Una nuova associazione studentesca per tutelare i diritti di chi studia il mare. Talassa studenti del mare è nata quest’anno per iniziativa di Gabriele Lambiase, iscritto al secondo anno del Corso di Laurea in Oceanografia e meteorologia, secondo il quale “nonostante la Facoltà di Scienze e tecnologie sia la più antica dell’ateneo, ormai viene trattata come se fosse l’ultima ruota del carro”. Lambiase, che dell’associazione Talassa è il vicepresidente, motiva efficacemente la sua affermazione: “un tempo si chiamava Scienze Nautiche ed era la principale Facoltà del Parthenope, allora Istituto Universitario Navale. Oggi, invece, è bistrattata. Basti pensare al prossimo trasferimento nel nuovo complesso al Centro Direzionale: la sede di via Acton è la nostra sede storica, senza considerare che tutte le attrezzature di cui abbiamo bisogno per i nostri studi sono collocate nel Porto oppure in via De Gasperi e via Acton. Allontanarci da quella zona di Napoli significa crearci un disagio, visto che per usufruire delle attrezzature dovremo spostarci ogni volta”. L’associazione conta per adesso una decina di iscritti, per la maggior parte studenti del Corso di Laurea in Scienze Nautiche, come il presidente Fabrizio Saponaro, già consigliere di facoltà. “Per l’assemblea di presentazione, che si terrà prima di Natale o subito dopo, speriamo di avere qualche adesione in più e magari anche l’appoggio del Preside e dei Presidenti dei Corsi di Laurea”, dice Lambiase. Nel frattempo già ci si muove per realizzare dei cambiamenti concreti a favore degli studenti del mare, come quello per il quale Talassa lavora assieme all’AISA (Associazione Italiana Studenti di Scienze Ambientali): la modifica del calcolo della media di laurea. “Chiediamo l’eliminazione dei due voti più bassi agli esami, che spesso pregiudicano il voto finale di laurea- afferma il vicepresidente- Siamo gli unici laureati in Italia in discipline del mare e vorremmo uscire dall’università con dei buoni punteggi. A volte può capitare che una semplice distrazione rovini una carriera brillante. Anche alcuni docenti sono d’accordo con noi”.