numero si spera possa continuare a crescere esponenzialmente, entrano poi in una rete ben più ampia, a partire da quella di FedOA (ovvero Federico II Open Archive), che rende disponibili le pubblicazioni di docenti e ricercatori di tutto l’Ateneo, fino ai grandi database di ricerca internazionali. 
Se poi si amplia il raggio alla ricerca interdipartimentale, difficile non citare il Cirass – Centro interdipartimentale di ricerca, analisi e sintesi dei segnali – che oltre al Dipartimento di Filologia Moderna coinvolge anche quelli di Scienze Fisiche, Ingegneria Elettrica, Informatica e Sistemistica e la Sezione Audiologia del Dipartimento di Neuroscienze. A quest’ultimo afferisce anche l’attuale direttore, il prof. Elio Marciano, che coordina un ampio insieme di docenti, dottorandi e tesisti dei cinque Dipartimenti coinvolti nelle ricerche interdisciplinari su linguistica e fonetica sperimentale, cercando di conciliare in questi studi le diverse prospettive di tipo umanistico, tecnologico e medico. Molto dell’ampio materiale prodotto dalla nascita del Cirass, a partire dal ’90, è disponibile sul sito dedicato (ciras.unina.it), anche se purtroppo diverse pagine non sono aggiornate.  
Un esempio di ricerca che parte dalla Facoltà per coinvolgere diversi atenei è invece il Cirleg, Centro interuniversitario di ricerca su letteratura e giornalismo “La terza pagina”, ideato e diretto dal prof. Raffaele Giglio a partire dal 2005, al quale partecipano per ora l’Università di Salerno e l’Orientale. Ma ha appena aderito anche il Suor Orsola Benincasa e presto si aggiungeranno atenei di Roma, Chieti, Bologna, Genova. L’obiettivo del Cirleg è quello di recuperare materiale letterario (testi e critiche) pubblicato su periodici (quotidiani e riviste): quello che si traduce nella ‘terza pagina’ tradizionalmente presente nei quotidiani italiani. Alle ricerche del Centro partecipano in questo caso davvero le componenti del Dipartimento: docenti, dottorandi e anche studenti, per i quali si prevede in futuro la possibilità pubblicare i lavori di tesi. Unico problema, come spesso accade, sono i fondi; ma il prof. Giglio non dispera di poter trovare sponsorizzazioni e nel frattempo si procede poco alla volta, ma con pubblicazioni notevoli per vastità e organizzazione del materiale raccolto. Il primo volume a stampa infatti è un lavoro di ricerca sugli articoli letterari pubblicati sulla rivista “Flegrea” dal 1899 al 1901; mentre quello che uscirà a breve copre più di un secolo di pubblicazioni letterarie del quotidiano “Il Mattino”. L’aspetto più interessante delle ricerche è che sono tutte basate su un programma di catalogazione per autori e generi messo a punto dallo stesso prof. Giglio: uno strumento di studio che promette di essere molto utile soprattutto nel momento in cui cresca il numero di lavori basati su questa piattaforma comune. Nel frattempo si prepara anche un sito sul quale pubblicare questi stessi lavori, aumentandone l’accessibilità e diminuendone i costi di diffusione.     
(Vi.Sa.)
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