Hai passione, tenacia e senso delle responsabilità? Allora questa è la strada giusta. Non resta che scegliere quale tipo di ingegnere diventare.
L’AREA INDUSTRIALE. I Corsi di Laurea dell’Area Industriale sono quelli che offrono una formazione poliedrica e una maggiore spendibilità nel mondo del lavoro. Infatti si può facilmente trovare un ingegnere meccanico in un cantiere aeronautico o un ingegnere chimico che lavora per un’azienda dell’agroalimentare.
“Il laureato in Ingegneria Chimica – evidenzia il prof. Piero Salatino, Presidente del Corso di Laurea – può trovare facilmente collocazione dovunque ci sia una trasformazione della materia -il legno in carta o un polimero in un pneumatico- quindi in molti tipi di industrie”. Il Corso quindi offre una forte preparazione di base proprio per il ruolo che deve svolgere il futuro laureato: “deve possedere le conoscenze per governare le trasformazioni della materia, trasformazioni che siano non solo funzionali ma anche compatibili con i vincoli ambientali ed economici. Dunque deve possedere una formazione ad ampio spettro: accanto agli insegnamenti di base troviamo poi le discipline caratterizzanti come Chimica Industriale, Biochimica, Microbiologia Applicata. Quello che spinge i giovani ad iscriversi a questo Corso è proprio la voglia di avere una conoscenza ad ampio spettro”, conclude il prof. Salatino.
“Il laureato in Ingegneria Chimica – evidenzia il prof. Piero Salatino, Presidente del Corso di Laurea – può trovare facilmente collocazione dovunque ci sia una trasformazione della materia -il legno in carta o un polimero in un pneumatico- quindi in molti tipi di industrie”. Il Corso quindi offre una forte preparazione di base proprio per il ruolo che deve svolgere il futuro laureato: “deve possedere le conoscenze per governare le trasformazioni della materia, trasformazioni che siano non solo funzionali ma anche compatibili con i vincoli ambientali ed economici. Dunque deve possedere una formazione ad ampio spettro: accanto agli insegnamenti di base troviamo poi le discipline caratterizzanti come Chimica Industriale, Biochimica, Microbiologia Applicata. Quello che spinge i giovani ad iscriversi a questo Corso è proprio la voglia di avere una conoscenza ad ampio spettro”, conclude il prof. Salatino.
Studenti assunti
prima di laurearsi
prima di laurearsi
“Un aspetto da sottolineare è la trasversalità di questo percorso di studi che è a cavallo tra l’area Industriale e quella Informatica. La figura professionale che si forma trova occupazione in innumerevoli ambiti, dai trasporti alle compagnie elettriche, fino a comprendere tutte le aziende di una certa grandezza e che possiedono impianti elettrici qualunque sia il bene che producono”, spiega il prof. Andrea Del Pizzo, Presidente del Corso di Laurea in Ingegneria Elettrica, Corso che accoglie più o meno 80 immatricolazioni annuali.
Il settore dell’Ingegneria Elettrica sembra, in realtà, attraversato da una sola crisi: quella dell’università che non riesce a soddisfare le richieste delle aziende. “Non riusciamo a soddisfare tutte le richieste provenienti dalle aziende – continua il Presidente Del Pizzo – al punto che quest’anno abbiamo avuto uno studente assunto dall’Ansaldo ancora prima di laurearsi. Questo però non è solo un nostro problema ma comune a tutta Europa”. Per un ingegnere elettrico non sembra infatti un problema trovare lavoro ma piuttosto quale iniziare tra l’imbarazzo della scelta, se il 90% dei laureati cambia più di un lavoro nel corso del primo anno post-laurea e comunque 95 laureati su 100 trovano lavoro nei primi sei mesi. “Ci sono pochi ingegneri elettrici perché molti ragazzi non identificano bene il nome del Corso che spesso è mascherato e confuso con altri nomi, come Elettronica. Noi ci occupiamo dell’energia in generale e soprattutto il nostro studio si rivolge verso la parte di potenza dell’energia elettrica”. Gli insegnamenti caratterizzanti come Ingegneria Elettrica, Macchine, Sistemi Elettrici sono quelli che appassionano di più gli studenti. “Lo studente non trova difficoltà in queste materie – sottolinea ancora Del Pizzo – anche perché c’è un buon rapporto con i docenti e molta attività di ricerca e di laboratorio. Siamo tra i più attivi, in Facoltà, nel promuovere convenzioni di ricerca col mondo esterno all’Università”.
Il settore dell’Ingegneria Elettrica sembra, in realtà, attraversato da una sola crisi: quella dell’università che non riesce a soddisfare le richieste delle aziende. “Non riusciamo a soddisfare tutte le richieste provenienti dalle aziende – continua il Presidente Del Pizzo – al punto che quest’anno abbiamo avuto uno studente assunto dall’Ansaldo ancora prima di laurearsi. Questo però non è solo un nostro problema ma comune a tutta Europa”. Per un ingegnere elettrico non sembra infatti un problema trovare lavoro ma piuttosto quale iniziare tra l’imbarazzo della scelta, se il 90% dei laureati cambia più di un lavoro nel corso del primo anno post-laurea e comunque 95 laureati su 100 trovano lavoro nei primi sei mesi. “Ci sono pochi ingegneri elettrici perché molti ragazzi non identificano bene il nome del Corso che spesso è mascherato e confuso con altri nomi, come Elettronica. Noi ci occupiamo dell’energia in generale e soprattutto il nostro studio si rivolge verso la parte di potenza dell’energia elettrica”. Gli insegnamenti caratterizzanti come Ingegneria Elettrica, Macchine, Sistemi Elettrici sono quelli che appassionano di più gli studenti. “Lo studente non trova difficoltà in queste materie – sottolinea ancora Del Pizzo – anche perché c’è un buon rapporto con i docenti e molta attività di ricerca e di laboratorio. Siamo tra i più attivi, in Facoltà, nel promuovere convenzioni di ricerca col mondo esterno all’Università”.
L’ingegnere
meccanico:
una sorta di jolly
meccanico:
una sorta di jolly
“L’ingegnere meccanico – commenta scherzosamente il prof. Adolfo Senatore, Presidente del Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica – si può definire impropriamente una specie di ‘jolly’. Ha moltissime competenze perché la sua preparazione di tipo trasversale gli permette di ricoprire molti ruoli e competenze. Lo si incontra in ogni tipo di azienda a partire dai cantieri navali per finire nell’industria aeronautica, senza contare lo spazio che trova nella sua industria di settore come quella Metalmeccanica e delle Costruzioni di Beni e Servizi”. Se si vuole trovare subito impiego non resta, quindi, che scegliere Ingegneria Meccanica: l’80% dei laureati trova lavoro nei primi mesi o addirittura nel primo mese, il 100%, comunque, nei primi quattro mesi.
Il Corso, infatti, è uno dei più gettonati della Facoltà con le sue oltre trecento immatricolazioni ogni anno. Tra gli esami caratterizzanti troviamo Fisica Tecnica e le materie collegate, Meccanica Applicata, Tecnologia Meccanica, Macchine, Costruzioni di Macchine, Disegno assistito e Impianti Meccanici.
“Dopo il primo anno e il primo semestre del secondo – aggiunge Senatore – gli studenti hanno una forte preparazione di base che li spinge ad andare oltre e ad appassionarsi alle discipline caratterizzanti”.
“C’è stata una fase nella storia del nostro Corso di Laurea in Ingegneria Aerospaziale in cui abbiamo avuto una impennata delle iscrizioni perché il nome andava di moda, come capita spesso. Adesso, con i nostri oltre 300 iscritti, siamo comunque uno dei Corsi di Laurea di punta di Ingegneria, nonostante questo CdL sia abbastanza specialistico”, spiega orgoglioso il prof. Giovanni Maria Carlomagno, Presidente del Corso di Laurea in Ingegneria Aerospaziale. “Far volare un aeroplano o far andare qualcosa nello spazio non è facile, bisogna calcolare bene i pesi e certificare tutto, fino all’ultimo bullone”. Ma la vita per i laureati in Ingegneria Aerospaziale non è solo nelle basi aeronautiche o nei centri di ricerca spaziale: “abbiamo un’offerta didattica abbastanza equilibrata tra le discipline di base e quelle caratterizzanti, dunque un nostro laureato può essere utilizzato anche in altri mercati che non siano specifici come nelle strutture leggere”. Oltre agli insegnamenti di base, comuni a tutti nel primo anno, ad Aerospaziale si studiano materie come Aerodinamica, Meccanica del volo, Propulsione aerospaziale. “Anche se con un piccolo insegnamento da tre crediti, noi cerchiamo fin dal primo anno di far entrare i ragazzi nel vivo della materia e per non far sembrare le materie di base avulse dal resto del Corso. I nostri docenti cercano di legare anche queste discipline all’aeronautica con esempi di ingegneria aerospaziale”.
Il Corso, infatti, è uno dei più gettonati della Facoltà con le sue oltre trecento immatricolazioni ogni anno. Tra gli esami caratterizzanti troviamo Fisica Tecnica e le materie collegate, Meccanica Applicata, Tecnologia Meccanica, Macchine, Costruzioni di Macchine, Disegno assistito e Impianti Meccanici.
“Dopo il primo anno e il primo semestre del secondo – aggiunge Senatore – gli studenti hanno una forte preparazione di base che li spinge ad andare oltre e ad appassionarsi alle discipline caratterizzanti”.
“C’è stata una fase nella storia del nostro Corso di Laurea in Ingegneria Aerospaziale in cui abbiamo avuto una impennata delle iscrizioni perché il nome andava di moda, come capita spesso. Adesso, con i nostri oltre 300 iscritti, siamo comunque uno dei Corsi di Laurea di punta di Ingegneria, nonostante questo CdL sia abbastanza specialistico”, spiega orgoglioso il prof. Giovanni Maria Carlomagno, Presidente del Corso di Laurea in Ingegneria Aerospaziale. “Far volare un aeroplano o far andare qualcosa nello spazio non è facile, bisogna calcolare bene i pesi e certificare tutto, fino all’ultimo bullone”. Ma la vita per i laureati in Ingegneria Aerospaziale non è solo nelle basi aeronautiche o nei centri di ricerca spaziale: “abbiamo un’offerta didattica abbastanza equilibrata tra le discipline di base e quelle caratterizzanti, dunque un nostro laureato può essere utilizzato anche in altri mercati che non siano specifici come nelle strutture leggere”. Oltre agli insegnamenti di base, comuni a tutti nel primo anno, ad Aerospaziale si studiano materie come Aerodinamica, Meccanica del volo, Propulsione aerospaziale. “Anche se con un piccolo insegnamento da tre crediti, noi cerchiamo fin dal primo anno di far entrare i ragazzi nel vivo della materia e per non far sembrare le materie di base avulse dal resto del Corso. I nostri docenti cercano di legare anche queste discipline all’aeronautica con esempi di ingegneria aerospaziale”.
A Gestionale
“gioco di squadra”
“gioco di squadra”
Con i suoi 350 iscritti e 240 laureati solo nell’ultimo anno Ingegneria Gestionale della Logistica e della Produzione si colloca tra le più frequentate della Facoltà. “Se vogliamo usare una metafora calcistica – spiega il prof. Emilio Esposito, Presidente del Corso di Laurea – mentre i laureati negli altri corsi di Ingegneria sono degli attaccanti, i nostri sono dei mediani di classe che però sanno anche finalizzare l’azione al goal. Abbiamo puntato molto sugli aspetti metodologici e dato molto spazio alle materie di base. Insomma per noi è importante il gioco di squadra”.
Far convergere il problema tecnico con quello gestionale, in un Paese in cui l’82% dei lavoratori sono impiegati nel terziario, è l’obiettivo di questo Corso di studi. “In Italia il 69% dell’economia è riversata nei servizi, e, inoltre, la metà dei lavoratori impiegati nell’industria sono comunque lavoratori indiretti, che offrono, quindi, servizi all’interno delle stesse industrie. Una buona parte dei nostri laureati va, dunque, a lavorare nelle piccole e medie imprese dove c’è bisogno di esperti per la gestione dei costi, dei sistemi aziendali, l’analisi dei processi e della qualità. Il 21% dei laureati nella Specialistica è impiegato nella ricerca e il 32% nella consulenza”.
Un corso di Laurea multidisciplinare è invece quello in Scienze e Ingegneria dei Materiali, che vede la collaborazione tra le Facoltà di Scienze e quella d’Ingegneria e che si fonda su tre aspetti principali: la relazione tra stati dei materiali, i processi a cui i materiali vengono sottoposti e le proprietà dei materiali. “E’ una branca dell’ingegneria – sottolinea Giuseppe Mensitieri, Presidente del Corso di Laurea – che consente di coniugare l’aspetto pratico della rapidità con cui si trova lavoro, tipico delle lauree ingegneristiche, con l’approfondimento delle materie scientifiche. Siamo molto soddisfatti di questo connubio perché in questo modo si colmano alcune carenze culturali che spesso i nostri laureati hanno negli aspetti più prettamente scientifici”.
“Un ingegnere navale è addetto alla costruzione e alle gestione di singole navi o flotte in un cantiere o in un centro studi. La nostra formazione è, comunque, molto generale come per tutti i CdL dell’area industriale anche se lo sbocco naturale è nel settore navale”, illustra il prof. Antonio Paciolla, Presidente del Corso in Ingegneria Navale. Gli sbocchi occupazionali dei laureati in questo campo sono ottimi anche per chi si ferma alla laurea di base, anche perché questo percorso di studi è presente solo in altri tre atenei italiani: Genova, Trieste e Messina.
Ultimo nato a Piazzale Tecchio il Corso di Laurea in Ingegneria per la gestione dei sistemi di trasporto. Nato lo scorso anno, è un percorso che garantisce ottime chance lavorative ai futuri laureati. Il settore è all’avanguardia in Campania, così come in tutta Italia e richiede una figura professionale in grado di fare sistema nell’intero campo dei trasporti. Il percorso formativo degli studi attinge a diverse discipline. L’ingegneria meccanica e l’ingegneria elettrica forniscono il bagaglio di conoscenze necessarie per la gestione delle tecnologie applicate nel settore dei trasporti. L’ingegneria civile fornisce i metodi e i modelli per la progettazione e la gestione dei sistemi di trasporto. L’ingegneria gestionale e l’organizzazione aziendale forniscono le tecniche di organizzazione e di gestione delle aziende, con enfasi particolare verso il settore del marketing e del controllo di gestione.
Far convergere il problema tecnico con quello gestionale, in un Paese in cui l’82% dei lavoratori sono impiegati nel terziario, è l’obiettivo di questo Corso di studi. “In Italia il 69% dell’economia è riversata nei servizi, e, inoltre, la metà dei lavoratori impiegati nell’industria sono comunque lavoratori indiretti, che offrono, quindi, servizi all’interno delle stesse industrie. Una buona parte dei nostri laureati va, dunque, a lavorare nelle piccole e medie imprese dove c’è bisogno di esperti per la gestione dei costi, dei sistemi aziendali, l’analisi dei processi e della qualità. Il 21% dei laureati nella Specialistica è impiegato nella ricerca e il 32% nella consulenza”.
Un corso di Laurea multidisciplinare è invece quello in Scienze e Ingegneria dei Materiali, che vede la collaborazione tra le Facoltà di Scienze e quella d’Ingegneria e che si fonda su tre aspetti principali: la relazione tra stati dei materiali, i processi a cui i materiali vengono sottoposti e le proprietà dei materiali. “E’ una branca dell’ingegneria – sottolinea Giuseppe Mensitieri, Presidente del Corso di Laurea – che consente di coniugare l’aspetto pratico della rapidità con cui si trova lavoro, tipico delle lauree ingegneristiche, con l’approfondimento delle materie scientifiche. Siamo molto soddisfatti di questo connubio perché in questo modo si colmano alcune carenze culturali che spesso i nostri laureati hanno negli aspetti più prettamente scientifici”.
“Un ingegnere navale è addetto alla costruzione e alle gestione di singole navi o flotte in un cantiere o in un centro studi. La nostra formazione è, comunque, molto generale come per tutti i CdL dell’area industriale anche se lo sbocco naturale è nel settore navale”, illustra il prof. Antonio Paciolla, Presidente del Corso in Ingegneria Navale. Gli sbocchi occupazionali dei laureati in questo campo sono ottimi anche per chi si ferma alla laurea di base, anche perché questo percorso di studi è presente solo in altri tre atenei italiani: Genova, Trieste e Messina.
Ultimo nato a Piazzale Tecchio il Corso di Laurea in Ingegneria per la gestione dei sistemi di trasporto. Nato lo scorso anno, è un percorso che garantisce ottime chance lavorative ai futuri laureati. Il settore è all’avanguardia in Campania, così come in tutta Italia e richiede una figura professionale in grado di fare sistema nell’intero campo dei trasporti. Il percorso formativo degli studi attinge a diverse discipline. L’ingegneria meccanica e l’ingegneria elettrica forniscono il bagaglio di conoscenze necessarie per la gestione delle tecnologie applicate nel settore dei trasporti. L’ingegneria civile fornisce i metodi e i modelli per la progettazione e la gestione dei sistemi di trasporto. L’ingegneria gestionale e l’organizzazione aziendale forniscono le tecniche di organizzazione e di gestione delle aziende, con enfasi particolare verso il settore del marketing e del controllo di gestione.
Tutela ambientale: più
domanda che offerta
domanda che offerta
AREA CIVILE ED AMBIENTALE. Lavorare nello stesso settore per cui si è studiato è, invece, lo sbocco più semplice per gli ingegneri dell’Area Civile ed Ambientale. “Nel campo della tutela ambientale c’è sicuramente più domanda che offerta, questo porta i ragazzi a poter lavorare nell’ambito di competenza dell’Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio e difficilmente a cercare sbocchi in altri settori”, con queste parole il professor Massimo Greco, Presidente del Corso di Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, ricorda anche come il problema della tutela ambientale e delle questioni legate ai dissesti geologici o idrogeologici siano questioni più che mai attuali. “Non abbiamo bisogno di farci pubblicità perché ce la fanno quotidianamente i giornali con la cronaca di qualche disastro ambientale o problemi come quelli legati ai rifiuti solidi urbani. Sono sicuramente temi molto caldi e per i quali c’è un’incombente necessità di tecnici nelle aziende, negli studi di progettazione o presso gli Enti”. Il laureato in questo Corso di Laurea, il primo per utenza femminile nell’Area Civile, si troverà quindi ad affrontare problemi come la realizzazione di infrastrutture, la difesa del suolo da eventi esterni, la gestione dei sistemi di territorio come i sistemi di trasporto, la difesa dell’ambiente attraverso la realizzazione di depuratori o messa in sicurezza di impianti industriali.
Uno dei Corsi in questa classe di Laurea ad avere il numero più alto di immatricolazioni con i suoi oltre 130 iscritti al primo anno è quello che si potrebbe definire ‘la storica’ Ingegneria Civile. Impiegato nella costruzione di quasi tutte le opere del vivere civile quotidiano, un ingegnere civile trova impiego nell’edilizia pubblica e privata, nelle società stradali, negli acquedotti, fino ad interessarsi della conservazione dei manufatti sul territorio. “Non ci vuole molto per capire quanto sia sempre attuale e richiesta la figura dell’ingegnere civile –afferma il professor Mario Calabrese, Presidente del CdL –. I nostri laureati trovano facilmente occupazione nelle aziende pubbliche o private, come negli Enti impiegati in diversi settori”.
Ingegneria Gestionale dei Progetti e delle Infrastrutture “rappresenta, al momento, un’esperienza unica nel panorama universitario italiano. Tenendo conto delle esigenze del mondo del lavoro, il Corso ha come obiettivo la preparazione di laureati che abbiano conoscenze di base nelle discipline della matematica, della fisica, dell’informatica e della statistica e cultura generale in tutti i campi dell’Ingegneria Civile ed Economico-Gestionale, con particolare riguardo alle conoscenze di tipo economico gestionale applicate alla progettazione, esecuzione, esercizio e manutenzione delle opere civili”, spiega il prof. Guido Capaldo, Presidente del Corso. Il laureato in questa branca dell’Ingegneria è una figura professionale poliedrica “destinata ad occuparsi della gestione delle opere e dei sistemi civili, il cui funzionamento dovrà essere continuamente adattato alle mutabili condizioni operative, spesso determinate da decisioni strategiche o da esigenze oggettive e la cui formazione é prevalentemente orientata alla gestione e manutenzione delle strutture e delle infrastrutture civili”.
Nell’Area Civile ad Ambientale, anche Ingegneria Edile e Ingegneria Edile-Architettura (unico Corso della Facoltà a numero programmato e di durata quinquennale, le prove d’ammissione si sono già svolte) che fanno parte del settore delle scienze dell’architettura e dell’ingegneria edile; entrambi confluiscono nell’area civile per l’iscrizione all’albo professionale. Presidente dei due Corsi di Laurea, la prof.ssa Elvira Petroncelli.
La laurea di primo livello in Ingegneria Edile contempla quattro percorsi: uno più generalista; gli altri tre, invece, sono professionalizzanti, ciascuno nel settore degli Impianti, delle Costruzioni e della Pubblica Amministrazione. Sbocchi professionali sia presso enti autonomi che strutture private. Gli esami del primo anno: Geometria, Analisi Matematica 1 e 2, Fisica Generale, Disegno, Materiali, Storia e rappresentazione architettonica, Elementi di progettazione architettonica.
Uno dei Corsi in questa classe di Laurea ad avere il numero più alto di immatricolazioni con i suoi oltre 130 iscritti al primo anno è quello che si potrebbe definire ‘la storica’ Ingegneria Civile. Impiegato nella costruzione di quasi tutte le opere del vivere civile quotidiano, un ingegnere civile trova impiego nell’edilizia pubblica e privata, nelle società stradali, negli acquedotti, fino ad interessarsi della conservazione dei manufatti sul territorio. “Non ci vuole molto per capire quanto sia sempre attuale e richiesta la figura dell’ingegnere civile –afferma il professor Mario Calabrese, Presidente del CdL –. I nostri laureati trovano facilmente occupazione nelle aziende pubbliche o private, come negli Enti impiegati in diversi settori”.
Ingegneria Gestionale dei Progetti e delle Infrastrutture “rappresenta, al momento, un’esperienza unica nel panorama universitario italiano. Tenendo conto delle esigenze del mondo del lavoro, il Corso ha come obiettivo la preparazione di laureati che abbiano conoscenze di base nelle discipline della matematica, della fisica, dell’informatica e della statistica e cultura generale in tutti i campi dell’Ingegneria Civile ed Economico-Gestionale, con particolare riguardo alle conoscenze di tipo economico gestionale applicate alla progettazione, esecuzione, esercizio e manutenzione delle opere civili”, spiega il prof. Guido Capaldo, Presidente del Corso. Il laureato in questa branca dell’Ingegneria è una figura professionale poliedrica “destinata ad occuparsi della gestione delle opere e dei sistemi civili, il cui funzionamento dovrà essere continuamente adattato alle mutabili condizioni operative, spesso determinate da decisioni strategiche o da esigenze oggettive e la cui formazione é prevalentemente orientata alla gestione e manutenzione delle strutture e delle infrastrutture civili”.
Nell’Area Civile ad Ambientale, anche Ingegneria Edile e Ingegneria Edile-Architettura (unico Corso della Facoltà a numero programmato e di durata quinquennale, le prove d’ammissione si sono già svolte) che fanno parte del settore delle scienze dell’architettura e dell’ingegneria edile; entrambi confluiscono nell’area civile per l’iscrizione all’albo professionale. Presidente dei due Corsi di Laurea, la prof.ssa Elvira Petroncelli.
La laurea di primo livello in Ingegneria Edile contempla quattro percorsi: uno più generalista; gli altri tre, invece, sono professionalizzanti, ciascuno nel settore degli Impianti, delle Costruzioni e della Pubblica Amministrazione. Sbocchi professionali sia presso enti autonomi che strutture private. Gli esami del primo anno: Geometria, Analisi Matematica 1 e 2, Fisica Generale, Disegno, Materiali, Storia e rappresentazione architettonica, Elementi di progettazione architettonica.
Matematica e fisica,
le difficoltà
le difficoltà
AREA DELL’INFORMAZIONE. Per i patiti del computer (ma non solo, attenzione!) l’Area dell’Informazione presenta una serie di Corsi tutti specializzati nei settori più innovativi e affascinanti della ricerca degli ultimi anni.
“L’importante è capire bene cosa si sta andando a fare prima di iscriversi e non sottovalutare gli studi. Se si capisce di avere imboccato la strada sbagliata, non bisogna considerarlo un fallimento ma solo un segno di maturità”: il prof. Gianfranco Vitale, Presidente del CdL in Ingegneria Elettronica, sottolinea l’importanza di una scelta consapevole fin dall’inizio “perché il 30% degli studenti nel corso del primo anno cambia CdL o Facoltà. Il problema è che gli studenti non tengono abbastanza in considerazione i risultati dei test di verifica pre-immatricolazione”. Il CdL in Elettronica, attivo dal 1960, forma ingegneri preposti alla progettazione e il collaudo di dispositivi, circuiti e sistemi elettronici: “nel primo anno si punta soprattutto sulle materie di base, matematica e fisica sono quelle in cui gli studenti riscontrano maggiori difficoltà. Non ne capiscono l’importanza forse perché alle scuole superiori non fanno comprendere loro quanto sia essenziale avere una solida preparazione di base”.
Salda preparazione e coraggio di partire: questo è quello che serve ad un ingegnere elettronico come ad un ingegnere delle telecomunicazioni. “Lo scorso anno abbiamo registrato un trend positivo in questo settore – spiega il prof. Giuseppe D’Elia, Presidente del CdL in Ingegneria delle Telecomunicazioni – però non esiste una grande vera spinta verso la ricrescita economica, così se negli scorsi anni noi eravamo all’avanguardia nel Continente, oggi siamo stati raggiunti dagli altri atenei europei”. Nonostante i dati non siano proprio positivi, il Corso di Laurea con i suoi oltre 130 nuovi iscritti l’anno, resta fra quelli più agognati dai ragazzi, ai quali si richiede una conoscenza delle Scienze delle Telecomunicazioni, quindi le tecniche di telerilevamento, della teoria dei segnali e la loro trasmissione per poter progettare, nel campo della Itc (Information and Communication Technology), le infrastrutture e i sistemi in grado di soddisfare le moderne esigenze di comunicazione telematica.
Anche se elencato far le lauree dell’area dell’Informazione “il CdL in Ingegneria dell’Automazione è a cavallo tra l’Area Industriale e quella Informatica, perché per automizzare, ad esempio, un impianto industriale, non si può prescindere dalla conoscenza del funzionamento dell’impianto in questione, da qui l’importanza di materie come la fisica o la matematica- spiega il prof. Giuseppe Ambrosino, Presidente del Corso che conta 90 immatricolati l’anno- Nel corso della laurea di primo livello si insiste sugli insegnamenti legati all’informatica (sono sette), viceversa nel biennio specialistico si introduce la conoscenza legata agli aspetti industriali con esami come Modellistica e Simulazione o Fondamenti di Meccanica. Continuare, dunque, con la Laurea specialistica per i nostri studenti è quasi d’obbligo”.
E’ giunto all’attivazione della Laurea Specialistica anche il Corso in Ingegneria Biomedica. “Quest’anno contiamo di laureare quaranta ragazzi, che per una serie di indicazioni, geografiche, di provenienza culturale e sociale, hanno però deciso di continuare con il biennio di specializzazione. Io ritengo questo un fattore molto positivo perché indica da parte degli studenti una forte motivazione e passione”, dice il prof. Marcello Bracale, Presidente del Corso di Laurea, il quale sottolinea la multidisciplinarietà di questo percorso formativo: “credo che un nostro laureato possa lavorare in diversi campi, come quello del management, nelle aziende, in strutture commerciali o tecniche, nelle società di outsourcing per la gestione e la manutenzione degli impianti o la messa in sicurezza”. L’offerta didattica della Laurea di base, infatti, si articola su tre percorsi: Ingegneria Ospedaliera, management sanitario, materiali e strutture.
Infine il Corso di Laurea con più matricole, oltre 420, nella Facoltà è Ingegneria Informatica. “L’alto numero di iscritti – spiega il prof. Antonio Mazzeo, Presidente del Corso di Laurea – dovuto anche alla posizione che trova l’informatica nella nostra società, ci ha portato a rivedere la distribuzione degli studenti durante i corsi, in modo da non creare disomogeneità tra gli insegnamenti. Inoltre stiamo cercando di riformulare i programmi per dar vita a meno esami ma più corposi, proprio dietro la richiesta dei ragazzi”.
Il Corso di Laurea, come tutti gli altri di Ingegneria, offre una solida preparazione di base: “anche se noi puntiamo sul ‘fare’, non bisogna dimenticare che alle spalle ci deve essere una forte preparazione in matematica e fisica. Una preparazione mista basata su capacità logico-deduttive, che permette ai nostri laureati di trovare impiego in diversi settori”.
Valentina Orellana
“L’importante è capire bene cosa si sta andando a fare prima di iscriversi e non sottovalutare gli studi. Se si capisce di avere imboccato la strada sbagliata, non bisogna considerarlo un fallimento ma solo un segno di maturità”: il prof. Gianfranco Vitale, Presidente del CdL in Ingegneria Elettronica, sottolinea l’importanza di una scelta consapevole fin dall’inizio “perché il 30% degli studenti nel corso del primo anno cambia CdL o Facoltà. Il problema è che gli studenti non tengono abbastanza in considerazione i risultati dei test di verifica pre-immatricolazione”. Il CdL in Elettronica, attivo dal 1960, forma ingegneri preposti alla progettazione e il collaudo di dispositivi, circuiti e sistemi elettronici: “nel primo anno si punta soprattutto sulle materie di base, matematica e fisica sono quelle in cui gli studenti riscontrano maggiori difficoltà. Non ne capiscono l’importanza forse perché alle scuole superiori non fanno comprendere loro quanto sia essenziale avere una solida preparazione di base”.
Salda preparazione e coraggio di partire: questo è quello che serve ad un ingegnere elettronico come ad un ingegnere delle telecomunicazioni. “Lo scorso anno abbiamo registrato un trend positivo in questo settore – spiega il prof. Giuseppe D’Elia, Presidente del CdL in Ingegneria delle Telecomunicazioni – però non esiste una grande vera spinta verso la ricrescita economica, così se negli scorsi anni noi eravamo all’avanguardia nel Continente, oggi siamo stati raggiunti dagli altri atenei europei”. Nonostante i dati non siano proprio positivi, il Corso di Laurea con i suoi oltre 130 nuovi iscritti l’anno, resta fra quelli più agognati dai ragazzi, ai quali si richiede una conoscenza delle Scienze delle Telecomunicazioni, quindi le tecniche di telerilevamento, della teoria dei segnali e la loro trasmissione per poter progettare, nel campo della Itc (Information and Communication Technology), le infrastrutture e i sistemi in grado di soddisfare le moderne esigenze di comunicazione telematica.
Anche se elencato far le lauree dell’area dell’Informazione “il CdL in Ingegneria dell’Automazione è a cavallo tra l’Area Industriale e quella Informatica, perché per automizzare, ad esempio, un impianto industriale, non si può prescindere dalla conoscenza del funzionamento dell’impianto in questione, da qui l’importanza di materie come la fisica o la matematica- spiega il prof. Giuseppe Ambrosino, Presidente del Corso che conta 90 immatricolati l’anno- Nel corso della laurea di primo livello si insiste sugli insegnamenti legati all’informatica (sono sette), viceversa nel biennio specialistico si introduce la conoscenza legata agli aspetti industriali con esami come Modellistica e Simulazione o Fondamenti di Meccanica. Continuare, dunque, con la Laurea specialistica per i nostri studenti è quasi d’obbligo”.
E’ giunto all’attivazione della Laurea Specialistica anche il Corso in Ingegneria Biomedica. “Quest’anno contiamo di laureare quaranta ragazzi, che per una serie di indicazioni, geografiche, di provenienza culturale e sociale, hanno però deciso di continuare con il biennio di specializzazione. Io ritengo questo un fattore molto positivo perché indica da parte degli studenti una forte motivazione e passione”, dice il prof. Marcello Bracale, Presidente del Corso di Laurea, il quale sottolinea la multidisciplinarietà di questo percorso formativo: “credo che un nostro laureato possa lavorare in diversi campi, come quello del management, nelle aziende, in strutture commerciali o tecniche, nelle società di outsourcing per la gestione e la manutenzione degli impianti o la messa in sicurezza”. L’offerta didattica della Laurea di base, infatti, si articola su tre percorsi: Ingegneria Ospedaliera, management sanitario, materiali e strutture.
Infine il Corso di Laurea con più matricole, oltre 420, nella Facoltà è Ingegneria Informatica. “L’alto numero di iscritti – spiega il prof. Antonio Mazzeo, Presidente del Corso di Laurea – dovuto anche alla posizione che trova l’informatica nella nostra società, ci ha portato a rivedere la distribuzione degli studenti durante i corsi, in modo da non creare disomogeneità tra gli insegnamenti. Inoltre stiamo cercando di riformulare i programmi per dar vita a meno esami ma più corposi, proprio dietro la richiesta dei ragazzi”.
Il Corso di Laurea, come tutti gli altri di Ingegneria, offre una solida preparazione di base: “anche se noi puntiamo sul ‘fare’, non bisogna dimenticare che alle spalle ci deve essere una forte preparazione in matematica e fisica. Una preparazione mista basata su capacità logico-deduttive, che permette ai nostri laureati di trovare impiego in diversi settori”.
Valentina Orellana