Tanti progetti per dimostrare che la matematica può essere anche divertimento

Allegri, felici ed emozionati per la loro prima esperienza universitaria i ragazzi delle scuole superiori che martedì 8 maggio, presso la Sala Azzurra di Monte Sant’Angelo, hanno presentato i lavori conclusivi del progetto Lauree Scientifiche. È un’iniziativa nazionale, volta a diffondere tra i ragazzi la cultura scientifica, avvicinandoli ai settori culturali considerati strategici per lo sviluppo e invogliandoli ad iscriversi ai Corsi di laurea in Matematica, Fisica, Chimica e Scienze dei Materiali. Il progetto prevede seminari e lezioni all’università sui temi della matematica applicata alla vita di tutti i giorni. “Scegliere la facoltà alla quale iscriversi, non è mai semplice, ma per riuscire nella vita è importante fare qualcosa che piace. È questo il consiglio che mi sento di dare: fate quello che più vi piace, ma iscrivetevi alla Federico II” dice il Rettore Guido Trombetti, dando inizio ai lavori della seduta. 
“Il progetto, così come gli interventi dei ragazzi, è migliorato rispetto all’anno scorso. Credo che siamo riusciti ad ottenere lo scopo prefisso: trasmettere il messaggio che la matematica non è una cosa lontana ed astratta, fa parte della vita di tutti i giorni e, nella maniera opportuna, può diventare anche un divertimento” commenta il prof. Catello Tenneriello, coordinatore locale del Progetto – nel Comitato organizzatore anche le prof.sse Lucia Migliaccio, Mariarosaria Tricarico e Francesca Visentin-.  L’iniziativa, negli anni, ha coinvolto un gran numero di studenti e di scuole. Questa edizione, purtroppo, rischia di diventare l’ultima.  “Arrivano segnali contrastanti dai coordinatori nazionali, eppure i risultati si vedono. Al corso di laurea in Matematica, le immatricolazioni sono più che raddoppiate. Certamente il progetto non è l’unico fattore, ma è una delle componenti. Credo che il problema sia sempre lo stesso: la mancanza di finanziamenti”, conclude il professore.
I lavori degli studenti
L’acchiappafilone, Superman è stato qui, Rapinare una banca?….Non è più un sogno: gli accattivanti titoli dei lavori presentati dai ragazzi.
“Abbiamo realizzato un grafico che prende in analisi il rapporto tra peso e altezza degli studenti della scuola, per verificare la possibilità di ricavarne un modello lineare. Il risultato finale ha dimostrato che questo è possibile solo entro un certo limite. Nel momento in cui si prolunga la retta che interpola i punti, i dati si discostano sempre di più dalla retta principale” spiega Rita Caputo studentessa al quarto anno del Liceo Pimentel Fonseca. “Ci siamo cimentati nella decifrazione di codici usati durante la Prima Guerra Mondiale e abbiamo decriptato delle frasi di Ungaretti e Marinetti, ricorrendo a sistemi numerici” spiega Gianni Cardillo del Convitto Vittorio Emanuele. Il Liceo Carducci di Nola ha, invece, illustrato il funzionamento dei programmi di scrittura più diffusi. “Il nostro progetto è sui codici correttori, in particolare quello di hamming. Serve per correggere gli errori di comunicazione numerica” chiarisce Valeria Braghieri. “Siamo riusciti a dimostrarne il funzionamento attraverso un esempio semplice, non trascrivendo alcune parti in un messaggio. Il codice di sicurezza permette al computer di correggere automaticamente un errore quando si presenta. È il caso del word, quando si sbaglia a digitare una parola” sottolinea la sua compagna Maddalena Daniele. “Il sistema è elementare. Si aggiungono tre cifre ridondanti e si dimostra che il computer può correggere automaticamente l’errore, basta inserire l’informazione nel codice binario” conclude Francesco Pacia. Se il mistero e l’avventura vi intrigano, gli studenti del Liceo Vittorini potranno mostrarvi come interpretare segreti di guerra o rapinare una banca. Come? Violando i codici cifrati ideati da Cesare – costituiti solo da lettere, da Leon Battista Alberti, che introduceva lettere e numeri, o il Des, codice di sicurezza nato nel 1975 e ancora in uso. “Le storie sono ambientate nel periodo in cui il codice è stato formulato. La spiegazione è stata inserita per introdurre qualcosa di più serio” dice Marina Corradini. “Sottoporremo il pubblico ad una serie di quesiti relativi a studi con il sonar. Studieremo una pallina che cade e rimbalza, una macchina che si muove su un binario e un moto circolare. A ciascuna situazione, facendo partecipare il pubblico, abbineremo le situazioni ai grafici che si verranno a formare” dice emozionato, Luca Salvati studente del Liceo Sbordone prima di cominciare la presentazione. Attenzione studenti indisciplinati, le assenze immotivate hanno le ore contate. 
L’Acchiappafilone
Arriva l’Acchiappafilone inventato dai ragazzi del Liceo Torricelli. “Volevamo studiare le assenza degli alunni e trarne un modello matematico. Abbiamo realizzato delle interviste e girato dei video. Siamo riusciti a scrivere una funzione ma non un vero e proprio modello perché occorrerebbero anni” racconta Vittoria Iervolino.  “Il numero delle assenze varia in base all’età. Il primo anno sono pochissime. Aumentano nel corso del tempo e nel periodo delle interrogazioni. L’altro dato significato: dopo il giorno di rotazione, il numero delle assenze è elevato” spiega Andrea Farinaceo. Le contaminazioni tra scienza e letteratura non finiscono qui. Un altro gruppo del Liceo Torricelli, si è misurato niente meno che con Pitagora. “Abbiamo cercato modelli matematici che spiegassero fenomeni fisici, come i decadimenti radioattivi o il movimento di una molla. La spiegazione è stata abbinata ad un passo di Pitagora, nel quale l’autore si dice che tutto, nell’universo, si può esprimere con dei numeri. Da qui il titolo ‘Pitagoricamente’” dice Luisa Ambrosio. “Il nostro è stato un lavoro trasversale che ha abbracciato la matematica, la genetica e l’economia. La ricerca che abbiamo condotto riguarda lo studio di modelli matematici applicati alla genetica delle popolazioni, per analizzare l’intero ciclo di vita di un prodotto e fare una campagna di marketing” chiarisce Salvatore Stuvard del Liceo Silvestri di Portici. “Abbiamo esposto la teoria dell’evoluzione, applicandola a due specie che vivono in contatto, una predatrice, l’altra preda, per dimostrare che, nel mercato economico tra produttore e consumatore, questo rapporto è più complesso, perché i soggetti sono, al tempo stesso, entrambe le cose” sottolinea la sua compagna Ilaria De Matteo. “Siamo giunti alla conclusione che, dietro ogni programma, o pubblicità, c’è sempre uno studio matematico, che stabilisce il modo in cui presentare un prodotto e la durata di questa operazione”  conclude sull’argomento Lucia Rossano. I commenti dei ragazzi sono entusiasti. “Il nostro modello prende in esame il funzionamento di una macchina che studiamo a scuola. Lo scopo: migliorarne le prestazioni. Tracciando i grafici, ci siamo accorti che la macchina è autoretroazionante, alcune variabili del motore si controllano da sole. In questo modo si risparmia una grande mole di lavoro” sostiene Giovanni Cardone, studente dell’Istituto Tecnico Industriale Galvani di Aversa. Giovanni Cataletto del Liceo Tilgher: “la nostra esperienza consiste nel dimostrare la legge di Boyle”. È una legge sui gas: a temperatura costante, la pressione è inversamente proporzionale al volume. “È il secondo anno che partecipiamo a questo progetto. L’anno scorso non avevamo ancora studiato alcuni argomenti come, ad esempio, la derivata e non ci eravamo resi conto di un sacco di aspetti interessanti” commenta Giuseppina Guarino del Convitto Vittorio Emanuele. “Prima la matematica non mi piaceva, ma ho voluto fare questa esperienza per mettermi alla prova. Ho capito che può avere molte applicazioni diverse e che è presente in praticamente tutto quello che ci circonda” confessa Francesca Lenza del Liceo Pimentel Fonseca. “La cosa più divertente, è stato avere a che fare con i professori universitari. Sono completamente diversi da quelli del liceo. Sono molto pignoli, ricontrollano sempre tutto, però con noi hanno sempre scherzato, puntando soprattutto sull’aspetto giocoso delle attività” sottolinea Bruna Corradini studentessa del Vittorini. 
Simona Pasquale
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